GIRO D'ITALIA | 12/05/2017 | 19:00 Zitto zitto, Bob Jungels (Quick Step Floors) domani indosserà la quinta maglia rosa di leader della classifica del Giro d’Italia 2017 (Giro 100) avvicinandosi sempre di più alla giornata decisiva di questa prima settimana, domenica sul Blockhaus.
Ad Alberobello ha tagliato il traguardo in 21esima posizione, ben protetto da Davide Martinelli. Ecco le sue impressioni a caldo; a fondo pagina il link per il file audio da ascoltare.
Appari spesso sorridente e rilassato, è il tuo carattere?
«Sinceramente, in questo momento non so di cosa stressarmi, cerco di stare tranquillo. Domani sarà il quarto giorno in rosa dunque sono contento del mio Giro finora. In gara sono concentrato perché non voglio perdere secondi o peggio la maglia né rimanere coinvolto in cadute. Mi ripeto sempre questa frase: ‘Non devo pensare troppo a qualcosa che non posso cambiare’. Probabilmente dopo domenica non sarò più molto fresco, ma spero di essere ancora sorridente, spero ancora di più di esserlo dopo la cronometro».
È stata una tappa un po’ piatta, con poche emozioni, forse addirittura noiosa?
«Di certo non ci siamo fermati per un caffè, forse la tappa è sembrata più noiosa in TV che per noi, perché siamo stati sempre concentrati e attenti per il vento e per le curve fino allo sprint molto tecnico e difficile. Ma ho apprezzato anche questa tappa per lo scenario bellissimo».
Si vedono spesso gli Sky davanti, perché secondo te?
«Thomas è solo sei secondi dietro di me, dunque se c’è un gap nella parte finale della tappa è buona cosa per loro. Per questo cerchiamo sempre di stare nelle zone frontali e i miei compagni cercano di proteggermi al meglio così come fanno gli Sky con lui. Ma sarà al Blockhaus dove finalmente vedremo i veri scontri».
Tu ami i vini, qual è stato il migliore che hai assaggiato finora?
«In Sicilia siamo stati in una vineria notevole e ho assaggiato il Nero d’Avola; posso dire di sicuro che è uno dei miei preferiti. Ma finora ho assaggiato anche molti altri ottimi vini».
Non ti pesano le conferenze post-gara e tutte queste interviste?
«Certamente è qualcosa di diverso a come ero stato abituato rispetto alle altre corse, perché bisogna modificare un po’ le abitudini e le procedure, all’inizio sembra un po’ lungo ma poi ci fai l’abitudine e non è troppo pesante».
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