PROFESSIONISTI | 20/04/2017 | 16:27 Una vittoria desiderata e attesa a lungo per Matteo Montaguti (AG2R) che finalmente è arrivata dopo sette anni a secco: il 33enne di Forlì ha bruciato in volata Pinot a Cles, al termine della quarta tappa del Tour of the Alps 2017 e con il morale a mille quanto la condizione - definita infatti “spettacolare” - si appresta a affrontare un Giro d’Italia con grandi ambizioni. Ecco le sue impressioni al termine della prova odierna.
Le tue emozioni dopo un successo che rompe un lungo digiuno
«Erano sette anni che non riuscivo a vincere una corsa e vincere qui al Trentino è una soddisfazione enorme. Ci tenevo molto a venire a correre qui perché in realtà dovevo fare le Classiche, ma ho insistito con la squadra perché consideravo questa competizione la migliore per preparare il Giro d’Italia ed essere più d’aiuto per Domenico Pozzovivo. Tutto sommato in questi tre giorni abbiamo avuto tempo clemente per completare le frazioni finora».
Come vi eravate organizzati alla partenza?
«Questa è una vittoria inattesa per me, perché in realtà dovevo fare la volata solo per togliere abbuoni a Pinot. La squadra era dunque convinta che avrei fatto la volata, ma non si sarebbero mai aspettati questo successo. Mi sono impegnato molto oggi e negli ultimi metri, da buon pistard, mi sono infilato nella parte giusta nel momento giusto con un colpo di reni a modo; era l’unico modo per superarlo. Mi sono accorto che passare di lì era l’unica possibile via perché se fossi stato a sinistra avrei preso troppo vento, invece sono rimasto coperto. Thibaut l’ho ringraziato dopo l’arrivo perché quando l’ho affiancato non credevo che mi avrebbe lasciato spazio per passare. Ad ogni modo, non sono un pazzo: avrei frenato se mi avesse chiuso, ma ha dimostrato fairplay. Inoltre, gli ho anche chiesto scusa perché l’ho quasi fatto cadere dopo il colpo di reni finale. Tornando alla corsa, non sapevamo se la fuga sarebbe arrivata, controllavamo la Sky e poi ci siamo riuniti alla fine della discesa per giocarci le nostre carte. Dupont è stato il più svelto, è partito proprio dove volevo scattare io, perché non volevo aspettare la fine. Con quello scatto, abbiamo messo in crisi la Sky perché sono stati costretti a tirare dato che Hubert era leader virtuale. Meritava sinceramente di più a 37 anni e devo ringraziarlo perché se io ho fatto una volata più tranquilla con “scalatori” come Pinot e Dennis, grande merito è suo».
Al Giro come ti muoverai?
«L’anno scorso ho corso un bellissimo Giro d’Italia con Domenico, che però ha subito una bronchite perdendo tempo in classifica nel finale. Io sono rimasto davanti Dupont e ho dato un occhio alla mia posizione, ma il vero obiettivo era una tappa. Quest’anno arrivo più forte e punto alle tappe e fughe, che sono le cose che mi vengono meglio. Inoltre, questa edizione è molto impegnativa già dalla Sardegna con tappe più difficili di quelle che sembrano dall’altimetria. Ci faccio un grosso pensiero e un grosso sogno. Domenico rimane però il capitano unico, anche perché Geniez si è ritirato qui e non credo riuscirà ad affiancarlo, io per quel che posso lo aiuterò in salita, anche se non sono uno scalatore puro e i miei 68 kg si sentono su Mortirolo e Stelvio. Con la mia condizione terrò forse i primi 30 corridori, ma tenterò tutti i giorni la fuga fino all’arrivo».
Cosa è cambiato rispetto agli anni scorsi?
«Negli ultimi anni ho cambiato preparatore e mentalità e credo di più nei miei mezzi, gli ultimi anni sono stati difficili, mi sono accontentato di fare ciò che mi riesce meglio dunque gregario e fughe. Ma dopo questi lavori duri non ero fresco a fine corsa per raccogliere risultati. Non ho vinto al Giro pur avendo sfiorato e desiderato per lungo tempo un successo. Ora mi sento meglio rispetto al 2016, tengo di più sulle corse più dure. Ho una condizione spettacolare. L’incidente alla Tirreno mi è quasi servito per rallentare un po’ e arrivare ora con una migliore condizione. Al Giro ho nel mirino 4-5 tappe, compresa quella vicino a casa mia, cercherò di non fallire l'obiettivo».
Andrai in Belgio ora?
«Avrei avuto piacere di andare alla Liegi, ma purtroppo c’è già là una squadra preparata e consolidatasi durante Amstel e Freccia, l’unico a unirsi sarà Pozzovivo».
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