Angelo Zomegnan e quello «svarione» di Evans

| 12/12/2008 | 15:45
Angelo Zomegnan, il responsabile dell’organizzazione: “Il progetto per portare Evans al Giro sbocciò nel 2007. Le strategie di avvicinamento all’evento e della comunicazione della partecipazione dell’atleta sono sempre state condivise e concordate con i massimi dirigenti di Silence-Lotto. Se verrà, Evans sarà comunque il benvenuto” La rassegna stampa odierna ha “regalato” la sgradevole sorpresa di una dichiarazione di Cadel Evans che – secondo un sito Internet – non avrebbe intenzione di disputare il Giro d’Italia del Centenario e accuserebbe gli organizzatori dell’evento di “fare pubblicità alla corsa attraverso il suo nome”. “E’ davvero spiacevole leggere certe dichiarazioni attribuite a Cadel Evans – ha replicato Angelo Zomegnan, direttore del Giro d’Italia -. Pur non essendo mia intenzione accendere alcuna polemica sull’argomento, qualche puntualizzazione è però doverosa. L’invito ad Evans a disputare il Giro del 2009 venne inoltrato ai suoi dirigenti già nell’inverno del 2007, quando si inaugurò un percorso condiviso da RCS Sport e Silence-Lotto, allora Predictor, ciascuno nel rispetto del proprio ruolo. A mio sapere, il progetto Giro 2009 è stato successivamente affrontato dai team manager Marc Sergeant e Roberto Damiani con Evans stesso e, a seguito del positivo riscontro di tutte le parti sull’ipotesi di correre in Italia l’anno prossimo, con i dirigenti di Silence-Lotto si è concordato di divulgare la notizia il 10 dicembre 2008, come è puntualmente avvenuto”. Zomegnan conclude: “Al pari mio, e a seguito dei colloqui telefonici avuti nella mattinata di oggi, Sergeant e Damiani si dicono sorpresi della presa di posizione del corridore, che ci auguriamo estemporanea visto che già gli sono stati forniti i suggerimenti sulla preparazione da effettuare tra il Giro e il Tour del 2009: una settimana di assoluto riposo, stage in quota su Alpi, sopralluogo sui Pirenei… etc. Al di là di questo, pur nella volontà di tenere aperto un rapporto che ci auguriamo alla fine di reciproca soddisfazione, non posso comunque esimermi dal sottolineare come per il Giro sia inaccettabile l’accusa di malafede perché non ne esistono i presupposti e perché il Giro mai ha avuto necessità in cento anni di sfruttare il nome di Evans per farsi della pubblicità e neppure ne ha al presente. Se Evans vorrà essere dei nostri, sarà comunque il benvenuto”.
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