John Fahey: «Mezzo mondo non segue le regole»

| 11/10/2008 | 10:25
«Abbiamo difficoltà a trovare gli atleti di Pechino 2008 per sottoporli a nuovi test e i paesi di appartenenza non ci aiutano a localizzarli». Questo l’allarme del presidente della Wada, John Fahey (foto). Sarebbero 102 (su 205 nazioni) le nazioni che finora non hanno collaborato. Secondo una relazione di un pool di osservatori indipendenti della Wada, l'agenzia mondiale antidoping, 102 delle 205 nazioni rappresentate alle Olimpiadi di Pechino durante la kermesse a cinque cerchi dello scorso agosto non hanno comunicato gli spostamenti dei propri atleti agli organizzatori dei Giochi e alle autorità preposte ai controlli a sorpresa. Le 102 nazioni che non hanno seguito i regolamenti non hanno subito alcuna reprimenda nel corso dei Giochi, ma riceveranno una notifica scritta circa il mancato rispetto della normativa sui cosiddetti 'whereabaouts'. Nonostante una singola violazione di questo aspetto del codice antidoping non configuri una vera e propria violazione del regolamento Wada-Cio, gli autori della relazione hanno definito "allarmante" il numero delle nazioni che hanno dato vita a questa negligenza di massa. Nel rapporto si sottolinea con soddisfazione l'aumento dei test durante le Olimpiadi, 4.770 di cui 969 ematici, 817 mirati all'Epo e 471 sull'ormone umano della crescita. "L'antidoping è stata indebolita dalla quantità di informazioni mancanti sugli spostamenti degli atleti", recita la relazione, in cui gli osservatori della Wada hanno domandato "una migliore comunicazione sia per i controlli precedenti i Giochi che per i test previsti nel corso delle Olimpiadi". Nel rapporto su Pechino 2008 si sottolineano inoltre con soddisfazione le positività della ciclista spagnola Maria Moreno e dell'ostacolista greca Fani Halkia, considerate un successo poiché appurate attraverso test specifici al di fuori del contesto di gara. La relazione di 50 pagine, consegnata nei giorni in cui il Comitato Olimpico Internazionale ha avviato nuovi controlli sui campioni dei Giochi per la ricerca di eventuali tracce di Cera (Epo di terza generazione), si conclude con un fitto elenco di raccomandazioni ai vertici dell'agenzia antidoping mondiale, che ha sede a Montreal, in Canada. I responsabili dello studio hanno chiesto test per l'Epo a tutti gli atleti, e non ai soli medagliati, in discipline considerate a rischio (tra queste è menzionato il ciclismo), oltre ad una maggiore attenzione nei test sull'ormone della crescita. In aggiunta è stato consigliato di modificare i moduli che gli atleti firmano quando si sottopongono ai test antidoping: gli osservatori della Wada hanno chiesto di cancellare l'elenco delle sostanze prese di mira da ogni singolo controllo, al fine di dare l'impressione che ogni campione possa subire controlli di ogni tipo. Infine è stato domandato alla Wada di indagare in maniera aggressiva sul ruolo dei coach e degli staff medici in occasione di vicende di doping.
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COMMENTI
occasione
11 ottobre 2008 15:14 vampiro
ecco quelle 102 nazioni che nn comunicano con la wada a londra 2012 nn saranno invitate
semplice,,,,,,,,,,,,,

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