Forconi e la Fondazione smentiscono le accuse di Fanini
| 23/09/2008 | 19:01 In merito all’intervista ad Ivano Fanini, pubblicata oggi sulle pagine de La Stampa, a firma Paolo Ziliani, nella quale il presidente dell’Amore & Vita-McDonald’s ha affermato che il suo ex corridore, Riccardo Forconi, il giorno dopo la di questi sospensione per ematocrito alto al Giro d’Italia ’98, gli parlò di uno scambio di provette fra la sua e quella di Pantani, Tonina Belletti, madre del Pirata e presidente della scrivente Fondazione, preso atto dell’articolo, ha immediatamente telefonato all’ex gregario del figlio, per sapere se quanto asserito dal Fanini rispondesse al vero. Nel colloquio che ne è seguito, Forconi, dopo aver premesso che le stava per ribadire quanto era già stato esternato, poco prima, al giornalista Luca Gialanella della Gazzetta dello Sport, ha fermamente negato le affermazioni di Fanini e precisamente:
- che non c’è mai stato uno scambio di provette;
- che il giorno dopo la sua sospensione non ci fu nessun colloquio col presidente dell’omonimo team, ed è in grado di provarlo in qualsiasi momento;
- che il suo stipendio, come del resto può essere visionabile da qualsiasi incaricato di pubblico ufficio, è sempre stato ben superiore alla cifra indicata dal Fanini, proprio perché, a differenza di quanto giudicato dal suo ex presidente, egli era considerato dai dirigenti e dal corpo tecnico della Mercatone Uno, come un gregario di grande qualità;
- che la sua casa non è altro che una eredità della madre, ristrutturata in parte coi guadagni dimostrabili ed alla luce del sole che, fortunatamente, la sua carriera gli ha concesso e che trova in simili situazioni tantissimi italiani;
- che il suo rapporto con Martinelli, è uguale a quello di diversi altri operatori di squadre dilettantistiche e si limita a forniture di materiali.
Da quanto ne è uscito e, presumibilmente ne uscirà su altre testate, il signor Ivano Fanini si conferma un accusatore generico, senza prove dimostrabili, spesso smentito e, tanto meno avvallato, visto ciò che asserisce circa il passaggio dal doping alla cocaina, dalla comunità scientifica nel suo complesso e da quella stessa statistica che, giustamente, qualcuno inserisce fra le scienze.
Nota: prendiamo atto dell’ennesima smentita, ma ormai non basta più. Occorrerebbe che chi viene chiamato in causa da Fanini non si limiti a smentirlo ma abbia la forza di denunciarlo per calunnie e portarlo in tribunale. Se nessuno lo fa, il buon Ivano Fanini avrà gioco facile nel continuare il suo gioco al massacro.
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