Arriba España; vent'anni fa, Delgado...

| 24/07/2008 | 09:34
Si potrebbe, provocatoriamente, cominciare anche così, col saggio rispetto per un altro spagnolo, Sastre, al comando di un Tour, 20 anni dopo. «Cercasi farmaco selettivo per ricordare (e dimenticare subito dopo) il passato del ciclismo». Poniamo: 24 luglio 1988, Pedro Delgado, team Reynolds, Tour de France, Luis Puig, Xavier Solana... Non è un enigma, nè un quesito con la Susi, è solo il retaggio (forse indisponente) del liberismo iberico applicato, prima di Heras e Fuentes, Contador, Valverde e Sastre, al ciclismo. Pedro Delgado, un corridore spagnolo, avrebbe infatti vinto il Tour del 1988 con la più clamorosa esaltazione del concetto del vizio di forma. Positivo al Probenecid, un diuretico, sì, in quel Tour: ma assolto! Scagionato, Delgado, al redde rationem legale dei fatti e di una storia molto più sconcertante della autodenuncia a posteriori di Bjarne Rjis '96, perchè tale farmaco INUTILE AI FINI ATLETICI, ed inserito nella lista antidoping del Cio come “sostanza mascherante”, non era ancora riconosciuto come tale dall' UCI. Tutti raggianti e contenti, allora, al di là dei Pirenei, dal Presidente della Federciclismo Puig al Sottosegretario allo Sport Solana, oggi potente esponente della politica spagnola in campo internazionale. Senza che nè l'uno nè l'altro si siano mai sentiti in dovere, da referenti di pubbliche istituzioni quali erano, di chiedersi - e spiegare - a cosa mai potesse servire un diuretico per un ciclista in gara al Tour de France. Come se in bici, a luglio, non si sudasse già abbastanza... Gian Paolo Porreca
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