ADAMS CHIARISCE: «NON CORREREMO MAI SENZA ISRAELE SULLA MAGLIA»

NEWS | 05/09/2025 | 12:36
di Bibi Ajraghi

Israel sì, Israel no. Quale sarà la denominazione della formazione di Sylvan Adams nella prossima stagione? I rumors indicavano che sulle maglie potesse rimanere solo Premier Tech ma a chiarire tutto ci ha pensato in prima persona l’uomo d’affari di origini canadesi che, in una intervista concessa alla stampa israeliana e ripresa anche da l’Equipe, ha dichiarato: «Non correremo mai senza il nome Israele».


Adams è tornato anche sulla questione dei disordini alla Vuelta e ha riaffermato la volontà che la squadra non lasci la corsa spagnola: «Se ci arrendiamo, non sarà solo la fine della nostra squadra, ma di tutte le altre. Domani manifesteranno contro le squadre del Bahrain, degli Emirati Arabi Uniti e dell'Astana. I boicottaggi sono infiniti».


IN AGGIORNAMENTO


Copyright © TBW
COMMENTI
Meglio tacere a volte
5 settembre 2025 15:37 PACORIDER
Giustamente. Gazprom non contava nulla. Loro sì. Ormai basta passare per la Svizzera e pagare il ... Bollino ed è tutto a posto.

PACORIDER
5 settembre 2025 17:40 Albertone
quoto in tutto il tuo commento ! Per i russi, nessuno fece nulla....anzi

Una marea di stupidaggini
5 settembre 2025 17:45 Alfredo.Alcaldo
Se in un futuro EAU, Bahrain e Kazakistan perpetreranno un genocidio verso una popolazione che vive nei confini statali, le proteste non mancheranno, ne sono certo. Per adesso Israele sta commettendo un genocidio ed è giusto che ci siano aspre proteste nei confronti di tutto quello che è collegato al suo nome.

Infatti.
5 settembre 2025 18:20 Bicio2702
È l'UCI che vi dovrebbe cavare dalle corse, come fatto con la Gazprom

parole senza senso. Viva la Pace....amore e vita!
5 settembre 2025 19:50 roger
Quello che afferma Sylvan Adams è privo di qualsiasi logica.
Dire che, se il team Israel fosse fermato, sarebbe “la fine di tutte le altre squadre” non ha alcun senso. In Bahrein o negli Emirati non risulta ci siano guerre in corso, genocidi o sterminio di civili. Diverso è stato il caso della Russia, che con Putin ha invaso l’Ucraina e continua tuttora a perpetrare violenze: l’UCI infatti ha fatto bene a sospendere la Gazprom e tutte le formazioni legate a Russia e Bielorussia.
Oggi la realtà è che Netanyahu sta portando avanti lo stesso scenario di distruzione e morte, e in questo contesto la squadra Israel non può continuare a correre con quel nome sulle maglie. O viene rimosso il riferimento a Israel, oppure è giusto che la formazione venga fermata dall’UCI. In caso contrario, non ci si può stupire se i manifestanti continueranno a farsi sentire in ogni corsa. Certo, le proteste nello sport non sono mai la strada ideale, anche perché i corridori e lo staff non hanno colpe, ma è altrettanto vero che non si può far finta di niente: il rischio per la sicurezza degli atleti, anche delle altre squadre, diventa reale e inaccettabile. Il principio dovrebbe essere chiaro: gli Stati coinvolti in conflitti armati devono restare fuori dallo sport, o partecipare senza bandiera e senza nome, come già avvenuto per i russi.
L’unica vera proposta di buon senso è stata quella di Fanini: sostituire il nome Israel sulle maglie con il messaggio di pace “AMORE E VITA”, creato insieme a Giovanni Paolo II, accanto a Premier Tech. Un simbolo universale e positivo, al posto di un marchio politico oggi del tutto inaccettabile.
Adams, invece, continua a ostinarsi: probabilmente perché troppo legato a interessi che non conosciamo, o perché, nei fatti, non è realmente contro la guerra. E così facendo infanga l’immagine stessa della sua squadra.
Perché siamo certi che, se potessero esprimersi liberamente, staff e corridori sceglierebbero di non portare il nome di una nazione responsabile di una catastrofe umanitaria che ogni giorno miete nuove vittime innocenti. Mi aspetterei dall’UCI una presa di posizione ferma, perché sarebbe l’unica cosa giusta. Ma temo che, come spesso accade, i milioni israeliani che scorrono copiosi finiranno per pesare più della giustizia e dello sport.
La storia ci ha già insegnato qualcosa con il caso Armstrong e Verbrugghen.......
Se Adams volesse davvero dimostrare di essere davvero un“grande” e non solo un miliardario in cerca di visibilità, dovrebbe usare i suoi milioni NON per difendere un nome (indifendibile), ma per fermare la guerra.
E soprattutto raccogliere l’idea "pro bono" di Iavo Fanini, che resta la sola via per restituire un minimo di dignità oggi al nome della sua squadra.

la realtà
5 settembre 2025 20:28 PIZZACICLISTA
Se UCI non fa nulla ci saranno grossi problemi per svolgere gare. loro non tolgono dalla maglia la stella bene devono essere radiati dal ciclismo UCI.

@roger
5 settembre 2025 21:22 Alfredo.Alcaldo
Purtroppo il signor Adams è molto vicino al governo israeliano e a Netanyahu, per questo non proferisce mezza parola sul genocidio in corso. Anzi, nel 2024 ha donato ben 100 milioni di dollari per ricostruire le città distrutte dagli attacchi di Hamas del 7 ottobre. Quindi...

Hai dimenticato i tuoi dati, clicca qui.
Se non sei registrato clicca qui.
TBRADIO

00:00
00:00
Tanta Olanda e nel mezzo una bravissima Sara Casasola che nella sfida europea di Ciclocross per donne elite porta a casa un quarto posto che sta stretto alla friulana. Titolo a Inge Van Der Heijden, classe 1999 olandese di Schaijk...


Per il secondo anno di fila Mattia Agostinacchio è campione europeo di Ciclocross. Nella sua prima stagione con gli under 23 il valdostano della EF Education EasyPost, che nel 2024 aveva conquistato il titolo tra gli juniores a Pontevedra poi...


Non veloce, ma puntuale. Non ha sprintato e nemmeno sgommato, ci mancherebbe, ma la sua Marta Adriano l’ha condotta sul soglio della chiesa San Pietro e Paolo Apostoli di Vailate in provincia di Cremona - dove la famiglia Baffi vive...


Barbora Bukovska, 17 anni compiuti domenica scorsa originaria di Ostrava nella regione di Moravia-Slesia in Repubblica Ceca, è la nuova campionessa Europea donne juniores di Ciclocross. Ha comquistato il titolo a Middelkerke, in Belgio, dove stamane si è aperta la...


Ultimi scampoli di vacanza per Wout Van Aert che è in California con i compagni di squadra della Visma Lease a Bike e sta andando alla scoperta di altri sport. Certo, la bicicletta è sempre al centro dei suoi pensieri...


Sono state 15 le corse a tappe World Tour disputate nel 2025, dal Tour Down Under di gennaio al Tour of Guangxi terminato lo scorso 19 ottobre. Tadej Pogacar e Joao Almeida sono stati i migliori con tre successi a...


Dopo il successo della prima edizione del De Rosa Day 2024, torna un evento che celebra la passione, la famiglia e quel cuore che batte da settantadue anni. Il 21 e 22 novembre, le porte del HeartQuarter di Cusano Milanino si riapriranno per...


«Gaza è come il ciclismo: c’è sempre necessità di una squadra che ti circondi nei momenti difficili, è questo elemento che ho incontrato fin dal primo contatto con la realtà dei territori che non conoscevo. Le due ruote confermano la...


Il ciclismo è uno sport che continua ad affascinare e a richiamare gente, che scende numerosa sulle strade per veder passare i corridori. Considerando il gran numero di persone che si accalca sulle salite simbolo di questo sport, c’è chi...


Chamois Butt’r,  marchio distribuito in Italia da Ciclo Promo Components, ha una linea di creme per fondello per migliorare il comfort in sella. Tra le varie proposte troviamo anche ULTRA, un prodotto ideato per chi pratica endurance ed in generale per tutti quei ciclisti...


TBRADIO

-

00:00
00:00





DIGITAL EDITION
Prima Pagina Edizioni s.r.l. - Via Inama 7 - 20133 Milano - P.I. 11980460155




Editoriale Rapporti & Relazioni Gatti & Misfatti I Dubbi Scripta Manent Fisco così per Sport L'Ora del Pasto Le Storie del Figio ZEROSBATTI Capitani Coraggiosi La Vuelta 2024