Fanini: l'Uci cancelli le squadre coinvolte in queste positività
| 17/07/2008 | 19:43 «Avrei voluto continuare a stare zitto, come ho fatto ultimamente per non crearmi ulteriori problemi con la squadra, ma con il caso Riccò non posso fare a meno di ritornare sulla questione doping. Dai fatti dello Zoncolan al Giro 2007, avevo pronosticato da tempo i miei dubbi sulla correttezza sportiva di Riccardo Riccò e anche di chi lo circonda ultimamente - esclama Ivano Fanini e continua - queste perplessità le avevo già da quando stravinceva da dilettante in Toscana. E' grande e significativa la nuova organizzazione del Tour e le istituzioni francesi per la lotta al doping. Se avessero fatto lo stesso anche gli organizzatori del Giro invece della solita farsa, se ne sarebbero viste delle belle. Proprio Riccò, come ha riportato la stampa, al Giro ha dichiarato che ai controlli non hanno cercato il pelo nell'uovo. Se ci fermiamo solo qualche minuto a pensare che quasi tutti i campioni che i giovani prendono ad esempio, hanno tutti sulle spalle problemi di doping a loro carico, e si continua ad andare avanti ad accettare giustificazioni infondate come nulla fosse, cosa vogliamo sperare da questo ciclismo?»
«I manager delle squadre che hanno atleti dopati fanno finta di essere sconcertati e sbigottiti e si affrettano a licenziarli con relativo risarcimento danni per lesioni alla propria immagine, come se fosse pulita. Questi dovrebbero chiudere con il ciclismo invece di fermare la squadra temporaneamente per contestazione».
«E allora l'UCI deve letteralmente cancellare dal professionismo tutte le squadre che si trovano coinvolte in casi come questi altrimenti non usciremo mai da questa situazione, anche se ciò significherà che l'intero mondo professionistico dovrà fermarsi per un pò, vista la grave diffusione degli atleti dopati in tutte le squadre professionistiche. Anche la stampa e le tv di tutto il mondo dovrebbero dare il buon esempio, snobbando tutti gli eventi non appena viene fuori un caso di doping.
«Non per fare le vittime ma a pagare in questo ciclismo siamo proprio noi che facciamo della guerra al doping la nostra bandiera: siamo esclusi da molte corse dove abbiamo sempre partecipato come Larciano, Peccioli e comunque in generale sul territorio italiano dobbiamo raccomandarci per essere invitati e spesso pagarci quasi tutte le spese per andare alle gare.
«Al Tour non è ancora finita perchè a breve scoppieranno altri di episodi simili e forse Ballerini sarà costretto a rivedere i membri della prossima nazionale olimpica. Io porterei quelli che hanno le analisi del sangue con valori più naturali e senza aver depositato nessun certificato all'UCI. Questo sarebbe già un buon passo avanti».
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