IL CASO. YANINA KUSKOVA E QUEL BIGLIETTO AEREO CHE NASCONDE TANTE STORIE INCREDIBILI (E INACCETTABILI)

DONNE | 20/09/2024 | 12:31
di Giorgia Monguzzi

In questa grande stagione del ciclismo femminile abbiamo applaudito le grandi come Demi Vollering e Lotte Kopecky e la nostra instancabile Elisa Longo Borghini, ma dietro alle campionesse c’è una vicenda che ha caratterizzato tutta l’annata in rosa del pedale. Il caso ha un nome ed è quello del Tashkent City Women Professional Cycling Team, squadra nata tre anni fa e finanziata dal direttamente dal governo uzbeko con lo scopo di portare gli atleti di quella nazione fino al sogno olimpico facendoli crescere e competere tra i grandi. Un progetto dal significato enorme sia sportivo che umano che però si è trovato di fronte ad una tremenda realtà dei fatti: non essere all’altezza.


Il team Tashkent City al femminile ha partecipato a tutte le maggiori competizioni mondiali dal Giro d’Italia al Tour de France strappando tutti i preziosi inviti, il problema è che già dopo una giornata le sue atlete hanno alzato bandiera bianca. Al Tour de Suisse abbiamo assistito in prima persona alle difficoltà di una squadra inadatta a gestire anche solo quattro giorni di gara e che si è ritirata completamente dalla competizione. Alla Grande Boucle e alla corsa rosa rischiava di esserci la medesima conclusione, ma in entrambi i casi a salvare letteralmente la situazione ci ha pensato Yanina Kuskova, unica superstite della spedizione. Ventidue anni, atleta completa, è la campionessa nazionale in carica; se ad inizio stagione il volto della squadra era l’esperta Olga Zabelinskaya, Yanina si è ritrovata a portare sulle spalle la responsabilità di salvare la formazione dall’ennesimo ritiro. Al Giro ha resistito sul Blockhaus e al Tour de France ha combattuto sull’Alpe d’Huez e nel mezzo ha coronato il sogno di portare a termine la prova olimpica.


Il caso Tashkent City ha generato non poche polemiche soprattutto all’estero dove la squadra è stata accusata di aver letteralmente rubato il posto ad altre formazioni, ma in realtà ha avuto tutto il diritto di prendervi parte. Il team uzbeko infatti si è guadagnato l’invito a partecipare a tutte le corse tappe perché formazione Continental con più punti nella stagione 2023. E qui arriva il paradosso perché i punti sono stati legittimamente guadagnanti in competizioni del calendario asiatico che sono di livello molto inferiore e così la squadra ha il diritto di partecipare ad un Giro e ad una Grande Boucle ma non è in grado di farlo. Una volta raggiunto il traguardo olimpico con due atlete il team ha iniziato a perdere i pezzi e dopo il Tour de France è letteralmente scomparso dalla circolazione fino all’ennesimo caso eclatante.

La protagonista della vicenda Yanina Kuskova che ha affidato ai social tutta la sua amarezza dichiarando la volontà di essere al via dei campionati del mondo, ma di essere impossibilitata a prendervi parte. Dopo il Tour de France il Team Tashkent City si è sfaldato, ma Yanina ha comunque continuato ad allenarsi con la promessa da parte del governo di finanziare il suo viaggio verso Zurigo, un sogno gigantesco fino alla beffa. Come da accordi il biglietto del volo è stato acquistato, ma la ventiduenne dovrebbe partire la mattina del 27 settembre per atterrare a Zurigo alle 14.05, nemmeno 24 ore prima della gara. La prova in linea femminile scatterà sabato 28 alle 12.45 e considerando un viaggio lungo con tanto di scalo per Yanina è impossibile essere al via con energie sufficienti almeno a finire la gara.

«Il governo mi ha comprato un biglietto con cui arrivo a Zurigo meno di 24 ore prima della gara e sarò stanchissima. Ho fatto presente la situazione e che non sarei andata in quel caso ma a nessuno è importato – ha scritto Yanina sui social – mi dispiace che in Uzbekistan non capiscano il valore del ciclismo e degli atleti, è una vergogna. La nostra squadra è esistita per tre anni, è stato bello, ma ora è finita».

E leggendo queste parole non possiamo che essere colti da tanta amarezza e dalla convinzione che ci sia ancora molto da cambiare.

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