LA VUELTA 2024. SI RIPARTE CON UNA TAPPA DA FUGHE, INTANTO IL COVID...

VUELTA | 27/08/2024 | 08:15
di Claudio Ghisalberti

Il Covid, virus che colpisce i corridori solo in corsa e mai quando sono a casa, torna a mettere in agitazione il gruppo. L’altro giorno Primoz Roglic si è presentato alla partenza che tra mascherina, casco e occhiali sembrava The Mask. Ieri, invece, Enric Mas aveva appuntamento con due giornalisti spagnoli per un’intervista di persona ma ha preferito puntare su una videochiamata. Non si sa mai. Eppure il ciclismo non vive lo stesso in una camera sterile. Corridori e staff frequentano hotel dove ci sono mille altre persone, ricevono visite da manager, amici, famigliari, cani, gatti e canarini…


All’arrivo e alla partenza sono ancora in mezzo a una moltitudine di persone, in corsa si sudano, si alitano e si smoccolano addosso uno con l’altro. Però le interviste… eh quelle si che sono pericolose. Colpa dei giornalisti se prendono il virus. E neanche fossimo qui in mille, in realtà una quindicina tra tutti, e neanche assatanati di raccogliere dichiarazioni il più delle volte banali. Bisogna avere rispetto. Stare lontano per non contagiare anche se - davvero - stiamo benissimo. Ci vuole anche rispetto e non scattare una foto a un corridore sfinito al traguardo, a chi si cambia per strada come nelle corse di paese i cicloamatori, a chi ha perso quindi è arrabbiato… Niente. Gli uffici stampa non vogliono e i diesse mostrano il grugno e si ergono a fieri difensori dei loro “poveri” ragazzi. 


per seguire il racconto in diretta dell'intera tappa a partire dalle 13.30 CLICCA QUI

Comunque, rischi Covid o meno, oggi la Vuelta riparte con la 10a tappa, Ponteareas-Baiona di 160 km. Si parte da questa cittadina conosciuta per le sue spiagge sul fiume Tea. Ponteareas è la città natale di tre grandi corridori spagnoli: Delio Rodríguez, vincitore della Vuelta 1945 e detentore del record di vittorie di tappa, 39; suo fratello Emilio Rodríguez, re della vuelta 1950  e leader della montagna in tre edizioni (1946, 1947, 1950); Álvaro Pino, conquistatore della Vuelta nel 1986. Arrivo nella città dove il 1° marzo 1493 Cristoforo Colombo attraccò di ritorno dall’America, il nuovo mondo. Una tappa che dal profilo altimetrico sembra molto complicata da gestire.

I corridori, infatti,  dovranno affrontare un gpm di 2a categoria in partenza (Alto de Fonfria), un lungo tratto intermedio e il finale con tre gpm in sequenza: di 3a, 2a e 1a cat (Alto de Mougas). Non si sale mai tanto in alto, ma non c’ nemmeno un metro di pianura. Tappa davvero complicata, con oltre 3.000 metri di dislivello, perfetta per gli avventurieri da fuga. Che tra gli altri anche Zana, Frigo e De Marchi abbiano in testa qualcosa?

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COMMENTI
Il secondo paragrafo
27 agosto 2024 10:13 carloprimavera
fa stridere i denti: il giornalista dovrebbe raccontare l'evento e non parlare di sé e del proprio ambiente, queste polemiche vanno bene sui social personali a mio parere, ma magari agli altri lettori piacciono. Cordialità

Giornalisti
27 agosto 2024 10:21 Aler55
Cari giornalisti, se voi siete i primi a urlare "al covid al covid" come se fosse ancora chissà quale problema, non potete poi lamentarvi se anche voi venite trattati come degli untori da cui stare alla larga. Il covid è una influenza ormai, trattatela come tale coi per primi.

Attesa
27 agosto 2024 10:45 Bullet
Abbiamo in corsa lo scalatore italiano più forte per le tappe da fuga...nessuno ne parla, non due parole per sapere come sta, pare che neanche ci sia, perché i giornalisti come si legge sono impegnati in altro, però c'è e se è ancora in corsa mi aspetto che le sue tappe debbano ancora arrivare.

Bullet
27 agosto 2024 12:17 Buzz66
Onestamente? Non ha fatto nulla, ma proprio nulla per fare in modo che si parlasse di lui…

@Aler55
27 agosto 2024 12:29 Frank46
I ciclisti stanno bene attenti anche a non beccarsi un influenza durante un GT.
Condivido quello che dici però nel caso specifico sebbene ho capito che ce l' hai più che altro con l' atteggiamento dei giornalisti ti dico provaci te a correre 170km al giorno tra salite al 20%, caldo torrido e ritmi alti con un po' di febbre o altri problemi.

Dipende quello che si fa, non lavorano in ufficio.

In gara sono tutti appiccicati ma non possono fare altrimenti e comunque stanno all' aperto e tra gente che sta utilizzando precauzioni di tutti i tipi per non beccarsi il virus.
Dormono in stanze separate, quando vedranno qualche amico o parente esterno magari prima vorranno sapere l' esito di un tampone ecc ecc.

Stanno attenti pure all' aria condizionata e qui li si fa partire da un supermercato per poi ritrovarsi un secondo dopo a 40°.

Ma certi giornalisti ridicolizzano subito il problema e dicono che nei bus hanno l' aria condizionata a palla.

Nei bus avranno l' aria condizionata o più probabilmente il deumidificatore settato nel modo che più gli fa comodo.

I capitani dei GT per una qualsiasi scemenza possono dire addio ai sogni di gloria e a mesi di lavoro e quindi devono mostrare massima attenzione anche gli altri compagni di squadra e chi lavora a stretto contatto con loro.

Ma che l'hanno da lamentarsi sti giornalisti che campano di luce riflessa e sputano sempre dal piatto dove mangiano.
Non sanno minimamente che cosa sia il rispetto verso i corridori e lo hanno dimostrato in tante situazioni e l'hanno pure il coraggio di lamentarsi di come si comportano i corridori.

Ps
27 agosto 2024 12:31 Frank46
C'hanno... Mi correggeva sempre in automatico

@buzz66
27 agosto 2024 12:43 Bullet
Scusa ma il giornalista, soprattutto se di settore, dovrebbe andare a parlare col miglior italiano al Tour e maglia a pois 2023, se no a cosa serve un giornalista sul posto se si parla di un corridore solo quando vince, quello possono farlo tutti. I giornalisti francesi al Tour dopo ogni arrivo andavano a intervistare tutti i loro corridori ancora sulla strada, basta vedere le interviste del dopo tappa, ma si vede che noi non siamo più abituati e neanche ci chiediamo di che fine abbia fatto chi lo davano sul podio se avesse partecipato al Giro.

Ciccone doveva stare a casa
27 agosto 2024 15:03 pickett
Al Tour l'ho difeso e l'ho apprezzato.Non doveva andare alla Vuelta a fare il fantasma,il calendario propone tante altre corse meno impegnative;é chiaro che così svaluta anche le sue buonissime prestazioni in Francia.Non riesco proprio a spiegarmi le strategie di certi corridori.

Ciccone
27 agosto 2024 15:31 fransoli
concordo con pickett, doveva fare altro o starsene a casa, anche se non credo proprio che sia un corridore a scegliere le strategie, ma il team manager... se non è andato in fuga neanche oggi penso che difficilmente lo vedremo protagonista nelle prossime tappe, anche se spero viviamente che mi smentisca

@Picket
27 agosto 2024 15:35 Frank46
I corridori non decidono niente. Il problema è chi gestisce le squadre. Ciccone ha finito il Tour 11° su 11 che hanno tentato di fare classifica perdendo il confronto con Buitrago e finendo in calando.
Dubito che se avesse fatto qualcosa del genere al Giro ci sarebbe stata gente a lodarlo.
Ma il problema anche al Tour non era stato lui.
Il problema è sempre chi lo gestisce perché quest' anno al Tour aveva una buona gamba e doveva subito uscire di classifica per tentare successi di tappa e classifica del miglior scalatore.
Lo scorso anno aveva una pessima gara ma vinse comunque la classifica del miglior scalatore contro nessuno nonostante nell' ultima settimana non riusciva neanche ad entrare in fuga e terminava nel gruppo dei velocisti.
Figuriamoci cosa poteva fare quest' anno con una buona gamba. Carapaz ha iniziato ad ingranare dopo metà Tour, quindi non sarebbe stato impossibile prendersi il suo spazio.

Lo dissi appena saputo che andava alla Vuelta che non aveva molto senso fargli fare 2GT consecutivi e che rischiavano di rovinargli il finale di stagione dove sarebbe stato il nostro migliore corridore per il Mondiale e avrebbe potuto fare bene al Lombardia con la Lidl.

Spero che abbia fatto un po' di riposo attivo e che rientrerà in condizione per l' ultima settimana di Vuelta ma il dubbio che ho è che lo stanno semplicemente sovraccaricando senza un minimo ritegno.

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