VUELTA. EVENEPOEL: «OUMI E KLAAS MI HANNO CONVINTO A CONTINUARE, ORA VOGLIO UN'ALTRA TAPPA E...»

VUELTA | 10/09/2023 | 08:16
di Francesca Monzone

Remco Evenepoel, nelle ultime 24 ore dai Pirenei è passato direttamente alle montagne russe dell’inferno e quelle lacrime di dolore dopo il Tourmalet si sono trasformate in lacrime di liberazione dopo l’arrivo sul Larra Belangua.


Venerdì sera Remco aveva parlato con la moglie nell'albergo di Lourdes e dopo una cena veloce aveva lasciato la squadra scusandosi. Per lui ci sarebbe stata una notte insonne, perseguitato da quella sconfitta che in Belgio aveva fatto suonare le campane a morto, perché non bisogna dimenticare che Evenepoel è nato in un Paese dove il ciclismo è legge.


«A cena avevo detto ai ragazzi semplicemente: Scusate, scusate. E sono andato nella mia stanza, dove ho pianto molto. Avevo molti pensieri negativi e ho passato dei momenti molto difficili e non sapevo come dovevo andare avanti».

Remco il suo dolore lo ha confidato alla moglie e al tecnico della squadra Klaas Lodewyck, che hanno convinto il giovane a non lasciare la corsa e ad andare avanti per tutti quelli che avevano lavorato con lui.  

«Ho parlato con mia moglie e poi con Klaas e mi hanno fatto passare il primo momento difficile, ma ho trascorso una notte terribile. Ho dormito per un'ora e poi mi sono svegliato, mi sono addormentato di nuovo e un'ora dopo ero sveglio. In più sono stato svegliato molto presto dal controllo antidoping. Poi ho dormito un po' sull'autobus». Remco ha pensato tutta la notte e ancora il giorno dopo a cosa è successo sull’Aubisque, ma non è riuscito a trovare una giustificazione a quella crisi che lo ha portato a tagliare il traguardo con 27 minuti di ritardo dal vincitore. «Non so davvero cosa sia successo sull'Aubisque, sudavo tantissimo e forse il mio corpo è andato in blocco, ma non ho una spiegazione. È difficile esprimere a parole quello che mi è successo all'Aubisque, ma il motivo lo cercheremo dopo la Vuelta».

Evenepoel nella quattordicesima tappa non doveva dimostrare niente a nessuno e nella sua squadra nessuno gli aveva chiesto di andare a caccia della vittoria. Tutto è nato dallo stesso corridore, che doveva dimostrare qualcosa a se stesso e ringraziare tutta la squadra per il lavoro fatto.

«Questa per me è una vittoria speciale. Qualche anno fa non avrei potuto affrontare montagne così difficili e questo dimostra che ho fatto grandi progressi. Nella mia testa pensavo solo a correre veloce e vincere». Remco aveva bisogno di ritrovare la forza per andare avanti e l’unico modo possibile per lui era quello di conquistare la tappa. Il belga lo ha fatto con forza e determinazione e adesso vuole arrivare a Madrid con la maglia di miglior scalatore e poi tornare in Italia per vincere il Giro di Lombardia.

«Quello che ho fatto è un po' tipico del mio carattere e adesso voglio vincere un'altra tappa e salire sul podio a Madrid con la maglia del più forte in montagna e questo mi sarà d’aiuto per il Giro di Lombardia. Mia moglie Oumi e Klaas sono stati fondamentali e se sono rimasto è stato tutto merito loro».

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COMMENTI
O tempora, o mores
10 settembre 2023 09:44 Miguelon
Una reazione, quella di Evenepoel da bambino. Figlia anche di un sistema che sovraccarica l'individuo di pressioni indebite: il pubblico, i compagni, la squadra.

Miguelon
10 settembre 2023 10:20 Ale1960
Hai ragione. Fotografia perfetta della pressione a cui sono sottoposti questi ragazzi. Poi, quando c'è n'è uno,che vive la situazione in modo più sereno, viene sommerso dalle critiche dei tanti "tifosi risiconi".

Purtroppo viene dal Calcio
10 settembre 2023 10:40 59LUIGIB
Evenepoel ha maturato le sue esperienze atletiche giovanili nel mondo dorato del Calciocil ciclismo è un'altra cosa è prima di tutto Sport di sacrificio e da giovani si impara che dalle sconfitte si trae linfa per costruire le vittorie ma il campione c'è e con un po' più di umiltà imparerà e saprà conquistare ancora vittorie anche nelle tre settimane ovviamente dovranno aiutarlo a reggere i 23 giorni dei grandi giri atreticamente e soprattutto psicologicamente

concordo
10 settembre 2023 11:46 fransoli
con chi mi ha preceduto quello sul Turmalet con molta probabilità è stato un tracollo psicologico, poi una volta liberatosi dal fardello della vittoria finale a tutti i costi è risorto come d'incanto. I numeri ce li ha, la testa meno, per i GT da rivalutare quando sistemerà questo aspetto, e con i mental coach di oggi non sarò un problema

Crescita e i maestri
10 settembre 2023 11:57 Bullet
Un ragazzo molto difficile da gestire. Gli mancano anni di corse in cui abbia dovuto sudarsela di più prima di arrivare tra i grandi, come potevano essere un paio d'anni da dilettante, e al contempo troppo spinto forse troppo presto da squadra e media. Poi il suo carattere dove fa l'uscita roboante e poi piange fa il resto. In un top team italiano di un tempo avrebbe trovato ancora certi maestri che potevano insegnargli molte cose, compreso la gestione dei tapponi non partendo da favorito correndo anche solo in difesa, ora contano solo i numeri e il ragazzo poi si ritrova solo. E questo vale per tutti i corridori odierni che sembrano molto più delle pedine da muovere per far contenti squadra, sponsor e media che atleti anche giovani a cui trasmettere qualcosa che li faccia crescere in questo sport.

Un aspetto..
10 settembre 2023 16:34 lele
…vorrei sottolineare.
La mia opinione su di lui non è mai cambiata dal giorno che vincendo il Mondiale juniores aveva attraversato il traguardo a piedi con la bici sopra la testa.

Per Bullet
10 settembre 2023 18:22 Frank46
Sono d'accordo che correre più anni tra iunior e under 23 aiuta gli atleti a migliori sia in aspetti tecnici sia in aspetti mentali ma Evenepoel non poteva stare trai dilettanti. Ha fatto un solo anno tra gli iunior e ha vinto tutte le gare tranne una con distacchi imbarazzanti e a volte anche doppiando tutti gli altri corridoi. È andato trai prof e ha iniziato subito a vincere a ripetizione. L'hanno buttato dal nulla in una classica come la classica di San Sebastian e l'ha vinta già alla prima partecipazione. Avrà anche limiti caratteriali e in parte tecnici (discesa, stare in gruppo ecc), ma di certo non poteva rimanere con i dilettanti.

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