IL“SECCO” VOLAVA, MA IL BLOCCO OLIMPICO GLI HA TARPATO LE ALI

STORIA | 11/03/2021 | 07:45
di Franco Bocca

Tra i numerosi corridori che a cavallo degli anni ’60 e ’70 del secolo scorso hanno vestito la gloriosa casacca del Cavallino Rosso un posto di primo piano spetta ad Aurelio Gioda, classe 1950: torinese di nascita, fossanese d’adozione ma astigiano di maglia nei due anni più importanti della sua carriera. Dotato di classe cristallina, forte in salita e sul passo, Gioda aveva tutte le qualità per emergere anche tra i professionisti, se il blocco olimpico non gli avesse tarpato le ali proprio nel momento in cui il “Secco”, come Aurelio veniva chiamato dai compagni di squadra per la sua magrezza, stava spiccando il volo verso un futuro in bicicletta che avrebbe potuto essere davvero luminoso.


Già tra gli Allievi lei andava forte…
«Nel 1968, al secondo anno nella categoria, vinsi tredici corse, tutte per distacco, tra cui il campionato italiano a Faenza. Staccai tutti sul Trebbio e percorsi da solo gli ultimi 40 chilometri, rintuzzando nel finale il tentativo di rimonta di Pietro Algeri, che era partito da solo al mio inseguimento. Altre nove volte ero arrivato secondo, sempre arrivando in due: purtroppo in volata ero proprio negato».


E poi?
«Nel 1969, al debutto tra i dilettanti con il Cavallino Rosso, vinsi sei gare e fui tra i protagonisti del Piccolo Giro di Lombardia. Ero stato a lungo in fuga con Riccomi, poi nel finale ci raggiunsero in due e io naturalmente arrivai 4°. Pochi giorni dopo mi arrivarono due proposte di passare professionista, a neanche 20 anni: dalla Molteni e dalla Cosatto. Ma il C.T. dei dilettanti Rimedio pose il veto inserendomi nella cerchia dei Probabili Olimpici in vista di Monaco ’72».

Non fu l’unica volta che dovette rifiutare un’offerta che avrebbe potuto cambiarle la vita…
«Accadde anche l’anno successivo, dopo la prima edizione del Giro d’Italia dilettanti. Avevo indossato la maglia rosa vincendo la crono inaugurale a Pescara a oltre 50 di media e alla fine ero arrivato 4° in classifica. Quella volta si fece avanti la Faema. Ma ancora una volta dovetti rinunciare, sempre a causa del blocco olimpico. Rimedio mi portò a disputare una “Preolimpica” a Monaco, con Riccomi, Borgognoni e Parecchini, ma l’entusiasmo cominciava a vacillare».

Nei suoi due anni al Cavallino Rosso riuscì a vincere sulle strade astigiane?
«Purtroppo no, avrei forse potuto farcela alla Milano-Asti del 1970. Avevo staccato tutti sulla salita di Crea, poi il direttore sportivo mi disse di attendere il mio compagno di squadra Peruzzo che stava inseguendo da solo. Ho obbedito, e nella volata finale naturalmente sono arrivato secondo».

Come proseguì la sua carriera?
«Al termine del 1970 il Cavallino Rosso sciolse la squadra e passai alla Varese-Ganna, dove ho ottenuto tanti piazzamenti ma nessuna vittoria. Nel 1972 sono approdato al Fiat, ma mi sono ben presto reso conto che non era l’ambiente giusto per me. E così l’anno dopo, a soli 23 anni, ho deciso di smettere, non senza qualche rimpianto per le occasioni che non avevo potuto cogliere. Ma intanto mi ero sposato con Miranda, la mia vittoria più bella, e il ciclismo non era più la priorità della mia vita».

Poi di che cosa si è occupato?
«Ho fatto il rappresentante, il commerciante, il necroforo e infine il messo notificatore qui a Fossano. Con Miranda abbiamo avuto due splendidi figli, Davide (che ha corso in bici ed ha vinto un titolo regionale Allievi, ndr) e Sara. Sono uscito completamente dall’ambiente del ciclismo ma i ricordi di gioventù legati alla bici ci sono ancora tutti. E con il tempo anche il mio carattere introverso si è ammorbidito».

Da La Stampa – edizione di Asti

Copyright © TBW
COMMENTI
Hai dimenticato i tuoi dati, clicca qui.
Se non sei registrato clicca qui.
TBRADIO

00:00
00:00
Juan David Sierra porta l'Italia sul gradino più alto della Corsa a Punti Under 23. L'azzurro della Tudor Pro Cycling U23 conquista la medaglia d'oro nella iconica prova dei Campionati Europei su pista in svolgimenti ad Anadia in Portogallo. Sierra...


Tadej POGACAR. 10 e lode. Il domani non muore mai, e anche oggi Tadej fa quello che ha in serbo di fare: vince. Qui, sul Peyresourde, hanno girato alcune scene dell’episodio numero 18 di 007. E qui parte senza bici da...


Il grande sconfitto di giornata è Remco Evenepoel. Il belga nella cronoscalata di oggi, ha rischiato di perdere il terzo posto in classifica generale e il suo distacco da Pogacar e Vingegaard è ora veramente importante. Il belga ha ammesso...


Altro successo internazionale per Roberto Capello. La promessa astigiana del Team GRENKE Auto Eder, già vincitore a Pieve di Soligo e del titolo tricolore a cronometro, ha conquistato la prima tappa contro il tempo della Medzinárodné dni Cyklistiky (Slovacchia) prova...


Thomas Melotto è di bronzo nella velocità juniores ai campionati europei su pista. Il veronese di Bovolone, 18 anni della Autozai Contri, liquida in finale l'inglese Ioan Hepburn e sale sul podio del prestigioso torneo Continentale che ha visto il...


Lezione numero 2, vittoria di tappa numero 4: Tadej Pogacar domina anche la cronoscalata di Peyragudes, infligge nuovi pesanti distacchi ai suoi avversari e rafforza ulteriormente la sua posizione di re assoluto della Grande Boucle. Lo sloveno, in testa fin...


Colpo doppio dell’olandese Nienke Veenhoven che vince la seconda tappa del Baloise Ladies Tour e conquista la maglia di leader della classifica generale.Nella Olsene - Olsene di 127, 3 km, la portacolori della Visma Lease a Bike ha preceduto l’azzurra...


Una giornata che entra nei libri di storia del 61esimo Giro della Valle d’Aosta. La cronaca a ritroso. Scena finale: Jarno Widar (Lotto) arriva ai 2473 metri del Colle del Gran San Bernardo in perfetta solitudine con 1’53” di distacco...


L’aveva dichiarato pochi giorni fa quando era arrivato quarto alla Piccola Tre Valli Varesine di voler puntare fare bene alla Ciociarissima, e così è stato. Con un’azione travolgente Gabriele Peluso ha vinto sul traguardo di Strangolagalli (FR) e ha concluso...


Tutti insieme, con il cuore gonfio di tristezza e una domanda - perché - che non può avere risposta. Tutti insieme, una carovana che idealmente rappresenta l'intero mondo del ciclismo, tutti uniti nel ricordo di Samuele Privitera. È così che...


TBRADIO

-

00:00
00:00





DIGITAL EDITION
Prima Pagina Edizioni s.r.l. - Via Inama 7 - 20133 Milano - P.I. 11980460155




Editoriale Rapporti & Relazioni Gatti & Misfatti I Dubbi Scripta Manent Fisco così per Sport L'Ora del Pasto Le Storie del Figio ZEROSBATTI Capitani Coraggiosi La Vuelta 2024