NOCENTINI: «STO COMBATTENDO CONTRO UN FANTASMA. RIANALIZZATE I MIEI TEST»

INTERVISTA | 02/12/2020 | 18:18
di Giulia De Maio

Abbiamo raggiunto telefonicamente Rinaldo Nocentini per chiedergli un commento all’inibizione che ha ricevuto dal Tribunale Nazionale Antidoping per quattro anni (il massimo possibile) «per uso o tentato uso di metodi proibiti»


«Mi trovo a lottare contro un fantasma, non essendoci prove di un mio comportamento scorretto sono spiazzato. Non so cosa devo fare per provare la mia onestà, anche il mio avvocato Giuseppe Napoleone, che in due decenni ha assistito tanti atleti non si è mai imbattuto in una situazione come questa. Strana e davvero poco chiara. Ho chiesto di far ricontrollare tutti i test antidoping a cui mi sono sottoposto in 21 anni di professionismo, in gara e a sorpresa. Per infangare una persona ci vogliono fatti concreti, non sospetti» esordisce Rinaldo, che come sempre ha al suo fianco la moglie Manola.


A incastrare il Noce sarebbero stati dei valori anomali del passaporto biologico.  «Si sono accaniti sul Giro del Portogallo 2018, che tra l’altro avrebbe dovuto essere la mia ultima gara in carriera. Poi la squadra mi chiese di tener duro ancora un anno, ma non avevo ambizioni di nessun tipo, se non quella di aiutare i giovani a crescere. Dicono che nell'arco della corsa alcuni miei parametri fisici sarebbero dovuti scendere e non sono scesi, invece non è così e lo proverò. A 41 anni perché avrei dovuto ricorrere a pratiche proibite? Non fanno parte del mio metodo di lavoro né nei miei valori. In carriera mi sono sottoposto a qualsiasi tipo di controllo e non è mai risultato nulla. Nei tanti anni in cui ho militato tra i professionisti ci sono state inchieste come la Operacion Puerto e quelle riguardanti il dottor Ferrari, non sono mai stato tirato in ballo in nessun caso e in nessuna intercettazione, venire squalificato ora così pesantemente mi sembra una cosa fuori dal mondo». 

Dal 2016 al 2019 Nocentini ha difeso i colori della Sporting Tavira. «In quei 4 anni in Portogallo ne ho viste di tutti i colori. In più di un’occasione con i miei compagni volevamo rifiutarci di sottoporci a test in situazioni non igieniche o di decoro adeguate, ma non siamo mai andati oltre a qualche lamentela per paura di finire nel torto senza esserlo. Una volta mi sono state prelevate due provette di sangue e a fine controllo me ne hanno data una in mano, dicendo che era in più e potevo tenermela per ricordo. Un’altra ho dovuto svolgere il test nella hall dell’hotel perchè, dissero, non c’era nemmeno una stanza libera. Alla Volta a Portugal al centro del contendere ricordo che faceva caldissimo e avevamo fatto notare che le provette non potevano restare all’aria per 2 o 3 ore (tempo durante il quale venivano testate 4-5 squadre, ndr) a 50°. Nei controlli a cui sono stato sottoposto a casa giustamente controllavano la temperatura dell’ambiente». 

La squalifica decorre dal 30 novembre 2020 e scade il 29 novembre 2024 e cancella tutti i risultati sportivi conseguiti dal 1° gennaio 2018. «Dei risultati mi interessa poco, ero a fine carriera, e non mi interessa nemmeno correre tra gli amatori. Ormai sono fuori dal ciclismo e, dopo questa vicenda, ci voglio restare. Ovviamente andrò avanti come posso per dimostrare la mia innocenza e far valere la giustizia. Se i successivi gradi di giudizio non daranno un esito diverso, ricorrerò al TAS. So come ho corso e di essermi meritato i risultati che ho ottenuto onestamente. Mi sento tradito da uno sport che è stato la mia vita e che ho affrontato seriamente e correttamente, sopportando tanti sacrifici».

La battaglia legale è tutt’altro che finita, come conferma Rinaldo prima di salutarci. «Spero alla fine si risolva tutto per il meglio, ma intanto viene infangata la mia immagine. Sono dispiaciuto non solo per me, ma anche per i giovani e i colleghi ancora in attività. L’uso del passaporto biologico va benissimo per capire chi bara, controllarlo di più e beccarlo in fallo ma non può bastare per avanzare supposizioni e condannare un atleta senza prove concrete che dimostrino che abbia infranto le regole. Altrimenti, lo sport è morto».

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COMMENTI
ilarità
2 dicembre 2020 19:08 geom54
i giullari di antica medioevale memoria alla corte dei Re di turno non potevano dare più scompiscio del farisaico TNA e suoi dispensatori.

WTF??
3 dicembre 2020 08:34 kristi
controllate subito i valori ematici di #geom54 ...egli straparla hahha

Pitti Shoes
3 dicembre 2020 14:35 Ponciarello
Gli anni più interessanti della sua carriera sono il 1994 e il 1995 .
La Pitti Shoes, la squadra dove correva da juniores, era una corazzata di campioncini che vinceva ogni domenica. A parte lui e Claudio Astolfi nessuno è arrivato al professionismo, forse giusto Fabio Quercioli, provinato da un team portoghese.
Un indagine in quel periodo di metà anni novanta sarebbe stata molto più interessante che riesumare l'ultima parte della sua carriera da pro.
Ma eravamo nel pieno del "periodo Gewiss"...

disteso su lettino
3 dicembre 2020 16:34 geom54
e nel MIO studio professionale da ben 37 anni ........ ho chiesto un controllo ....... si, per un secondo scompiscio che proprio ulteriormente non ho trattenuto ...... e sempre per provocata ilarità.

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