LE STORIE DEL FIGIO. FROOME UNICO A CORRERE A PIEDI? NO, ZILIOLI IN CANADA...

STORIA | 14/07/2020 | 07:55
di Giuseppe Figini

L’immagine di un corridore ciclista che corre, suo malgrado, a piedi, in gara, fissata nella memoria di tutti gli appassionati delle due ruote, a livello mondiale, è  relativamente recente. E quella di Chris Froome, in maglia gialla, che nel Tour de France 2016, esattamente quattro anni fa, caduto sulle rampe del Mont Ventoux, a circa un chilometro dal traguardo, corre a piedi, in salita poiché la sua bici era inutilizzabile. Una caduta innescata dalla scivolata di una moto ripresa tv causata dalla folla assiepata sulla sede stradale e addosso alla quale sono pure finiti, oltre a Chris Froome, Richie Porte e Bauke Mollema. Gli ultimi due sono riusciti rimontare in sella subito mentre il longilineo inglese ha dovuto correre a piedi in attesa di ricevere una bici dal cambio ruote, piuttosto indietro, mezzo assolutamente non della sua misura che l’ha visto pedalare goffamente per essere poi recuperato e assistito, dopo molto tempo, dalla sua ammiraglia e giungendo poi al traguardo in ritardo considerevole. Un episodio, anche con risvolti tragicomici, che la grande corsa francese cancellerebbe oltremodo volentieri dai suoi annali anche per il travagliato e sofferto dopocorsa con decisioni più o meno riparatorie assunte a tavolino..


Era la 12a tappa, da Montpellier a Chalet Reynard, dove terminava la tappa per l’impossibilità di raggiungere il famoso Osservatorio per le condizioni ambientali (vento fortissimo) che avevano impedito il montaggio delle strutture nella zona del tradizionale, storico e suggestivo arrivo sulla sommità del “Monte Calvo””, detto anche Gigante della Provenza, all’Osservatorio appunto, ascesa che ha scritto molte pagine di storia ciclistica, una anche drammatica e tragica con la morte di Tommy Simpson. La vittoria di tappa, per completezza d’informazione, fu del coriaceo belga Thomas De Gendt che anticipò vari compagni di una fuga, a lunga gittata.


In argomento l’amico Italo Zilioli, un nome, una storia, vincendo la naturale riservatezza e ritrosia, ci ha fatto pervenire l’immagine qui pubblicata che gli è stata inviata, di recente, da un altro collega di lunga, valorosa e variata militanza ciclistica, il varesino Giuseppe “Pepp” Fezzardi, ex sempre in forma, classe 1939. Zilioli, con discrezione ma costanza, condivide sempre con molti altri corridori della sua epoca, episodi e amicizia.

L’immagine risale al 1972 ed è stata scattata in occasione del Tour de la Nouvelle France, breve corsa a tappe canadese, nella zona francofona, vicino a Quebec, disputata solo per due edizioni, negli anni 1971 e 1972, entrambe vinte dal comunque forte velocista belga Guido Reybrouck, con ottimo palmarès, entrambe in maglia Salvarani. E il nome del vincitore lascia agevolmente presagire che il percorso non fosse irto di salite.

Erano i primi vagiti del progetto di “mondializzazione del ciclismo” e l’apparato organizzativo locale era soggetto a trovare “sorprese” sui percorsi di gara. Una di queste fu un considerevole tratto di strada interessato da importanti lavori sul fondo stradale che faceva “strage” di palmer.

Italo Zilioli, non “l’amletico Italo” com’era talvolta definito, almeno in quell’occasione, decide con prontezza, senza indugi, prima d’avventurarsi in bicicletta sul tratto dal fondo stradale incriminato, d’affidare il suo mezzo al meccanico sull’ammiraglia guidata da Vittorio Adorni e correre, con stile composto e compunto, come lui è, ai margini della strada, per diverse centinaia di metri, per riprendere poi a pedalare sulla sua bicicletta al termine della strada sconnessa.

E’ stata una parentesi di vero e proprio, perfetto “runner”, quasi come il suo amico e vicino di casa Franco Arese, di Centallo (Cuneo), campione europeo dei 1500 metri nel 1971 a Helsinki e poi importante imprenditore e dirigente sportivo ai massimi livelli.

Naturalmente si schermisce e minimizza, al solito, il disincantato Italo che comunque sorride per quest’immagine di un episodio che quasi aveva rimosso dalla memoria.

“Non sono certamente Froome, io” e termina così, da inveterato minimalista, il suo ricordo dell’episodio.

 

Copyright © TBW
COMMENTI
Hai dimenticato i tuoi dati, clicca qui.
Se non sei registrato clicca qui.
TBRADIO

00:00
00:00
I tre anni nell’incubatore della VF Bardiani hanno dato i loro frutti. Matteo Scalco ha ventun anni e un bel bagaglio di esperienza in corse di spessore, ora è il momento di spiccare il volo. Passato direttamente dagli juniores a...


Dopo il notiziario di Paolo Broggi, non perdetevi il quarto d'ora di chiacchierata tra il nostro Federico Guido e il campione italiano Filippo Conca: metà intervista sul momento vissuto dal lariano della Jayco AlUla, la seconda metà sull'evoluzione del ciclismo...


Il 2025 di Alessandro Romele non è andato come il corridore dela XDS Astana sperava. Non per colpa sua ma per quella maledetta caduta durante il campionato italiano su strada a Gorizia in Friuli in cui Romele riportò escoriazioni e...


Dopo 10 anni il Giro d’Italia ritorna a Cassano d’Adda (Milano). Lo anticipa Alessandro Brambilla su Tuttosport in edicola oggi: nell’edizione 2026 del Giro la tappa del 27 maggio partirà da Cassano d’Adda. Il castello di Cassano farà da sfondo ai...


Il nuovo Codice della Strada interviene sull’utilizzo delle piste ciclabili, ma lo fa in modo discutibile, introducendo nuove regole che finiscono, paradossalmente, per peggiorare la tutela dei ciclisti. La “riga bianca” che dovrebbe proteggerli non è più un confine sicuro:...


Circa un mese fa in terra africana assistevamo ad una delle più grandi sorprese del ciclismo femminile degli ultimi anni. La canadese Magdeleine Vallieres vinceva il titolo mondiale in linea da totale outsider battendo non solo le atlete favorite, ma...


Il mondo del ciclismo bergamasco è in lutto per la scomparsa, avvenuta nei giorni scorsi, di Fausto Carrara. Primogenito di Gianni e Tonina Carrara, Fausto aveva ereditato dal padre la grande passione per il ciclismo, impegnandosi dapprima nella S.C.Leffe e, soprattutto,...


Il mondo del ciclocross è preoccupato: uno dei suoi personaggi principali, Eli Iserbyt, potrebbe non correre in questa stagione a causa di ulteriori problemi all’arteria femorale della gamba sinistra. Il belga, che difende i colori della Pauwels Sauzen - Altez...


Elia Viviani il Profeta, il Capitano:  chiamatelo come volete. Il campione veronese vanta dei trascorsi fondamentali per la sua carriera ciclistica, guarda caso, nella provincia di Treviso, dove sono passati diversi atleti nelle squadre dilettanti che poi sono diventati campioni...


Il campionato europeo di ciclocross in programma nel weekend a Middelkerke in Belgio perde una delle favorite per la vittoria e la nazionale “orange” una delle sue punte: Fem van Empel, campionessa mondiale e continentale, non difenderà il titolo conquistato...


TBRADIO

-

00:00
00:00





DIGITAL EDITION
Prima Pagina Edizioni s.r.l. - Via Inama 7 - 20133 Milano - P.I. 11980460155




Editoriale Rapporti & Relazioni Gatti & Misfatti I Dubbi Scripta Manent Fisco così per Sport L'Ora del Pasto Le Storie del Figio ZEROSBATTI Capitani Coraggiosi La Vuelta 2024