Allarme doping: un gene complice può favorire chi bara

| 02/04/2008 | 00:00
L’allarme è di quelli che fanno tremare i polsi ma che, purtroppo, aspettavamo da un giorno all’altro. Alle Olimpiadi di Pechino potrebbero gareggiare atleti dopati e sicuri di non essere scoperti. Un illecito reso possibile dall’incredibile complicità con una comune variante genetica che, spiegano i ricercatori svedesi del Karolinska Institute di Stoccolma, “nasconde” l'uso di steroidi anche ai test più accurati. «Le persone con questa mutazione - spiega la genetista Jenny Schulze - mostrano livelli normali di testosterone anche se si sono iniettati altissime dosi di questo ormone. A questo punto la scoperta del ruolo nevralgico dei geni nell'equilibrio fisico degli ormoni non solo diventa cruciale nella lotta all'uso del doping tra gli atleti professionisti, ma anche tra i tanti sportivi a livello amatoriale che ricorrono a queste sostanze vietate e spesso pericolose per la salute», aggiunge la ricercatrice. Non è un caso che la sperimentazione svedese sia stata finanziata dalla Wada, che ha ingaggiato una lotta senza quartiere al doping. Gli scienziati hanno studiato le reazioni al testosterone di 55 uomini, di cui 15 con la mutazione del gene UGT2B17, normalmente implicato nella secrezione dell'ormone maschile. Quindi hanno sottoposto il campione scelto a una dose extra di testosterone di 360 milligrammi, verificando poi nei 15 giorni successivi i livelli ormonali. Ebbene, la mutazione nel Dna alterava i risultati che, invece, erano quelli attesi tra le persone senza la variazione genetica. Si legge nella relazione che «a sei giorni dall'iniezione di steroidi, quando i livelli di testosterone sono al massimo nelle urine, solo il 59% dei portatori della variante presentava risultati che sarebbero stati giudicati sospetti. Contro il 100% del resto del campione. Dunque quasi la metà degli uomini con il Dna “complice” sarebbero sfuggiti ai consueti controlli. In pratica se non si ha il gene funzionante a dovere, il testosterone non compare nelle urine. E la variazione genetica è più comune proprio nell'area geografica dove si terranno le prossime Olimpiadi: cioè nell'Asia orientale. In particolare in Cina, Giappone e Corea dove arriva anche al 65% del totale della popolazione. Molto piu' del 10% riscontrato tra gli appartenenti alle etnie caucasiche o africane. Una percentuale comunque alta».
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