LINEA VERDE. DALVAI, IL TRENTINO RAMPANTE

JUNIORES | 20/03/2020 | 07:35
di Danilo Viganò

In questo periodo di stop forzato, riprendiamo il nostro viaggio alla scoperta della gioventù che pedala. Linea Verde riprende la sua corsa in giro per l'Italia per proporvi i ritratti di ragazzi e ragazze che pedalano.


Andrea Dalvai è un cliente stabile delle prime posizioni degli ordini di arrivo. L'anno scorso, nella sua ultima stagione tra gli allievi con il Veloce Club Borgo, è stato protagonista di una bella vittoria nella classica di Trento "La Bolghera", si piazzato sei volte al secondo posto - tra l'altro sui traguardi prestigiosi di Illasi e Cologna Veneta -, è giunto quinto alla Marcheno-Sarezzo e tredicesimo alla Coppa d'Oro.


Dalvai ha compiuto da poco 17 anni, è di Levico Terme, in provincia di Trento dove spesso gli capita di incrociare in allenamento gli amici-professionisti Nicola Conci, Matteo Trentin e Daniel Oss. Andrea ha lasciato il basket, che ha praticato fino all'età di 8 anni, sposando la passione di alcuni amici che lo hanno condizionato fino a spingerlo a salire in bicicletta. Da lì alla strada è stato un gioco da ragazzi ed ora la bici si trasformata in un grande amore.

A Levico Terme, Andrea vive con il padre Giorgio, che lavora in una fabbrica che produce bottiglie in vetro a Pergine Valsugana, e sempre nel comune di Pergine lavora in un Centro Sociale anche la madre Marina. Dalvai si definisce un passista veloce (180 cm per 68 chili) che si difende egregiamente anche in salita. In gruppo lo chiamano il "boia" forse perchè quando si tratta di attaccare è spietato.

Oltre a frequentare l'Istituto Tecnico Tecnologico Buonarroti di Trento indirizzo Meccanica e Meccatronica, Andrea sta imparando il mestiere del corridore e per questa prima stagione tra gli juniores si è allenato molto bene con la sua nuova squadra, il team Assali Stefen Omap GS Cadidavid (doppia affiliazione in Veneto e in Trentino) diretta da Tommaso Pomini, Ivano Cavallaro e Nicola Menegolo, e presieduta da Alberto Murari.

Cosa ne pensi del momento del ciclismo italiano?
«E' senza dubbio un movimento importante in tutto il mondo sia per il valore dei nostri corridori che per le corse di grandissimo livello».

A quale età hai cominciato a correre?
«A 9 anni con il Veloce Club Borgo, avevo una bici San Patrignano gialla e rossa».

Il più forte corridore di tutti i tempi?
«Eddy Merckx perché ha vinto tutte le corse più importanti».

Segui altri sport con la stessa passione del ciclismo?
«Si, l'hockey su ghiaccio e la NBA americana».

I tuoi peggiori difetti?
«Sono permaloso e poco socievole con le persone che non conosco».

Il tuo modello di corridore?
«Sono due, Mathieu Van Der Poel e Julian Alaphilippe».

Cosa leggi preferibilmente?
«Libri di azione, di guerra e i romanzi».

Cosa apprezzi di più in una donna?
«Che sia gelosa ma non troppo, disponibile e che mi faccia sentire importante».

Cosa cambieresti nel ciclismo di oggi?
"«Metteri dei limiti nelle categorie giovanili anche per quanto riguarda gli allenamenti».

Piatto preferito?
«I Canederli, crauti e pasta di lucanica».

Hobby?
«Ascolto volentieri la musica, mi piace stare con gli amici e passeggiare in montagna».

La gara che vorresti vincere?
«Parigi-Roubaix».

Come trascorri queste giornate di reclusione forzata?
«La mattina è quasi tutta dedicata alle ore virtuali per la scuola, nel pomeriggio mi concentro ancora su libri, compiti e quant'altro, per poi completare la giornata con allenamenti sui rulli e a corpo libero e qualche volta due passi intorno a casa».

Quale sarà il tuo obiettivo al rientro nelle gare?
«Aiutare i miei compagni di squadra del secondo anno, e magari togliermi qualche soddisfazione personale».

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