CONTRO LA NOIA

TUTTOBICI | 25/04/2019 | 07:57
di Gian Paolo Ormezzano

Uno che sa molto di sport, Luciano Barra, grande dirigente dell’atletica, grande conoscitore del mondo a cinque cerchi e ora, in pensione, scrittore interessantissimo di cose sportive on line su Sport Olimpico, ha definito la Milano-Sanremo ul­tima noiosissima, per come è stata presentata dalla televisione. Ovviamente si è riferito a tutte le ore offerte dalla Rai alla corsa, non al finale che è sempre e comunque di facile presa, col Poggio e la decisione sul traguardo ambitissimo.


Il problema della noia, in uno sport che fra l’altro si affida molto alla visione di un gruppo più o meno compatto, dentro al quale gruppo magari av­vengono cose sensazionali, ma chi le vede?, il problema della noia dicevo esiste, se lo frequenta anche un innamorato del ciclismo quale penso di sa­per ancora essere. Da ricordare comunque, come doverosa premessa, che una delle teletrasmissioni che maggiormente avvinse il pubblico e meritatamente occupò a lungo i teleschermi fu quel Processo alla Tappa, ancorato al Giro, che manco aveva il sussidio spettacolare del panorama bello e scorrevole, delle riprese dall’alto anzi dall’altissimo (elicottero o aereo), e che però sul palco aveva un Sergio Za­voli…


Il ciclismo non mostra contrasti di atleti, uno contro l’altro, casomai uno sta di fianco all’altro e cerca di non scontrarlo o farsi scontrare, anzi cerca di filarsela via il più avanti o il più di­stante possibile. Il ciclismo non ha, come invece il calcio, allen-attori, cioè allenatori-attori che a bordo campo in­terpretano un copione di gesti, spostamenti, anche parole ur­late tanto fasullo quanto “bevuto” dal popolo del pallone: questo mentre i calciatori che stanno in campo non sentono nulla, vedono poco, percepiscono niente.

Dal punto di vista dell’immagine complessiva il meglio del ciclismo, volatone da far paura a parte, è un bel panorama che comprende anche il cosiddetto gruppo multicolore. Già quando la corsa passa nei pae­si e - sempre meno - nelle cit­tà, quando c’è la gente a fare da siepe fra l’asfalto della strada e il cemento degli edifici, le immagini d’insieme sono me­no belle. Per finire, il replay o il ralenti nel ciclismo hanno, se riguardano lo sforzo isolato del singolo, scarso valore spettacolare e discutibile valore esplicativo.

Andiamo avanti nella disamina di cosa il ciclismo offre ai telespettatori, ma prima scriviamo che il rapporto con chi sta sulla strada a vedere è di due specie: 1) chi sta lì per affari suoi e viene quasi sorpreso, intanto che bloccato, dal­la corsa che passa; 2) chi va lì apposta per veder passare la corsa e ci sta male quando la corsa è sfilata via in un lampo di tempo, cioè sempre. Le grandi montagne sono solo per le corse a tappe, per quelle in linea lo spettacolo massimo è l’orrido della Parigi-Roubaix  sulle pietre killer e il terriccio infido, con una lotta balorda e spesso sfortunata contro l’accidente e l’incidente. Sulle salite rischiano di prendersi la scena i tifosi beceri o buffi, se  non quelli invadenti e pericolosi che provocano cadute. L’azione del fuoriclasse e lo strazio dello staccato in crisi pre­sentano alla fin fine mo­venze quasi eguali, spesso solo un esperto distingue i due mo­menti.

Insomma, la noia esiste eccome, e se non è noia è dispiacere assistendo a certi scempi patiti dal po­ver’uomo che pedala. Meglio, molto meglio che il gusto sadico di chi aspetta l’incidente in formula 1 o la tragedia in una competizione marinara, ma in­somma non siamo ai vertici del­lo spettacolo insieme avvincente e producente buone, pia­cevoli sensazioni.

Il ciclismo anche televisivo è una cosa semplice e dura, de­stinata a occupare sempre me­no spazio di interesse in questo porco mondo voglioso di sensazioni forti. E però, per non morire di estinzione, il ri­medio secondo noi c’è. Il ciclismo va fra la gente come nessun altro sport, e può usare questa gente, farla parlare, svelare grazie ad essa il bello dell’arte in una chiesetta vicina, il buono di un antico cibo locale, il fascino di una natura a due passi, anche il raccontino dell’incanto semplice della vita quotidiana. Una Milano-Sanremo fatta anche di gente che, in tempi e soprattutto in posti diversi dice la sua può es­sere è uno straordinario spettacolo teatrale, con il co­pione sconosciuto ma a priori attraente (e pazienza se ne ap­profitta qualche pazzo parlante o gesticolante). Ci vorrebbe, ecco, uno Zavoli-bis, ma non per il processo alla tappa, ben­sì per il colloquio con la gente della strada, spesso trattata so­lo come gente di strada. Segue dibattito?

Copyright © TBW
COMMENTI
noia
25 aprile 2019 08:58 Anbronte
Caro Ormezzano, trova noiosa una gara di ciclismo, anche l ultima Milano/Sanremo, chi non sa di ciclismo.

l'attesa
25 aprile 2019 10:37 tralepieghe
c'è una canzone che dice "e noi speton i corridori" dialetto veneto noi aspettiamo i corridori, come dire che il bello del ciclismo è sempre l'attesa.
quale sport tiene ferma la gente per ore senza spettacolo sportivo?

Hai dimenticato i tuoi dati, clicca qui.
Se non sei registrato clicca qui.
TBRADIO

00:00
00:00
Elisa Balsamo ha battuto un colpo, anzi due. Questo è l’attacco scelto dalla cuneese della Lidl Trek, che da grande vorrebbe lavorare come giornalista, per questo pezzo dedicato al suo inizio di stagione. La 26enne laureata in Lettere moderne e...


Molto spesso ci capita di parlare coi corridori o coi loro dirigenti e direttori sportivi. Meno spesso capita di accendere i riflettori sulla preparazione di ieri e di oggi. Sabato scorso abbiamo approfittato del convegno Centro Ricerche Mapei Sport per...


Gianni Rossi, di anonimo, ha solo – ed è un paradosso – nome e cognome, che suonano così comuni da sembrare uno pseudonimo. Ma tutto il resto è speciale. La sua voglia, la sua curiosità. La sua effervescenza, la sua...


La pianta della città di Milano attraversata da tante linee colorate potrebbe far pensare alla Metropolitana ma, quella che vi proponiamo in copertina, non è la mappa dei treni del capoluogo lombardo bensì lo schema della “Bicipolitana” o, più correttamente,...


Un progetto sportivo ma soprattutto culturale, un interscambio che offra a tanti ragazzi la possibilità di fare esperienza in un Paese diverso, con background e culture differenti: la Bustese Olonia, storica formazione juniores lombarda, e la Fundacion Contador, nella fattispecie...


Reduce da altre due medaglie ai Mondiali di paraciclismo su pista a Rio de Janeiro, che proseguono la serie di podi iridati innescata a Glasgow tra inseguimento, scratch e omnium, la classe '96 Claudia Cretti è ufficialmente tra i cinque...


Concluso il primo trimestre con quattro successi ottenuti in Sudamerica, la Petrolike Forte Sidermec ritorna  a correre in Europa, più precisamente in Italia, dove parteciperà a: Giro del Belvedere (1/4), Gran Premio Recioto (2/4), Trofeo Piva (7/4), Giro d'Abruzzo (9/4...


Dopo le prime due edizioni che hanno marcato un crescente successo, anche nel 2024 il Giro della Franciacorta, abbinato al Gran Premio Ecotek e al Gran Premio MC Assistance, tornerà ad essere uno degli appuntamenti più attesi ed affascinanti del...


Natale coi tuoi, Pasquetta a Cantù. Lunedì primo aprile nella città comasca nota nel mondo per la produzione di mobili ci sarà un grande show ciclistico dedicato alla categoria juniores. In mattinata i maschi juniores disputeranno la quarantaquattresima Coppa Città...


Con Belleri in stato di grazia e un gruppo più che mai motivato l’Hopplà Petroli Firenze Don Camillo si candida a ruolo di favorita per le gare del prossimo fine settimana. Sarà un lungo week-end che culminerà martedì 2 aprile...


TBRADIO

-

00:00
00:00
VIDEO





DIGITAL EDITION
Prima Pagina Edizioni s.r.l. - Via Inama 7 - 20133 Milano - P.I. 11980460155




Editoriale Rapporti & Relazioni Gatti & Misfatti I Dubbi Scripta Manent Fisco così per Sport L'Ora del Pasto Le Storie del Figio ZEROSBATTI Capitani Coraggiosi