Clerc (Aso): noi mai così distanti dall'Uci

| 18/09/2007 | 00:00
Patrice Clerc, presidente di Aso, torna ad attaccare l’Uci in una intervista concessa a cyclingnews. Ve ne proponiamo alcuni passaggi. «L’Uci quest’anno ha rovinato un Tour nato sotto i migliori auspici, perché non ha applicato i suoi regolamenti. La positività di Sinkewitz avrebbe dovuto essere annunciata prima della corsa e sempre prima del via l’Uci avrebbe dovuto informarci delle infrazioni commesse da Michael Rasmussen. Il regolamento esiste, perché non lo si è applicato? Uci e squadre hanno tradito il Tour: ci siamo incontrati prima della corsa, abbiamo stretto un accordo per dar vita ad una corsa pulita, c’è una foto in cui McQuaid, Prudhomme e Lefevere si stringono la mano. Poi Uci e Rabobank ci hanno tradito. È chiaro che non accetteremo più una situazione simile: dopo aver assistito al fallimento della politica dell’Uci e al comportamento delle squadre scelte dalla stessa Uci, stiamo vagliando ogni altra possibilità. Attualmente non abbiamo alcun accordo con l’Uci: ci incontreremo a Parigi il 22 e 23 ottobre, in occasione del convegno sul doping voluto dal ministro francese dell Sport Bachelot, e in quell’occasione cercheremo di capirne di più. Ma i contatti tra noi e l’Uci non sono mai stati scarsi come in questo periodo». Ricorda Clerc: «Il 5 marzo avevamo stabilito un accordo tra UCI, ASO, le squadre e gli altri organizzatori per trovare una soluzione al problema del ProTour prima della fine della stagione. Le trattative erano difficili, ma c'erano progressi anche se non importanti come avremmo voluto. Poi, in giugno, a una riunione del CUPT, l'UCI ha emesso un comunicato in cui diceva che le nostre corse avrebbero fatto parte del calendario ProTour nel 2008 e questo non era accettabile da parte nostra. Non erano questi gli accordi! I nostri accordi dicono chiaramente che non facciamo parte del ProTour e che il ProTour stesso non può parlare in alcun modo delle nostre corse. Ogni volta che facevamo un passo avanti, l’Uci ci sbarrava la strada. Le squadre ProTour? Dal 2004 noi abbiamo chiesto che fossero 18, lo scorso autunno c’eravamo vicini, poi sono tornate ad essere venti». Clerc rimane pessimista sul futuro: «Non credo che l'UCI ci proporrà qualcosa di diverso. Ogni anno abbiamo trattato, ma non abbiamo mai trovato un accordo. Alle nostre proposte l'UCI risponde sempre e solo con una frase: “Entrate nel ProTour e poi vedremo”. Noi chiediamo di trovare una soluzione diversa e loro non vogliono». Cosa c’è nel futuro di Aso? «Molti ci chiedono di riportare al Tour le squadre nazionali, ma penso sia un'idea molto difficile - se non impossibile - da realizzare. Stiamo studiando nuove soluzioni: quando avremo esaminato tutte le prospettive, illustreremo alle squadre e agli sponsor le nostre idee. Per il Tour de France posso anticipare che uno dei criteri di selezione, che sarà anteposto a tutti gli altri, sarà indubbiamente di natura etica. Il nostro primo punto di riferimento sarà la lotta al doping. Quando annunceremo il nostro progetto? Mi piacerebbe dirvi che lo faremo alla presentazione ufficiale del Tour de France il 25 ottobre, ma non posso farlo. Stiamo lavorando: di più non posso dire».
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