La proposta di Zabel: amnistia per chi confessa il doping

| 15/07/2007 | 00:00
Erik Zabel - al quale il Tour ha tolto ingiustamente la maglia verde del 1996, con una decisione che nulla toglie alla grandezza del corridore tedesco e nulla aggiunge alla storia del Tour - ha lanciato una proposta in tema di doping: «Credo che un'amnistia sarebbe alla fine un'ottima soluzione per il ciclismo. Il Cio, l'UCI e le federazioni nazionali dovrebbero porre una data limite entro la quale chi confessa e fornisce un contributo per smantellare le reti di diffusione di prodotti dopanti può godere dell'amnistia». L'ammissione di aver fatto uso di Epo è costata ad Erik Zabel anche qualche amicizia. Il corridore tedesco ha rivelato al quotidiano Die Welt che dal momento in cui ha ammesso di essersi dopato prima del Tour de France 1996 molti colleghi non gli rivolgono più la parola. "Ci sono certi corridori che non mi parlano più", ha detto Zabel, attualmente impegnato nella Grande Boucle. "Tuttavia - ha aggiunto - ci sono anche dei colleghi che mi sono venuti a fare i complimenti per la mia decisione, e tra questi dei giovani francesi che non avevo mai visto e che per riconoscerli ho dovuto guardare il numero di gara". Il Tour de France, subito dopo la confessione, ha fatto sapere di non considerarlo più la maglia verde dell'edizione '96. "Comprendo la loro posizione, - ha detto Zabel - sicuramente restituire quella maglia non è una cosa che faccio volentieri, ma se può servire a qualcosa...".

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