Donne: Diana Ziliute guida la Safi Pasta Zara Manhattan
| 04/05/2007 | 00:00 Non ci sono più la britannica Nicole Cooke e l’australiana Rochelle Gilmore. Ma c’è sempre lei, la zarina Diana Ziliute a guidare con la sua esperienza la Safi-Pasta Zara-Manatthan, il team internazionale che dal 1996 ha vinto tutto quello che c’era da vincere nell’élite mondiale del movimento femminile: un oro olimpico (Zabirova Atlanta ’96), 9 mondiali (4 strada con Ziliute, Pucinsakite, Polikeviciute e Cooke), 3 Coppe del Mondo, 5 europei, 1 Giro Lady e 2 Tour, totalizzando al 25 aprile 342 vittorie.
Anche per questo, oltre che per salutare l’ingresso tra i soci del presidente Maurizio Fabretto (come Giovanni Zanatta, il presidente provinciale Fisi Dino Spinelli e Luisa Bortolomiol), il Panathlon Club di Montebelluna guidato da Paola Treppomello ha voluto dedicare una intera serata alla “Squadra dei Records”. Irripetibile ed unica quella che nella stagione 1999 ha trionfato al Tour proprio con la lituana Ziliute portando a casa pure tutte le maglie e poi ha centrato il mondiale strada con la connaziinale Edita Pucinskaite e quello su pista con la francese Marion Clignet. Un record scolpito dalle 85 vittorie di quell’annata strepitosa ricordato nella speciale serata organizzata da Celeste a Venegazzà alla presenza del ds Marino Amadori, di Roberta Bonanomi, Gabriella Pregnolato, Zita Urbonaite, Goulnara Ivanova, Ziliute e virtualmente Alessandra Cappellotto collegata telefonicamente da Amsterdam – “il segreto di quel gruppo è che ogni singola ragazza era vincente” ha detto l’ex iridata vicentina -, tutte protagoniste di un piacevole amarcord davanti alle 15 girls che compongono l’organico dell’attuale stagione.
“Arrivata timidamente in Italia - ricorda Diana Ziliute con in braccio la figlioletta Ilaria – non pensavo proprio che con questa squadra e Maurizio Fabretto sarei andata a segnare la storia del ciclismo femminile. All’inizio, lontano da casa, mi sentivo come una bimba che non ha l’età, ma che è costretta a crescere in fretta. Tutto mi ha fatto maturare e sono stata davvero fortunata, specialmente nel trovare tante persone che mi hanno accolta come fossi una figlia”. Con gli occhi lucidi c’era ad ascoltarla anche nonna Marcella, 92 anni, che nella sua casa sotto la Rocca di Cornuda ha accolto amorevolmente tutte le atlete passate dal Dream Team. “La vittoria più sofferta? Beh, sicuramente il Tour. Dove ogni giorno c’era almeno una salita da scalare e non potevi mai dare tutto perché il giorno dopo eri ancora lì in sella a fare fatica. Ma senza quella squadra e quelle compagne, davvero eccezionali, non avrei mai vinto”.
Ma veniamo ai giorni nostri con il team di Cornuda che ha già collezionato quattro vittorie, tutte firmate dalla rientrante Giorgia Bronzini.
“Il grandioso passato è irripetibile - taglia corto il presidente Fabretto -. Tante cose sono cambiate, non solo nella nostra squadra. Quest’anno però ci manca l’elemento con cui puntare alle corse a tappe. Ce l’avevamo (Nicole Cooke, ndr) e non c’è più volutamente. Tutte possono crescere e diventare vincenti. In particolare Marta Bastianelli. Nel volgere di un paio di stagioni sarà tra le più forti nelle corse a tappe. Bronzini che abbiamo ritrovato dopo qualche stagione è la numero uno negli sprint, Fusar Poli è completa anche se soffre nelle salite lunghe, la due volte iridata Vera Carrara non ha bisogno di presentazioni. Diana è la chioccia di un gruppo giovane che ci darà belle soddisfazioni”.
“L’anima vincente creatasi nel tempo - argomenta il ds Zanardo - c’è e si sente. Grande merito è della Ziliute capace di sempre trasmettere i giusti indirizzi di serietà e disciplina a tutte le atlete”.
ORGANICO 2007: Marta Bastianelli, Alessandra Borchi, Vera Carrara, Gunn-Rita Dahle (Nor), Sabrina Emmasi (Svi), Francesca Faustini, Daniela Fusar Poli, Gintare Gaivenyte (Ukr), Simona Krupeckaite (Ltu), Vilija Sereikaite (Ltu), Luisa Tamanini, Natalia Tsylinskaya (Blr), Diana Ziliute (Ltu), Anna Zugno.
Massimo Bolognini
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