LA TAPPA. A Viggiano, il primo arrivo impegnativo

GIRO D'ITALIA | 14/05/2014 | 07:28
E’ da Taranto, la città dei “due mari”, che parte la quinta frazione della corsa rosa. E’ dal 1997 che la seconda città della Puglia non ospita la carovana rosa.
Tutto come prima per quanto riguarda la classifica generale dopo la decisione della neutralizzazione dei tempi all’ultimo giro del circuito di Bari. Una decisione magari opportuna nella sostanza ma, nelle forme, raggiunta con percorsi, atteggiamenti, azioni che non hanno certamente deposto a favore dell’immagine del ciclismo e della massima corsa a tappe italiana nata appunto, 105 anni fa, il 13 maggio del 1909. Un compleanno non festeggiato al meglio.
Il ritorno in Italia, al sud, non è coinciso con l’auspicato e prevedibile bel tempo - prerogativa pressoché costante dei luoghi – ma, al posto del sole, scrosci di pioggia. E così la Giovinazzo-Bari, frazione breve, brevissima, corta, totalmente piana con il previsto copione di un arrivo massiccio in gruppo si è invece caratterizzata come un vero e proprio “reality”, un “happening” con molti protagonisti e anche figuranti, forse troppi…, a proporsi e sovrapporsi in ruoli e funzioni non propri sotto gli occhi delle telecamere che non ci hanno risparmiato niente.
Grossa, negativa, sorpresa, già prima del via, è stata l’abbandono – a causa di uno stato febbrile – del primattore di queste frazioni iniziali del Giro, il tedesco Marcel Kittel, rapida meteora nel firmamento del Giro. Vittoria per un altro accreditato velocista, il francese Nacer Bouhanni, in capo a una volata che ha risentito delle molte variabili negative della giornata e del finale in particolare. Un successo, il primo in una tappa di un grande giro, ottenuto comunque meritatamente e che conferma le sue doti di sprinter.
Tornando a oggi, Il percorso prospetta una prima parte priva di difficoltà altimetriche, lungo la costiera jonica, con strada ampia. Si passa per Montalbano Jonico, traguardo volante, in leggera salita seguita da una discesa – breve ma impegnativa – per poi percorrere la valle del fiume Agri. Al rifornimento cambia il profilo altimetrico della tappa con il G.P.M. - 3^ cat. - di valico di Serra di San Chirico a quota m. 850. E’ la prima salita di un certo impegno del 97^ Giro d’Italia. Si scende nel fondovalle, alla diga dell’invaso artificiale del lago del Pertusillo. Si supera Villa d’Agri e inizia quindi la prima ascesa verso l’inedito traguardo di Viggiano, in provincia di Potenza, Basilicata, non propriamente “coast to coast” ma quasi . C’è il primo passaggio dal centro che conta poco più di tremila abitanti, stazione di sport invernali e villeggiatura. Si prosegue per il finale con un circuito di km. 13,600 con un chilometro di salita al 7%. Segue discesa, definita con la specifica “tecnica”. L’arrivo presenta l’ultimo chilometro in salita, sempre al 7%, con rettilineo conclusivo di cento metri.
Il terreno, soprattutto nella seconda parte e nel finale della frazione, si presterebbe anche a colpi di mano, pedalando forte però con le gambe.
Una certezza è quella che oggi non sono i velocisti al proscenio dell’arrivo. Diversi potrebbero essere i protagonisti del finale e la maglia rosa dell’australiano Michael Matthews appare appesa a un esile, esilissimo, filo.
 
Giuseppe Figini
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COMMENTI
Siamo sicuri che il filo sia "esilissimo"?
14 maggio 2014 09:56 Gattopaul
Vero che la tappa è difficile e non è certamente per velocisti ma quest'anno Matthews ha fatto 2° alla freccia del brabante dietro Gilbert e 12° all'amstel a soli 12 secondi dal vincitore (sempre Gilbert), direi che l'etichetta di velocista puro gli sta un po' stretta.

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