Porto qui di seguito tre esperienze molto personali per cercare di spiegare come, a parere sempre molto personale, il ciclismo butta via occasioni di dialogo e visibilità, e dunque si butta via, in un mondo dove la comunicazione è elemento primario sia di sopravvivenza che di supervivenza (cioè tirare avanti e stare meglio di altri)
Prima esperienza
sezione “umorismo”
Ho per l’umorismo una autentica adorazione, che sia umorismo offertomi dagli altri o umorismo che scaturisca da me (e pazienza se mi rendo conto che è in fondo cosa umoristica già lo stesso credere di possedere ed “emanare” umorismo). Cerco l’umorismo nelle sue miniere dentro gli umani, nelle venature più o meno segrete di varie situazioni, nella vita di tutti i giorni e pazienza se sorrido anche delle vessazioni insite nel trash dell’informazione, nell’ignoranza dei concorrenti ai quiz televisivi come alle contese elettorali. Ho proibito ai miei otto nipoti di prendermi sul serio, e per fortuna mi obbediscono. Penso che un sorrisino anche ino-ino possa distruggere cosacce ostili e valorizzare cosine amiche. Mi rifocillo continuamente con tante pubblicazioni sull’umorismo nello sport.
Offro qui due picchi di grande umorismo ciclistico, uno assoluto, uno relativo alla lingua italiana. Il primo quello di un racconto di Giovanni Mosca (sì, il padre di) su un postino che recapitava le lettere in un comprensorio di montagna, andando da un paesino all’altro sulla sua bici sgangherata, e che un giorno doveva consegnare una raccomandata inviata al grande campione ciclista che era al Giro d’Italia.La corsa partiva, per una tappa piena di salite, da un paesino dove il postino arrivò che era già data la partenza, e allora lui sulla sua biciclettaccia inseguì il gruppo, lo raggiunse, lo rimontò sino alla testa. Non vide il campione, gli dissero che era in fuga. E allora il postino staccò il gruppone e inseguì il campione, salendo e scendendo montagne, lo raggiunse, lo affiancò, gli porse la lettera, gli fece firmare in corsa la ricevuta e poi con alcune pedalate lo staccò e andò avanti, doveva effettuare altri recapiti. Il secondo quello di un ciclista italiano che, vinta a sorpresa una cronotappa del Giro (era la fine degli anni ’50) alla radio annunciò suoi prossimi exploits: “Voglio staccarli adesso, voglio staccare anche Baldini, anche Gaul, anche Bahamontes, Anquetil”.
Tutti qui a ridere, ma manco un cenno forte e stabile di umorismo culturalmente legato al ciclismo, che al mondo dello spettacolo serve casomai per esercizi di satira facile, se non anche di commiserazione a forte impatto sentimentale (oh quei poveretti che sudano e sano di sudore, di pipì…)
Seconda esperienza
sezione “scienza”
C’è in noi ciclofili la paura di parlare di scienza applicata al pedalatore, per via del terrore di essere accusati di apostolato del doping. Eppure quando in convegni anche “alti” dico che secondo me la demonizzatissima pozione di Lance Armstrong (l’uomo dal tumore grave ai testicoli, con metastasi, operazione, ritorno alle gare, sette Tour vinti di fila, donne e figli) dovrebbe essere studiata, prodotta, diffusa, data a vecchi, bambini e malati, mi accorgo che dico qualcosa che fa comunque positivamente riflettere.
Terza esperienza
sezione “letteratura”
Il ciclismo ebbe ai suoi bei tempi una vasta letteratura, ma ultimamente è vissuto, almeno chez nous, di esercitazioni sul dramma di Pantani e basta. I massimi premi letterari riferentisi in Italia a produzioni sportive raramente vedono opere sul ciclismo e dunque rarissimamente vedono premi da esse derivanti. Sembra quasi che il ciclismo abbia il pudore della propria grandezza letteraria, dei propri possibili agganci poetici e culturali.
Tre riferimenti biecamente personali (spero almeno che il lettore abbia gradito lo spazio ben maggiore riservato all’umorismo) per dire di quelle che secondo me sono occasioni grosse perdute di illuminare meglio il ciclismo, di sdoganarlo da tanti luoghi comuni, su tutti quello pietistico per cui il ciclismo deve commuovere, anche sino al pianto, chi lo segue, così come deve far soffrire chi lo esegue. Urgono intelligenti sorrisi per non essere seppelliti da crasse risate del volgarissimo sport attuale dello spettacolo e del denaro, urge un orgoglio di natura anche scientifica dopo avere pagato tanto per doping eccetera, urge una anche sfrontata iniziativa culturaletteraria per il giusto omaggio alla virtù poetica intrinseca del nostro sport.
Facile dirlo. Impossibile farlo?
Si è aperto nel segno di Romain Gregoire l’85° Giro del Lussemburgo. Con una volata lunghissima che gli ha consentito di respingere l’assalto di Marijn van den Berg, il giovane transalpino della Groupama-FDJ ha conquistato la frazione inaugurale, la...
La Nazionale Italiana è pronta a volare in Rwanda per il primo mondiale africano della storia delle due ruote. Dal 21 al 28 settembre Kigali sarà la capitale mondiale della bici e sulle sue strade saranno assegnati 13 titoli, equamente...
Il Grand Prix de Wallonie (1.Pro) è una questione fra velocisti e la risolve con uno sprint magistrale Arnaud De Lie. Il belga della Lotto trionfa di potenza scattando a 250 metri dall'arrivo in leggera salita e braccia al cielo...
Dopo il trionfo al GP de Fourmies di tre giorni fa, Paul Magnier ha ribadito di star attraversando un ottimo momento di forma conquistando la prima tappa, la Bardejov-Bardejov di 141.2km, dell’Okolo Slovenska (Giro della Slovacchia). Da principale favorito...
Pippo Ganna ospite a sorpresa della presentazione della Nazionale per i Mondiali. Qualche secondo di incredulità nel vederlo indossare la maglietta uguale a quella dei compagni, poi è lo stesso Pippo che spiega: «È sempre bello sentire il profumo d'azzurro,...
Con un orizzonte già segnato dai fasti del Mondiale Mountain Bike Marathon 2026, assegnato al progetto Mythos Primiero Dolomiti, l'associazione sportiva Pedali di Marca alza ulteriormente l'asticella e annuncia di aver formalizzato due importanti candidature per il futuro del ciclismo:...
Shari Bossuyt conquista la Cittadella di Namur e il Gp Wallonie.Al termine della salita a tornanti che conduceva al traguardo, la 25enne belga della AG Insurance - Soudal Team ha battuto in volata la vincitrice dello scorso anno Karlijn Swinkels (UAE...
Riescono a sognare queste due creature, anche in equilibrio precario. Aggrappati dolcemente ad una bicicletta, che è cavallo alato e mongolfiera, aquilone e bolla di sapone. Non è zucchero filato, perché non c’è nulla di dolce in una fuga da...
Ora è ufficiale. Davide Piganzoli correrà per il Team Visma | Lease a Bike nelle prossime tre stagioni. Il 23enne italiano è considerato un grande talento nelle gare a tappe e spera di crescere ulteriormente in questo ruolo con il...
La Vuelta si è appena conclusa come sappiamo, ma in Spagna si continua a discutere, tanto pubblicamente quanto nelle stanze della politica, perché fra poco più di un mese è in programma la presentazione del nuovo Tour de France e...