Gatti & Misfatti

NIBALI NO

di Cristiano Gatti

Una delle battute migliori di quest’anno l’ho sentita lo scorso ottobre, al Giro di Lombardia: il solerte telecronista di Stato, con voce convinta e compiaciuta, sosteneva che “quella di Ni­bali è un’altra annata eccellente” (o aggettivo equivalente, mi scuso se non ricordo alla lettera). Comunque rimarcava enfatico come Nibali ci abbia regalato ancora una stagione con i fiocchi. Buona questa, molto buona. Come tutte le battute migliori, era una frase seria.

Magari mi sbaglio, ma il primo a non avere nessuna voglia d’essere d’accordo col violinista pa­rastatale è proprio Nibali. Uno come lui, campione che chiede sempre più e sempre meglio a se stesso, non può essere felice del suo 2019. Se lo è, confesso di non conoscerlo abbastanza. O di non riconoscerlo più. Se ne può parlare? Serenamente, lealmente, spassionatamente, senza i timori servili di bestemmiare in chiesa?

Ricordo troppo bene le grandi stagioni di Ni­bali, tutte le sue vittorie e anche tante sfortunate mu­sate, per considerare anche solo accettabile il suo 2019. Per me, senza farla tanto lunga, è una stagione-no. Punto. I coristi adulatori si aggrappano al secondo posto del Giro, soprattutto, ma proprio quello a me sembra il fallimento più cocente. Non tanto perché abbia per­so, ma per come l’ha perso. Per come l’ha buttato via, con la sesquipedale asinata di Cour­ma­yeur, quando per giocare ai dispetti con Roglic si lasciò infinocchiare la seconda volta consecutiva (il giorno prima, almeno, era una sorpresa) dall’astuto Carapaz. Uno come lui, un campione come Nibali, quel giorno inseguiva a morte e ri­prendeva Carapaz (era arrivato a 20’’, pro-memoria), o quanto meno limitava il distacco nei termini buoni per vincere alla fine.

Inutile rivangare, si dice. Ma sinceramente questo mi sembra proprio il caso di rivangare: a maggio, Nibali ha sciupato scioccamente l’opportunità storica di rimpolpare alla grande il suo curriculum, ag­giungendoci la perla di un Gi­ro come più anziano vincitore di sempre. Non una cosa da ridere. Invece. Invece tutto s’è fermato lì. Già odo in lontananza il fracasso dei coristi adulatori, che berciano perché quel rimbambito del Gatti s’è scordata la vittoria del Tour. Avviso questi signori: sono rimbambito, ma non l’ho scordata. Per carità di patria, per la grande considerazione che ho di Ni­bali, l’ho velocemente rimossa. Un Nibali fuori classifica che vince la tappa farsa, brutalmente tagliata, per me non esiste, in un curriculum come il suo.

Abbiamo già finito. La grande stagione di Ni­bali, il nostro numero uno, è tutta qui. E siccome sprecare parole annoia chi le spreca e chi le ascolta, meglio chiuderla qui. Tra quelle che ri­cordo io, quella del 2019 è anzi la peggiore, comunque tra le peggiori.

Caso mai, conviene prenderci un po’ di tempo per capire le cause, se cause ci sono. Certo l’età, nessuno può negarlo. Prima o poi dovremo farcene una ragione, davanti al deserto che rimarrà: Nibali non è eterno, per quanto abbia durata e resistenza da pri­ma repubblica, inevitabilmente calerà. Ha già cominciato quest’anno? Lo scopriremo presto, dopo le ferie invernali. Intanto mi preme rimarcare che nel 2019, più ancora degli eventuali guasti dell’età, sicuramente hanno pesato le condizioni am­bientali. E non intendo per una volta il surriscaldamento climatico. Parlo del divorzio - prima di fatto, quindi dichiarato - con la squadra delle ultime stagioni. Per quanto professionale lui, per quanto professionale il team, Nibali ha chiaramente di­mostrato di non essere sereno e tranquillo. Già il polverone sollevato dall’inchiesta doping tedesco-austro-slovena, che ha investito alcuni vertici e alcuni compagni del team, non è servito a rendere il clima euforico. Quindi, i problemi contrattuali. Fortunatamente, alla fine è arrivata la firma con la Trek-Segafredo, che comunque come effetto immediato ha proposto nella seconda parte della stagione un Nibali in uscita, precario, con le valigie sul pianerottolo e la testa svagata nel futuro altrove.

È tutto a posto, adesso. Ni­bali viaggia verso nuo­vi stimoli e nuovi so­gni, soprattutto il sogno di un’ultima età alla grande. Non una sfida leggera. Ma ha indubbiamente una grande fortuna: nonostante quello che dicono i telecronisti di Stato, basterà po­co per fare meglio del 2019. Aspettando gli ordini d’arrivo, sicuramente il 2020 e il 2021 serviranno quanto meno a chiarire un dubbio: se la lotteria l’abbia vinta la Trek, o se invece non l’abbia vinta proprio Ni­bali, centrando - questo sì - il colpo migliore del 2019.

Copyright © TBW
TBRADIO

00:00
00:00
A far scendere il sipario sulle classiche di primavera è la più antica delle prove monumento: per anzianità (110 le edizioni fin qui disputate), la Liegi-Bastogne-Liegi è infatti nota come la Decana. E’ considerata anche la più dura, aggettivo condiviso...


Remco Evenepoel è apparso molto fiducioso nel suo incontro con la stampa e, riguardo le sue aspettative sulla gara di domenica, la vittoria per lui è l’unica opzione possibile. Il belga vuole vincere la sua terza Liegi-Bastogne-Liegi, anche se la...


Bianca, il suo vero nome era Tiziana Bonazzola, il nonno era un garibaldino. Sulla sua Bianchi, color verde acqua sabaudo, durante la Resistenza garantiva i collegamenti fra la periferia e il centro clandestino operativo a Milano, la sua specialità era...


Basta la parola, diceva un vecchio slogan quando la parola "spot" in Italia era sconosciuta e si guardava Carosello. Basta la parola: Gregario. E' il titolo del libro che racconta la carriera di Alessandro Vanotti, scritto dall'ex prof bergamasco insieme...


È il 27 di questo mese la data da segnare sul calendario per tutti gli appassionati del ciclismo veronese. È infatti l’ultima domenica di aprile al data di svolgimento scelta dal comitato organizzatore, con in testa la U.S. Bionde, per l’81^ edizione...


E' stata una 70^ Coppa Montes spettacolare e imprevedibile quella che quest'oggi, con la regia organizzativa della Asd Anpi Provinciale capitanata dal Presidente Massimo Masat e la collaborazione della Ciclistica Pieris, ha rinnovato sulle strade friulane la tradizione del 25...


Venerdì 25 aprile a tinte giallo - rosso - nere in quel di Alcamo (TP) dove si è corso il Memorial Totò Longo. Il Team Nibaliè stato grande protagonista con Giuseppe Giglia  che ha messo a segno la sua prima...


La città di Castano Primo celebra il trionfo del Pool Cantù-GB Junior che con i suoi ragazzi conquista la 67sima edizione della Coppa Tre Martiri per juniores. Vittoria in solitaria del figlio d’arte Julian Bortolami che ben supportato dai compagni...


Continui passi in avanti del Team ECOTEK che prosegue nella sua crescita regolare di tutti i suoi corridori grazie alla serietà e alla professionalità messa in campo a favore dei propri atleti. Dopo l’annullamento della gara di S.Bellino (RO) a...


Dopo il successo in Trentino, il campione toscano Lorenzo Luci ha fatto il bis stagionale imponendosi in una volata di gruppo sul traguardo di Donoratico, al termine della Coppa Liberazione-Trofeo I Greppi. Al secondo posto un altro atleta dello squadrone...


TBRADIO

-

00:00
00:00





DIGITAL EDITION
Prima Pagina Edizioni s.r.l. - Via Inama 7 - 20133 Milano - P.I. 11980460155




Editoriale Rapporti & Relazioni Gatti & Misfatti I Dubbi Scripta Manent Fisco così per Sport L'Ora del Pasto Le Storie del Figio ZEROSBATTI Capitani Coraggiosi La Vuelta 2024