Non toccate la Sanremo!

| 19/02/2007 | 00:00
Manca poco più di un mese alla grande sfida, la classicissima del 24 marzo prossimo che festeggerà il secolo di vita ed i corridori già discutono e protestano. Hanno saputo che gli organizzatori locali vogliono modificare il gran finale della Sanremo. Spostare il traguardo dalla storica via Roma in piazza Carlo Dapporto, oltre la vecchia stazione, di fronte al mere. Proprio dove ieri s’è concluso il Giro del Mediterraneo con l’accanito e incertissimo sprint tutto italiano fra Lorenzetto e Bennati. E’ destino che la grande classica di primavera faccia discutere da sempre. Il leggendario patron Vincenzo Torriani modificò i connotati la pria volta nel 1960, inserendo la salita del Poggio per evitare sprint troppo affollati e le reiterate sconfitte degli italiani. Poi il Poggio non bastava più e nell’82 venne inserita anche la Cipresso. Nelle stagioni scorse si pensò di cambiare ancora: via Cipresso, inserimento della salita di Pompeiana che porterebbe direttamente al Poggio. Ma saggiamente l’ipotesi è stata scartata. Non è giusto modificare più di tanto i connotati della corsa. La Sanremo è per eccellenza la classica dei velocisti e dei cacciatori di classiche di un giorno. Possiede grande fascino anche perché di consueto dopo quasi 300 chilometri, sul Poggio possono ancora vincerla in 30 o forse anche più. Inserendo la salita di Pompeiana diventerebbe una sorta di Liegi-Bastogne-Liegi. Meglio di no. Adesso c’è quest’ultima novità. Gli organizzatori locali hanno proposto la modifica: dalla mitica fontana quando si imbocca via Roma e siamo a poco più di 300 metri dall’arrivo, si svolterebbe a sinistra per andare verso il mare. Il traguardo nel piazzale a fianco della vecchia stazionesarebbe spettacolare per la gente, le strutture, gli sponsor, le varie tivù. Però troppo pericoloso per i corridori, strade strette, curve e controcurve, una rotonda, un breve tunnel negli ultimi mille metri. Rischi eccessivi per un gruppo che a dispetto della distanza e di un finale non facile, spesso si ripresenta compatto per l’ultimo sprint. Ieri i corridori che hanno affrontato su quelle stessa strade la tappa finale del Giro del Mediterraneo hanno bocciato le modifiche. Mirco Lorenzetto, vincitore per un millimetro su Bennati e che nella fase conclusiva della Sanremo potrebbe ritrovarsi a far l’apripista di Petacchi, è parso molto perplesso: «Parlerò con Alessandro, gli spiegherò bene il finale, andremo a vederlo, però mi auguro che la decisione non venga presa. A parte le curve, l’asfalto è vecchio, un po’ sconnesso, la bicicletta balla e vibra, non mi sembra un traguardo così importante». Bennati e gli altri si sono detti d’accordo. Gli organizzatori milanesi della Rcs Sport sono già venuti in ricognizione e ci torneranno per valutare bene quella eventuale modifica. Sembrano anch’essi un po’ perplessi. Chiaro che in via Roma è tutto un po’ stretto e angusto per la gente e per i mezzi, le varie tivù, gli sponsor. Ma dal punto di vista agonistico quel rettilineo in lievissima ascesa, col vento contrario che vien dal mare, rappresenta un classico che tanto ha fatto discutere ed ha appassionato la gente. Nascono spesso sprint contrastati ed incertissimi, accaniti, sul filo dei centimetri, pensiamo agli ultimi due finali in quel rettilineo, la micidiale potenza di Petacchi nel 2005, la stoccata di Pozzato la stagione scorsa, quando con la regia di Boonen anticipò lo stesso Petacchi e gli altri velocisti. Modificare quel finale, rischiare l’incidente o la caduta a ridotto del traguardo dopo quasi 300 chilometri, i tre Capi, Cipressa e Poggio, curve e controcurve, salite e discese, sarebbe ingiusto. E i corridori alzeranno la voce: non toccate la Sanremo. (tratto da Tuttosport del 19 febbraio, a firma Beppe Conti)
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