PISTA | 16/08/2016 | 11:18 L'ultimo italiano a salire sul gradino più alto del podio olimpico era stato Silvio Martinello nel 1996, ad Atlanta: il campione padovano aveva conquistato l'oro nella corsa a punti. E ieri sera Silvio era sulle tribune del velodromo di Rio per commentare il trionfo del suo successore, Elia Viviani. «Mi sono emozionato più di quanto feci ad Atlanta - ha raccontato prima in diretta al fianco di Francesco Pancani e poi in una intervista raccolta dal collega di RaiSport Giovanni Scaramuzzino - perché in quella gara sapevo qual era il mio valore, sapevo di essere il più forte ed ero concentrato solo su quello che dovevo fare. Ricordo l'orgoglio di aver regalato una medaglia all'Italia e di aver portato il mio Paese sul gradino più alto. Ma con Elia ho vissuto una emozione diversa, più intensa e coinvolgente. Viviani ha corso con un'intelligenza tattica straordinaria, è riuscito a mantenere i nervi saldi anche dopo la caduta, ha curato con sagacia i suoi avversari, ne ha prevenuto le mosse e ha colto un trionfo straordinario».
E poi un auspicio che è anche un appello: «Viviani in questi anni ha avuto la forza di caricarsi sulle spalle l'intero movimento della pista italiano, ha accettato di diventare un punto di riferimento per i giovani ed ha lavorato con loro, ha sacrificato anche in parte alcuni obiettivi della sua carriera su strada. Ora è necessario che arrivino degli investimenti per non sprecare il lavoro fatto dal ct Marco Villa e da tutto lo staff: l'Italia ha dimostrato di avere talenti al pari delle nazioni più forti, bisogna metterli nelle condizioni ideali per crescere e lavorare».
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