PROFESSIONISTI | 06/07/2016 | 10:03 Luis León Sánchez ci accompagna nel cuore del gruppo, anche perché in corsa pedala sempre al fianco del suo capitano, Fabio Aru.
Come ha vissuto il suo ritorno al Tour? «Non lo correvo dal 2012 - spiega il trentatreenne corridore spagnolo, che in carriera ha vinto quattro tappa della Grande Boucle - e sono orgoglioso di essere tornato qui con la Astana. Temevamo molto l'inizio, il vento, le cadute, ma finora ce la siamo cavata molto bene. E poi ora sta tornando il sole…».
Avrà l'opportunità di inseguire un successo di tappa? «Una corsa di tre settimane lascia aperta ogni porta, quindi perché non pensare ad una vittoria di tappa? Lo scorso anno alla Vuelta non ho mai lasciato Fabio, ma stavolta ci sono corridori come Grivko e Lutsenko che mi affiancano in questo compito».
Nel 2016 ha già colto vittorie importanti all'Algarve e ai Paesi Baschi: è soddisfatto? «La tranquillità che ti dà la squadra è importante. Ho firmato per un solo anno perché venivo dalla Caja Rural ma sin da subito abbiamo parlato di rinnovo e questo mi ha dato molta fiducia. E quando si è tranquilli, i risultati arrivano. Sto bene, mi sento bene».
Dopo il Tour ci saranno i Giochi di Rio. «Mi piacerebbe difendere i colori della Spagna ma la concorrenza è altissima. Io sto lavorando per esserci, poi toccherà al selezionatore Minguez fare le sue scelte. A Rio sarei pronto a lavorare per Valverde, può vincere l'oro».
Correrà la Vuelta? «Se andrò a Rio, no. Farò San Sebastian, Rio, le classiche canadesi e le corse italiane. Se per disgrazia non andassi ai Giochi, allora farei la Vuelta».
Cosa dobbiamo aspettarci dall'Astana e da Aru in questo Tour? «Ci sono due squadre, Sky e Movistar, che hanno i grandi favoriti della corsa e poi ci sono altri pretendenti ad un ruolo importante, tra i quali Aru. Abbiamo un leader designato come Fabio e un corridore come Vincenzo che ha vinto il Giro alla grande: tutti e due sono qui per fare il meglio possibile».
Per Aru si tratta del debutto: cosa dobbiamo attenderci da lui? «È giovane, deve avere il tempo di conoscere il Tour. Sono suo compagno di camera e vi posso dire che in questi giorni è stato sorpreso dall'adrenalina degli ultimi chilometri, dalla tensione che c'è, ma mi sembra anche divertito. Né al Giro né alla Vuelta c'è così tanto nervosismo, Fabio lo sta scoprendo giorno dopo giorno. Ed è ancora presto per sapere se potrà lottare per la vittoria, per il podio o per altro».
Vuol dire che potrà vincerlo in futuro? «Ha appena compiuto 26 anni e non si può chiedergli di vincere subito una corsa che non conosce. Sì, in futuro può vincere il Tour».
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