L'ABC di COSTA. TOM È IL BELLO CHE DEVE ANCORA VENIRE

GIRO D'ITALIA | 14/05/2016 | 18:13
di Angelo Costa

D come Dumoulin. Nel senso di Tom, ex maglia rosa. Oltre al primato, al Giro ha conquistato in fretta il ruolo di uomo copertina: in gruppo ora sanno che non ci si riferisce solo al meteo o allo spettacolo quando si dice che «adesso arriva il bello». Nell’ambiente gli vogliono tutti bene, soprattutto le miss: oltre alla maglia rosa, speravano che conquistasse anche la blu, la bianca, e la rossa per poterselo spupazzare un po’ sul palco. Appartiene alla razza dei ciclisti gentiluomini: raccontano i direttori sportivi che, quando sfrutta la scia delle ammiraglie per rientrare dopo un guaio meccanico o una necessità, ringrazia. Presto scopriremo che non fa pipì per strada, ma nei bar, che offre da bere a chi resta senza borraccia e aiuta le signore ad attraversare la strada alle partenze. È talmente educato da non perdere la pazienza nemmeno quando, nello spot dello shampoo che lo sponsorizza, rientra in camera e trova un altro nella doccia. Prima della tappa di Arezzo ha detto: «Non temo l’acqua, al massimo sullo sterrato ci copriremo di fango». Tanto, prima o poi, la doccia si libera.

G come Greipel. Nel senso di Andre, velocista tedesco. Dato per bollito nelle giornate olandesi del Giro: appena ha respirato l’aria d’Italia, ai fornelli ci si è messo lui. Lo chiamano Gorilla e ancora c’è chi si ostina a specificare che è per l’aspetto fisico: hai detto mai che qualcuno pensi che sia perché gli piacciono le banane. Quando riemerge dal manubrio e allarga le braccia, chi è alle sue spalle rischia di prendersi un manrovescio e ritrovarsi in tribuna: per evitarlo, lui continua a vincere volate per distacco. Ha una potenza devastante, nota da tempo: lo chiamano anche Hulk, forse perché al Tour girava colorato di verde. Chi si diletta di questo genere di calcoli, ha scoperto che qui al Giro, nella volata di Benevento, ha sprigionato 1.900 watt e che in un test è arrivato addirittura a 2.100: roba da far splendere a giorno una galleria dell’autostrada o un parcheggio sotterraneo. Davanti  a un simile prodigio, alcuni giornalisti hanno chiesto lumi al diretto interessato, prendendosi sui denti una risposta secca: «Non sono abituato a dare i numeri». Sottinteso: lo lascio fare a voi.

N come Nibali. Nel senso di Vincenzo, favorito del Giro. Oltre che campione già consacrato alla storia. Oltre che buon conoscitore della storia: avendolo ammirato da bambino, sa bene che Pantani, prima di ogni salita, si preparava all’attacco buttando via la bandana e il cappellino. Chissà se è stato per questo o per quanto accaduto a Roccaraso, quando l’ammiraglia lo ha mandato allo sbaraglio facendogli fare una figuraccia, che prima dello sterrato di Arezzo anche lui ha buttato via qualcosa: l’auricolare.


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