Armstrong: no all'abolizione del "campione B"

| 21/11/2006 | 00:00
Lance Armstrong si è detto contrario ad una modifica delle procedure di controllo antidoping. Il texano ha spiegato, in un’intervista concessa alla Reuters, che «se gli atleti non saranno protetti e rispettati, e se i loro diritti non saranno protetti e rispettati, non ci saranno mai progressi». Una delle nuove misure allo studio della Wada è l’abolizione del “secondo campione” in occasione dei controlli antidoping. E proprio contro questa idea si è schierato Armstrong: «Per uno sportivo, essere sospeso a vita per un solo campione, senza controanalisi, significa essere condannato a morte. Se non ci sarà alcuna prova d’appello e di riabilitazione, ci troveremo con un gran numero di innocenti nel corridoio della morte». Armstrong ha anche confermato la linea della “tolleranza zero” adottata dalla Discovery Channel: «Se qualcuno dei nostri atleti si trovasse coinvolto in un affare di doping o concretamente implicato in un’inchiesta giudiziaria per gli stessi motivi, sarebbe immediatamente escluso dalla squadra».
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