DOWN UNDER. Spiando il lavoro dei meccanici...

PROFESSIONISTI | 27/01/2016 | 07:52
Ho parlato di salviette per neonati, cassette infinite e detersivo per i piatti con i meccanici presenti al villaggio del Tour Down Under collocato nel centro di Adelaide, in Australia Meridionale.

"Non ho mai usato per intero una cassetta". Il meccanico della Katusha "Brownie" ha la mia totale attenzione mentre pulisce la splendida Canyon di Tiago Machado.
"All'interno ho dentro sempre almeno 3 catene. Ogni venerdì la modifico. La tolgo, la ripulismo e rimpiazzo ciò che manca".

Girando tra bici che valgono complessivamente centinaia di migliaia di dollari, mi fermo e chiacchierare con "Nashy," al lavoro su alcune Cannondale. che prende in giro Brownie dicendo "Non fa fuori tutti i suoi ingranaggi, perché non fa abbastanza chilometri!"

Mi piace il post gara, con i meccanici al lavoro sulle bici. Lavano e sgrassano con le bici appese e i piedi nel fango e nel sapone, sempre gridando allegramente tra di loro. Il rapido click di ingranaggi, lo sfilare della ruota libera e il rumore dei cricchetti alternato ai compressori d'aria sotto le tende, ti permettono di vedere cose che non si vedono da nessun'altra parte.

I corridori con indosso zaini, gilet refrigeranti e i completini impolverati si spingono l'un l'altro per gioco, fingono di correre incontro ai loro meccanici, di raccogliere i tubi e spruzzarsi prima di una meritata doccia e di un buon piatto di pasta ricoperto di formaggio grattugiato.

Nello staff al lavoro vi è un melting pot di accenti e lingue. Io scelgo con cura la mia strada attraverso la giungla di carbonio fino a raggiungere John, meccanico della Lotto-Soudal, originario di Adelaide. Il suo segreto? "Le salviette per i neonati" confida, indicando un'immacolata la sua Cipollini RB1K posta nelle vicinanze e la Ridley di Adam Hansen sistemata sul cavalletto.

"Io uso le salviette umide per l'igene dei bambini per tutto: per il telaio, la trasmissione, le ruote. Dopo ogni giro ne uso una per pulire la catena, semplicemente girando i pedali".
La marca migliore? "Johnson & Johnson" risponde in fretta, "Non so il motivo, penso che sia per gli oli che contiene".
Mi aggiro ancora un po' nel paddock e incontro Alex della Giant-Alpecin che, stupito della mia richiesta sui prodotti che utilizza, risponde: "Uso ciò che usano tutti, le solite cose, davvero". Mentre lui scrolla le spalle scorgo dietro di lui il detersivo per piatti Fairy.

Ci sono una marea di prodotti per la pulizia delle bici, ma nella massima categoria primeggia ancora la vecchia scuola in cui basta del detersivo e una spugna come ci conferma anche Nick, meccanico della Française des Jeux all'opera sulle Lapierre. "Acqua, sapone e una spugna pulita, ovviamente!".

Se avrete mai la fortuna di andare dietro le quinte di una corsa ciclistica, passate un po' di tempo nel "corso di servizio". Il duro lavoro dei meccanici è fondamentale. Come si suol dire, una bici pulita è una bici veloce.
Ora, se volete scusarmi, vado a fare scorta di detersivo per i piatti e salviette per neonati.
 
James Raison
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