MOSER, ritorno trionfale a Bottegone

INIZIATIVE | 19/10/2015 | 09:45
Sono stati oltre duecento gli appassionati di ciclismo che hanno voluto applaudire il ritorno di Francesco Moser al “suo” Bottegone, un popoloso sobborgo della città di Pistoia dove lo sport del pedale è sempre stato al vertice delle preferenze.
A riportare l'asso di Palù di Giovo alla Casa del Popolo di Bottegone, un luogo sacro che nei due anni da dilettante costituì il baricentro della sua carriera sportiva, sono stati principalmente l'ex-presidente del GS Bottegone Ciclismo ed ex-sindaco di Pistoia – nonché primo tifoso di Moser insieme al suo compianto fratello Giampaolo che fu un altra colonna portante del team bottegonese – Renzo Bardelli e Matteo Giusti, ex-ciclista ed attuale presidente della Casa del Popolo. Il talk show all'interno del salone riservato alle cerimonie è stato preceduto da una visita del nutrito gruppo di ospiti all'azienda pistoiese Vannucci Piante, leader nel settore vivaistico a livello internazionale, con l'amministratore Vannino Vannucci impegnato di buon grado nell'occasione a fare gli onori di casa ed ovviamente a confessare il suo tifo per Moser.

Dopo il rientro a Bottegone è iniziato il lungo pomeriggio dedicato a Francesco Moser, preceduto dal saluto delle autorità locali per Comune, Prefettura e Questura di Pistoia. Su impulso della presentatrice Elena Forzoni e dopo il benvenuto da parte di Matteo Giusti e Renzo Bardelli, il microfono è stato “rapito” dal leggendario Giorgio Vannucci (o Giorgio Moser, come lo aveva soprannominato a suo tempo il campione belga Roger De Vlaeminck...), bottegonese DOC per ben 14 anni diesse e quasi un secondo padre di Francesco. Vannucci scoprì Moser a capo di uno spettacolare inseguimento da lui messo in atto durante una corsa in Liguria e si innamorò subito di questo ragazzone spavaldo e dotato di mezzi atletici fenomenali, convincendolo a tesserarsi per il GS Bottegone. Il 1971 e 1972 furono due anni memorabili, contraddistinti da oltre 40 successi ottenuti dal Checco nazionale, che si laureò campione italiano dilettanti e trionfò nel Giro Baby. Il sodalizio Moser-Vannucci proseguì anche tra i professionisti, con grandi soddisfazioni (e poche delusioni...) reciproche. Ma ad animare questo simpatico incontro con Moser, per la serie amarcord, hanno provveduto altri ex-ciclisti che hanno spesso “incrociato” le loro bici con lui. Walter Riccomi, quinto in un Tour de France, lasciò il GS Bottegone proprio l'anno prima dell'arrivo di Francesco e dovette poi soccombere spesso alla classe e alla forza del fuoriclasse trentino. Ci fu poi un momento in cui Riccomi era in trattativa per diventare compagno di squadra di Moser alla Sanson, ma le “sirene” della Scic lo convinsero a restare per fare da chioccia addirittura all'acerrimo rivale di Moser, Giuseppe Saronni. Molto applaudito l'estroverso Iorio Grulli, luogotenente di Moser nel GS Bottegone, che nella sua Carpi ha vissuto  il dramma del terremoto vedendo andare in frantumi il suo capannone e che quello stesso capannone ha ricostruito con tanta determinazione ed altrettanto coraggio. In tandem sul palco il laziale Armando Topi, compagno d'armi e di scherzi di Moser alla caserma romana della Cecchignola e il toscano Rocco Gatta, che il grande Alfredo Martini descrisse scherzosamente al famoso giornalista Ermanno Mioli, perplesso, come un non meglio precisato “rappresentante di verdure” che viaggiava con una valigetta 24 ore in cui teneva una carota, un sedano e dell'insalata. Sempre Martini, da diesse della Ferretti professionistica, ricevette la telefonata di un amico che gli caldeggiava con forza l'ingaggio di Gatta e la sua risposta fu che non poteva tesserarlo perché in squadra aveva già Topi... La sfilata degli ex ciclisti è proseguita con Marco Pampaloni, dilettante nel GS Bottegone, con Ivano Luciano Damiani, fratello dell'ex-ciclista Ermanno, scomparso pochi anni fa. Toccanti le parole e il ricordo di Franco Ballerini da parte di Franco Vita, autista dei CT azzurri da tanti anni e figura molto apprezzata nel mondo del ciclismo.

Altri interessanti interventi hanno avuto come protagonisti il medico-storico-biografo del ciclismo d'antan, Carlo Delfinol'avvocato Fausto Malucchi, supertifoso di Vincenzo Nibali, il presidente di AVIS Pistoia Igli Zannerini, l'ex-professionista Leonardo Giordani e il mitico presidente del GS Bottegone Ciclismo Sandro Fedi.

«Per me è stata un esperienza bellissima - ha dichiarato Moser al termine della manifestazione -. Qui ho ritrovato tanti amici con in quali abbiamo ricordato dei momenti vissuti insieme ed ho pure rivisto quei luoghi dove sono nato come corridore. Arrivai a Bottegone il 14 febbraio del 1971 e trovai una giornata veramente brutta, tanto da farmi considerare seriamente la possibilità di rifare i bagagli e di tornarmene a casa. Ma superai lo scoramento e da lì ebbe inizio la mia storia ciclistica, che mi ha regalato tante soddisfazioni».

Stefano Fiori
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COMMENTI
Sabato 17 mi sono “sciroppato” 500 chilometri
19 ottobre 2015 11:50 canepari
per andare in Toscana. Volevo cercare di capire in che ambiente è sbocciato ed è maturato definitivamente il “fenomeno” Francesco Moser. Ebbene, devo dire che ho cercato invano quell’ambiente da faide ciclistiche di campanile che mi ero immaginato. Più di 40 anni non passano invano senza cambiare un paese e i suoi abitanti. Adesso Bottegone è infatti un sobborgo delle periferia pistoiese, schiacciato dal traffico e popolato da ragazzi distratti e anonimi, assorbiti dai cellulari e dalle cuffiette. Gli over sessanta invece hanno tributato al campione un autentico bagno di folla. Si ricordavano di lui come fosse ieri. Dirigenti, compagni di squadra, rivali e suiveurs. Assenti in sala, come ho sottolineato prima, le nuove generazioni che non hanno vissuto e, quasi sicuramente, non hanno interesse a conoscere l’epopea di una squadra ciclistica di paese, nata per volere di mecenati generosi (Lando Cappellini) e di appassionati cultori della bicicletta. In primis un ancor lucidissimo e svettante Giorgio Vannucci, il direttore sportivo che ha accompagnato Francesco nelle prime corse e ne ha disciplinato l’irruenza seguendolo poi dopo anche tra i prof. Uomo di una volta questo Vannucci, saggio, astuto, intenso, vero, loquace e sagace come solo i vecchi toscani sanno essere. Su tutti il grande Moser, pacato, modesto, mai restio alla battuta, sempre pronto a lanciare qualche perla di saggezza e che a tratti mi ha ricordato quell’Alfredo amato da lui e da tutti, e che riposa non tanto distante da li. E poi Walter Riccomi; che personaggio questo corridore che tutti ricordiamo!... Nonostante, e mi si perdoni una divagazione musicale, in quegli anni abbia fatto la fine di Salieri, quando sulla scena artistica viennese è comparso il genio di Mozart, retrocedendo amaramente negli ordini d’arrivo, Riccomi ha mantenuto quel piglio agonistico del duellante vero e quell’amicizia cameratesca che dura tutta la vita. Bravo Walter, sei uno sportivo vero e mi piace ricordarlo a quanti leggono. Come mi piace ricordare le storie e l’abbacinante luce che raccontano di aver visto i rivali e i compagni-gregari-comprimari i quali dovevano darsi il cambio per stare a ruota di un fenomeno dalla forza erculea e dalla determinazione mentale che solo chi origina dalla terra e da dai suoi lavori può avere. Infatti qualcuno tra il pubblico ha sostenuto che Moser è l’ultimo dei “ciclisti antichi”: un Ganna, manovale e muratore; un Bottecchia, di origini contadine, boscaiolo ed emigrato; un Linari scolpito nel marmo...Solo chi veniva dalla fatica e dal lavoro manuale, regolato dai ritmi delle stagioni e dai rintocchi del campanile, poteva diventare un Campione impegnando nello sport sacrificio, saggezza, determinazione, correttezza e voglia di vincere. Inoltre, e lo sappiamo tutti, il “vero corridore” è uno che sa correre tutto l’anno, in linea, a tappe, in pista; uno che fa il record dell’ora, le Sei Giorni e il ciclocross.. Però, andando oltre, sappiamo bene che è stato forse anche il primo dei “corridori moderni” aprendo la strada alla scienza e alle nuove metodologie di preparazione, tuttavia mai accettando passivamente ma sempre vagliando tutto con la necessaria curiosità per capire e discutere. Ed è questo che fa’ di Francesco Moser uno di corridori più intelligenti, avveduti e saggi che esistano.

Sabato 17 mi sono "sciroppato" 500 metri ...
19 ottobre 2015 16:58 Melampo
..., a piedi, per andare alla Casa del Popolo.

Bella serata, senz'altro. Quoto "canepari" al 100 %, al 105 % quando dice:

"Adesso Bottegone è infatti un sobborgo delle periferia pistoiese, schiacciato dal traffico e popolato da ragazzi distratti e anonimi, assorbiti dai cellulari e dalle cuffiette ..."

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