La Uec a MIlanoi: «Le Federazioni chiediono all'Uci più spazio»

| 02/09/2006 | 00:00
Su proposta del Congresso della UEC e delle federazioni di ciclismo belga, spagnola, francese e italiana, l’Unione Europa di Ciclismo (UEC) ha organizzato a Milano una tavola rotonda riunendo i dirigenti delle federazioni europee. I temi affrontati sono stati i seguenti: - migliorare le relazioni tra le federazioni nazionali e l’UCI sviluppare il ruolo e le azioni dell’UEC - fare il punto sulla riforma del ciclismo professionistico - migliorare la lotta contro il doping Gli scambi porteranno l’UEC a fare delle proposte all’UCI su un certo numero di argomenti. In generale, le federazioni europee sottolineano il peso primordiale del ciclismo europeo nel ciclismo mondiale e chiedono fermamente che gli interessi europei siano maggiormente presi in considerazione. Le federazioni auspicano di essere realmente unite nelle decisioni prese per tutte le istanze internazionali. Questa reale collaborazione permetterà una implicazione costante e reciproca per riformare il ciclismo e costruire il suo avvenire. Per la questione fondamentale del doping, le federazioni europee presenti riaffermano fortemente la loro volontà di lotta e il loro impegno a mettere sempre in opera il massimo dei mezzi. Questo quanto emerge dall'ufficialità dell'incontro. Tra le righe si può dire che l'incontro avuto a Milano, alla presenza di Pat Mc Quaid, il numero uno del ciclismo mondiale, si è rivelato franco e costruttivo. Mc Quaid da una parte ha riconosciuto il ruolo strategico delle varie federazioni, in particolare quella italiana, ma non ha mancato di bacchettare la nostra Federciclismo sulla posizione assunta in merito all'«Operacion Puerto». «Fate come sta facendo una federazione all'avanguardia e moderna come quella tedesca» ha detto Mc Quaid. «Nulla da ridire, ma la pulizia bisogna farla nell'ambito di regole e regolamenti riconosciuti. E soprattutto, guai a criminalizzare solo e soltanto i corridori: bisogna arrivare a punire anche i dirigenti, che non possono non sapere», ha replicato Di Rocco. Ha fatto sorridere l'uscita di Mc Quaid quando ha richiamato la Federazione ciclistica Italiana per l'uscita di Moser in merito alla liberalizzazione del doping. «Moser è un vostro componente, con noi non ha nulla a che fare», ha ribattuto Di Rocco. Sul fronte Pro Tour tante idee, tante parole e la promessa di rivedersi a breve con delle proposte concrete da sottoporre in visione all'Uci.
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