MARZAIOLI e l'omaggio della sua Maddaloni

STORIA | 15/02/2015 | 14:27
Maddaloni, e lo sport tutto di Terra di Lavoro, hanno reso omaggio sabato 14 febbraio, ad Alberto Marzaioli, un primattore generoso ed amato di quella disciplina popolare - il ciclismo - che sulle strade casertane ha segnato giorni e volate di una passione mai occasionale.
Alberto Marzaioli, nella ricorrenza del primo anniversario della sua scomparsa, è stato ricordato in una manifestazione pubblica, patrocinata dal Comune di Maddaloni e dalla "Fondazione Villaggio dei Ragazzi - don Salvatore D' Angelo", nell'Auditorium Chollet del Villaggio dei Ragazzi ed organizzata dal fratello Amedeo, memoria storica del ciclismo provinciale (e non solo), con la partecipazione del sindaco di Maddaloni Rosa De Lucia e la presenza di protagonisti illustri della storia del ciclismo italiano.
A parlare di Alberto, delle sue cinque stagioni da professionista (1961-'65), dei suoi tre Giri d' Italia ('62, '63 e '64) disputati, della sua "Roubaix" da esordiente, nel '61, dell'affetto che nutriva per lui Gino Bartali, che lo aveva eletto ancora dilettante a suo pupillo, c' erano infatti Carmine Castellano, il patron del Giro d' Italia, Angelo Damiano, medaglia d' oro olimpica nel tandem a Tokyo '64, Gianfranco Coppola, giornalista della Rai appassionato di ciclismo ed Italo Zilioli, figura di elegante carisma del ciclismo migliore che si ricordi, 5 tappe vinte e tre volte secondo al Giro, una miriade di classiche nazionali (Giro di Campania '68 incluso), la maglia gialla al Tour '70, da alter-ego in quella edizione di Eddy Merckx....
E' tornato così alla luce, senza aver mai dismesso il suo profumo, il ciclismo del biancoenero, del 'Processo alla tappa', di squadre garibaldine come la CITE e la San Pellegrino. Sono tornati i piazzamenti di quel Marzaioli lì,  per ognuno un ritaglio. Secondo alla tappa di Olbia del 'Sardegna' '62, fra Adorni e Schroeders... Terzo, dietro Tonucci e Bruni, a Fano, nel 'Giro '63... Secondo, fra Gimmi e Maurer, in una frazione della 'Svizzera' '63. Terzo, a Ceprano, in una prova del Trofeo Cougnet '65... Con un nuovo lustro per quella tenzone municipale, da derby, del testa a testa con i ciclisti casertani di allora: Luigi Mele, di Calvi, e Mario Acconcia, di Recale.
Ed è tornato il sottile dispiacere di quell'arrivo a Caserta nel Giro del '64, quando davanti alla Reggia vinse Giorgio Zancanaro. E lui, Alberto, lui, l'«enfant du paisà», acclamato da tutti, che arrivò disperso nella sagoma anonima del gruppo.
Ma è tornato innanzitutto - vittorioso -  il piacere di esserci stato, nella cifra della dinastia Marzaioli, da titolare. In quel mondo di sport romantico, ed in quel ciclismo dall' amore secolare.
 
Gian Paolo PORRECA

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COMMENTI
ricordo che
15 febbraio 2015 20:32 canepari
Rino Negri racconterà per una vita di aver intervistato all’arrivo un peones del ciclismo, Alberto Marzaioli, sulla sua esperienza nell'inferno del Nord, proprio lui che veniva dall'Italia del Sud?.. E il sincero Marzaioli:”Dottor Negri, ma che vi devo dire, che chest' song' 'na schifezza 'e strade!”. L’autentico sfogo di un Marzaioli distrutto dalla fatica e dalla polvere negli occhi, eppure orgoglioso dell'aver finito la gara, «Mi sono tolto lo sfizio di vincere la volata di un gruppetto di ritardatari. Sono arrivato 92° ad undici minuti da Rik Van Looy, per me il più forte ciclista di sempre”.

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