Kim Andersen e la memoria corta dell'UCI

| 15/07/2006 | 00:00
In un contesto tanto o troppo giustamente consacrato al Codice Etico, con Ullrich e Pevenage, Basso e Saiz assegnati alle patrie dimore, ed Iban Mayo tempestivamente a casa, ci/vi chiediamo se il danese Kim Andersen, direttore sportivo aggiunto o vicario o passaparola della CSC, non sia per caso il ciclista danese Kim Andersen squalificato a vita - o giù di lì - per doping recidivo a metà degli anni '80: Giro del Lazio '85, Freccia Vallone '86 e Tour de Limousin '87...E se, in questo caso, non convenga come minimo discuterne - o sanzionarne con il trasparente manager Bjarne Rjis, prima che con la così solerte stampa francese - la sua presenza attiva in una manifestazione a concreta ragione morale come il Tour. Con il dubbio, del tutto lecito, che questo Tour 2006 sia ormai buono solo per gli smemorati del contegno. Gian Paolo Porreca
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