PROFESSIONISTI | 27/08/2013 | 09:59 Ieri alla Vuelta era in programma una tappa con finale alla... Philippe Gilbert. E invece ha vinto Chris Horner, nuova maglia di leader, davanti ad Alejandro Velverde. E Gilbert? Anonimo, abulico, ancora deludente. Stiamo parlando del campione del mondo in carica, un corridore che nella sua carriera da pro ha vinto tra l’altro una Liegi, due Lombardia, una Freccia Vallone, due Parigi-Tours, due Amstel, una San Sebastián, una tappa al Giro, una al Tour e quattro alla Vuelta, per un totale di 52 successi. Poi, nell’autunno scorso, Gilbert è diventato campione del mondo a Valkenburg. E da allora sono iniziati i problemi, perché a tutt’oggi il vallone è ancora a zero successi in questa stagione. Che sia la maledizione dell’iride? Stupida superstizione? Si legga ciò che segue, dopodiché ognuno sarà libero di pensarla come vuole, ci mancherebbe altro...
STORIA Iniziamo una breve carrellata storica dal tedesco Heinz Muller, primo nel ‘52: l’anno dopo vinse solo il campionato nazionale. Terribile la sorte di Stan Ockers, belga dalla classe purissima: vinse l’iride a Frascati ‘55 ma il 29 settembre ‘56 cadde in pista durante una riunione ad Anversa: morì due giorni dopo per la frattura del cranio; nel 1963 l’impertinente belga Benoni Beheyt disubbidì al suo capitano Rik Van Looy, anticipandolo nello sprint di Renaix e ciò lo rese un emarginato in gruppo, al punto tale da essere costretto a ritirarsi due anni dopo, a soli 26 anni; l’inglese Tom Simpson fu primo nel ‘65 a San Sebastian e due anni dopo, sul Ventoux durante il Tour ‘67, morì per un collasso; nel ‘69 ci fu il trionfo dell’olandese Harm Ottembros sul circuito di Zolder: ebbene, da quel giorno il tulipano si aggiudicò solo una corsa, una tappa del Giro del Lussemburgo, oltre a modeste kermesse; andò assai peggio a Jean Pierre Monséré: primo a Leicester ‘70 ma nel marzo ‘71 perse la vita perché investito da un’auto che procedeva in senso contrario durante una kermesse dove preparava la Sanremo: quattro anni dopo anche suo figlio Giovanni morì dopo essere stato falciato da una vettura mentre pedalava. Un altro belga, Rudy Dhaenens, fu iridato nel ‘90 a Utsunomija: fu quella l’ultima vittoria della sua carriera. il fiammingo perì il 6 aprile ‘98, a neppure 37 anni, in un incidente stradale.
TRANSALPINI E i francesi? Luc Leblanc primo ad Agrigento ‘94 non vinse mai nel ‘95; il suo collega Laurent Brochard, iridato a San Sebastian ‘97, l’anno dopo fu squalificato sei mesi per doping nello scandalo Festina: in mezzo ai due, ecco il belga Johann Museeuw, iridato nel ’96 a Lugano, ma rimasto senza classiche nel ‘97 pur essendo un mago di quelle corse storiche. Nel 2000 a Plouay toccò al lettone Romans Vainsteins, il cui estro nella stagione successiva emerse solo in due tappe (una alla TA e l’altra al Catalunya). Nel 2003 ad Hamilton toccò allo spagnolo Igor Astarloa, che nel 2004 raccolse solo una tappa del Brixia Tour! Nel 2008 Alessandro Ballan vinse a Varese, ma l’anno dopo fu debilitato dal cytomegalovirus: l’inizio di un calvario senza fine. Adesso Philippe Gilbert, simpatico vallone, che oltretutto dice di avere problemi seri a un ginocchio.
da «Tuttosport» del 27 agosto 2013 a firma Paolo Viberti
Ma nessuno si chiede il perché di una flessione che già prima della conquista della maglia iridata era evidentissima.....ma questo è il problema ....salti di rendimento a dir poco sorprendenti...vedi Froome prima per anni brocco poi campione irresistibile e superlativo.....chi me lo spiega?
?
27 agosto 2013 12:27cervo2
Froome per anni brocco? Ha avuto una rara infezione parassitaria che gli ha fatto perdere parecchi mesi, ancor prima veniva ai campionati del mondo u23 come keniota senza un minimo di assistenza (iscrivendosi da solo), ma le persone attente lo hanno sempre considerato un corridore di talento…
Brocco non è mai stato, altrimenti Sky certo non gli avrebbe offerto un contratto del genere dopo la chiusura di Barloworld, e già nel 2011 ha fatto vedere di cosa fosse capace.
Dovresti informarti meglio a mio avviso.
Gestione delle carriere del corridore moderno già affermato
27 agosto 2013 13:53bira
1) Si vince*.
2) Si firma un ottimo contratto.
3a) Con il contratto in mano la bici non la si muove**.
3b) Ci si depura.
4) In prossimità della scadenza contrattuale si riapre il gas.
* Possibilmente non tutto l'anno al fine di ridurre i tempi richiesti al punto 3b.
27 agosto 2013 15:29lele
In maniera piuttosto diretta, credo che Bira abbia spiegato il mistero!
Vincere da Almeria a ottobre per tutto l'anno non penso abbia niente a che vedere con la maledizione della maglia iridata.
Uno cosi non si trasforma in "normale" l'anno dopo!
Comunque come dice Bira aspettiamo il fine stagione!
27 agosto 2013 18:33foxmulder
Mano sui gingilli Philippe! Analisi a dir poco iettatoria... (che tra parentesi mi tralascia anche una stagione "Mondiale" di Hushovd a dir poco deludente).
Sfiga diventare champion du monde nell'anno in cui mettono a punto i test sulle microdosi... Sssssssssssht. Non ho detto niente.
È soltanto tornato hai suoi livelli
27 agosto 2013 23:21Berto65
Se lasciamo perdere il 2011 dove Gilbert é andato forte da febbraio a settembre,per quanto riguarda le altre stagioni lui é sempre stato un corridore da fine stagione iniziando a vincere da settembre in poi ,come del resto a fatto anche nel 2012 , l'anno del mondiale
28 agosto 2013 00:01carlino
Chiacchiere da lavandaie.....
Obiezione
28 agosto 2013 00:14Legend
La storia del "con il contratto in mano la bici non si muove" non ha senso, difatti Gilbert è esploso proprio quando è passato alla Lotto. Io suppongo piuttosto che ci sia qualcosa che non funziona nella BMC: campioni su campioni ma, a parte qualche sprazzo di classe, il nulla totale. Ora la stagione di Gilbert è andata, vediamo l'anno prossimo.. in qualche modo dovrà rispondere alle critiche.
LA STORIA SI RIPETE
28 agosto 2013 16:57jaguar
OK avete ragione tutti voi: la befana esiste!!!!!!!
Per meartens
28 agosto 2013 22:01Berto65
Si capisce lo stesso.... Se ti va scrivo così altrimenti......
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