Rossato ci scrive. «E ora con il mio medico cosa devo fare?»
LETTERA APERTA | 27/06/2013 | 17:41 Mirko Rossato, ex corridore professionista, oggi apprezzato tecnico della Trevigiani- Dynamon nonché della Bardiani-CSF, ci scrive una lettera aperta per gridare la propria preoccupazione sulla nuova norma Federale che vieta ai medici sociali di società professionistiche di assumere
contestualmente l’incarico di medico in squadre dilettantistiche o amatoriali. Una scelta di campo che crea non pochi problemi applicativi e lascia aperti molti interrogativi.
Scrivo questa mia dopo avere inutilmente tentato di contattare la commissione tutela salute ai numeri istituzionali in riferimento al comma 3 dell’articolo 6 delle nuove norme sulla tutela della salute emanate dal consiglio federale in data 12 dicembre e pubblicate il 20 dicembre 2012.
La norma vieta ai medici sociali di società professionistiche di assumere contestualmente l’incarico di medico in squadre non professionistiche. Secondo questa norma il dottor Benini ha dovuto abbandonare il suo ruolo di medico sociale di società non professionistica, incarico che riveste per la squadra oramai da 12 anni: deve scegliere o i professionisti o i non professionisti. Questa situazione comporta alla mia società un grande disagio; da molti anni c’è un rapporto di collaborazione, di fiducia e di stima (oltre che di amicizia personale) con il dottor Benini; in vista della stagione 2013 si è organizzata una riunione con tutti i corridori già nell’ottobre 2012, con il sollecito tesseramento a novembre 2012 (selezionandolo come previsto dalle norme federali, il suo nominativo in qualità di medico sociale) e con lo svolgimento tempestivo delle visite e degli esami di rito in modo da permettere agli atleti (molti dei quali di interesse nazionale e impegnati in attività internazionale) di iniziare le competizioni immediatamente a gennaio. Nel corso degli anni si è creata una situazione che ritenevo fosse un punto di vanto: il medesimo medico poteva seguire gli atleti durante la loro crescita atletica nel passaggio dalla categoria dilettanti al professionismo, realizzando una stretta collaborazione tra la mia squadra e il team di Reverberi con il quale sono transitati alla categoria superiore numerosi atleti. Ritenevo importante che il medico potesse farsi “garante” della salute degli atleti condividendo con lui la scelta (peraltro impegnativa anche solo per questioni logistiche) di collaborare con il centro Mapei presso il quale vengono effettuati test di valutazione funzionale e praticata la misura della massa emoglobinica da più parti ritenuta importante per evidenziare eventuali “manovre” vietate. Adesso le mie convinzioni vengono meno in quanto il medico di mia fiducia è stato costretto a scegliere: o i professionisti o i non professionisti. Ha scelto di rimanere con Reverberi, quindi ad oggi mi trovo a dover cercare un nuovo medico; la stagione è iniziata e devo cercare di ricreare con lui la situazione precedente che solamente (lo sottolineo con forza) negli anni e con uno stretto e continuo rapporto si è riuscito a realizzare. Il dottor Benini si è premurato di cercare un sostituto (di sua conoscenza e stima) per non piantare in asso la società disponibile a prendersi in carico la squadra, ma pare che il collega indicato non possa assolvere all’incarico perché ha raggiunto il numero massimo di società previste dalla normativa (nonostante la richiesta sia stata fatta IN DEROGA alla norma di riferimento e nonostante mi risulti che alcune delle società a lui assegnate siano di categoria juniores, dove la necessità del medico è venuta meno proprio in seguito alle stesse norme del dicembre 2012; scelta che assolutamente non condivido, essendosi persa in questa maniera quantomeno la possibilità di fare cultura negli atleti più giovani. A questo punto mi chiedo come posso fare e Vi chiedo come comportarmi.
Procuratevi un allenatore e dei massaggiatori. I medici servono quando qualcuno sta male. In quel caso ci sono le usl...
stimato?
27 giugno 2013 18:55superpiter
Ma da chi ....
.... questo e' assurdo e...
27 giugno 2013 19:16soloio
piu' uno cerca di essere trasparente lavorare con serieta' piu' le norme federali di nuova costituzione ti complicano la vita .. di sicuro non tutte le societa' lavorano come la vostra vediamo in quanti si lamentano per questa nuova norma ..
per quel tizio sopra .... i medici caro amico mio per tua informazione nelle squadre sono importantissimi e devono essere seri al 100% come in questo caso specifico dove leggo di una collaborazione decennale ...non fare ironia del cavolo!!!
La soluzione
27 giugno 2013 20:09ruotone
E' tutto così semplice.
Il dott. Benini si associa ad un centro medico e si fa accreditare dalla Fci.
Poi porta il team professionistico al centro medico e fa firmare tutto da un collega. Nel contempo continua imperterrito a lavorare per team giovanili e dilettantistici. Se poi facesse il medico della nazionale sarebbe ancora meglio e sarebbe più garantito.
Dategli il suggerimento. Qualcuno fa già così.
SOLO NEL CICLISMO PUO SUCCEDERE
27 giugno 2013 20:32sergio1958
Queste cose possono succedere solo nel ciclismo ne inventano una tutti i giorni
Danni collaterali??
28 giugno 2013 15:59buendia
Di fronte ad una regola così bizzarra divento curioso, e quando sono curioso cerco di capire.
Questa volta ho capito che Rossato è stato impreciso nella sua meritoria denuncia di una regola assurda.
E’ stato impreciso perché la norma non vieta il doppio incarico a tutti i medici di società professionistiche, ma solo ai medici di squadre professionistiche affiliate alla FCI.
C’è una bella differenza!!!
Questa differenza per me significa capire la ratio della regola.
Caro sig. Rossato, non si lamenti, molto probabilmente la Federazione non ce l’ha con lei e la sua squadra.
Credo che lei in questo caso è quello che in termini militari viene definito “danno collaterale”.
Il missile era destinato e presumo abbia colpito altrove.
Ora il dubbio è un altro: perché il destinatario del missile tace?
Questo non riesco proprio a capirlo.
Comunque per il prossimo anno, la soluzione al problema è semplicissima.
Una bella affiliazione all’estero per la Bardiani-CSF e tutto è a posto.
Magari Di Rocco è pure contento e la ringrazia
Poveri noi.
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