Malagò: «Massima collaborazione». Fischetto e Fiorella sorpresi

DOPING | 18/06/2013 | 19:28
«Abbiamo appreso la notizia della perquisizione appena atterrati in Turchia. È un'iniziativa della Procura di Bolzano e ci dicono sia un atto dovuto. Ovviamente, da parte del Coni, c'è la massima disponibilità e collaborazione».

Così il presidente del Coni, Giovanni Malagò, in Turchia per la XVII edizione dei Giochi del Mediterraneo, parla dell'intervento dei Nas nella sede della Procura antidoping del Coni per acquisire documenti e materiale relativi ad Alex Schwazer. Si è appreso, intanto, che il sequestro riguarda anche 12 referti di prelievi effettuati sull'ex marciatore azzurro dal 2008 a oggi, tra cui quattro campioni di sangue e urine. «Evidentemente - ha aggiunto Malagò - c'è un'ipotesi legata a qualcosa che ancora non è emerso. Noi abbiamo fornito ai Nas tutti gli elementi che ci hanno chiesto. So che ci sono state perquisizioni anche in federazione (di atletica leggera, ndr.) e a casa dei medici». «Oggi sono il presidente del Coni - ha proseguito - ma prima ho seguito la vicenda da sportivo con forte emotività e anche con sorpresa e stupore. Sulla vicenda non sono in grado di dare nessuna opinione; prendiamo atto e dal Coni c'e massima collaborazione e disponibilità con chi ha il compito di accertare le responsabilità nella vicenda».

Situazione imbarazzante per il neo presidente Malagò che eredita una situazione molto pensante, ma grande imbarazzo lo sta vivendo tutto il mondo dell'atletica.

Quattro ore di perquisizioni da parte dei NAS: due ora alla Fidal e altre due al Coni per acquisire tutta la documentazione sul caso Schwazer. È la sintesi della mattinata trascorsa dai carabinieri negli uffici "sportivi" per approfondire alcuni elementi della vicenda che ha portato alla squalifica di tre anni e mezzo dell’olimpionico di Pechino, positivo all'eritropoietina nel controllo antidoping Wada del 30 luglio 2012, a pochi giorni dalla partenza per Londra.

Oltre agli uffici di Coni e Fidal, i carabinieri hanno effettuato perquisizioni anche presso le abitazioni di Giuseppe Fischetto (responsabile medico della Federatletica), Piergiorgio Fiorella (collaboratore di primo piano di Schwazer su alcuni aspetti della preparazione), Rita Bottiglieri (all’epoca della positività responsabile del settore tecnico) e Michele Didoni, l’allenatore di Alex, che era stato scagionato dall’atleta nella sua confessione (“ho fatto tutto da solo”).

Ma se è vero che Fischetto parla di esami clinici "normali" presentati dal marciatore il 26 luglio c'è da chiedersi come sia stata possibile una simile evenienza dal momento che, secondo quando ammesso dallo stesso atleta, assumeva epo già da 12 giorni. E ovviamente i parametri si sarebbero dovuti scostare dalla media. Ma c'è da domandarsi anche come sia possibile che, due esperti come Fischetto e Fiorella - due dei nove esperti del passaporto biologico della Wada-Uci -, dopo aver “pizzicato” Franco Pellizotti, non abbiamo avuto modo di notare variazioni sospette nel passaporto biologico del marciatore altoatesino.
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COMMENTI
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19 giugno 2013 08:24 shamal
ma a noi fondamentalmente di sta storia qui che XXXXXXXX ce ne frega?cos\'è un forum sul doping o un sito di ciclismo?

Non vuoi capire
19 giugno 2013 09:38 Per89
Due dei medici perquisiti Fiorella e Fischetto appunto, fanno parte della commissione di 9 esperti UCI-WADA con il compito di controllare i passaporti biologici dei ciclisti. Una domanda sorge spontanea, infatti come mai due dei massimi esperti in questo campo che sono in grado di rivelare piccole anomalie nel passaporto biologico dei ciclisti non notano nulla di strano in quello del marciatore? E questo è il meno se i NAS e la procura di Bolzano dovrebbero appurare un loro coinvolgimento nel caso Schwazer, anche se credo sia molto improbabile.

I latini lo avevano già raccomandato
19 giugno 2013 14:54 Bartoli64
La “negligenza” dei due medici in questione mi pare sin troppo evidente, per questo la loro sospensione è quantomeno opportuna, anche perché i due fanno parte della commissione di 9 saggi incaricati di vigilare sui passaporti biologici.

Credo che, oltre alla sospensione odierna, per il futuro non sia più il caso di creare strane commistioni fra medici-controllori e medici che poi (con gli atleti da controllare) hanno stretti rapporti professionali.

D’altronde… siamo sempre in Italia, ed il motto latino “Quis custodiet ipsos custodes?”, lo hanno coniato 2.000 anni fa i nostri stessi avi su questo stesso suolo.

In ogni caso, il Passaporto Biologico rimane ancora la più efficace arma di deterrenza, controllo e scoperta, che ha attualmente in mano l’antidoping.

Ecco dove bisognerebbe destinare i pochi fondi che sono ancora a disposizione, altro che in studi statistici del menga!

Bartoli64

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