ESTONIA. Andrus Aug ci guida alla scoperta del ciclismo estone
PROFESSIONISTI | 01/06/2013 | 14:20 Al volante della macchina riservata alla stampa al Giro dell'Estonia abbiamo trovato a sorpresa l'ex professionista Andrus Aug, che con grande nostalgia per l'Italia in cui ha trascorso gran parte della sua carriera ci ha, letteralmente e metaforicamente, guidato alla scoperta del ciclismo estone.
Ricordiamo la tua carriera. «Sono nato a Tartu nel 1970 e sono stato un corridore professionista per sette stagioni, dal 2001 al 2007. Sono passato nella massima categoria tardi, a 27 anni, con l'Amore&Vita, poi ho difeso i colori nell'ordine della De Nardi-Pasta Monte Grappa, della Domina Vacanze, Fassa Bortolo (di cui in questi giorni sfoggia orgogliosamente lo zainetto, ndr), Acqua&Sapone e Ceramica Flaminia. Ho corso al fianco di campioni come Mario Cipollini e Alessandro Petacchi. Ogni ragazzo che va in bici sogna di arrivare al professionismo. Da dilettante ho gareggiato in Francia e in Finlandia, quando pensavo di smettere ho disputato una corsa a fine stagione in Bulgaria, ho vinto due tappe e così sono stato notato dall'Amore&Vita che mi ha portato in Italia, dove ho trovato la mia fortuna. Sono arrivato nel vostro paese nel 2001, senza sapere una parola di italiano e senza grandi speranze. Nella mia prima stagione tra i big ho vinto nove corse, creando attorno a me l'interesse di altre squadre. Da lì in poi ho cambiato casacca ogni anno, avendo l'opportunità di fare grandi esperienze e correre con atleti importanti. Sono uno che di carattere ama lavorare per gli altri, le vittorie dei miei capitani mi hanno sempre dato enorme soddisfazione, in più qualche volta ho avuto anche spazio in prima persona. Gareggiare per squadroni così importanti mi ha dato fiducia nei miei mezzi e mi ha insegnato molto».
Da quando hai appeso la bici al chiodo che fai? «Inizialmente ho aperto un negozio di vestiti e scarpe in cui vendevo soprattutto marchi italiani, dopo quattro anni ho dovuto chiudere questa attività per la crisi economica. Tre anni fa con degli amici ho dato vita a un sito di ciclismo (www.rattaproffid.ee) e contemporaneamente ho iniziato a seguire come preparatore alcuni corridori dilettanti. In bici ci vado quando posso, ma mi tengo in forma anche con lo sci di fondo e il pattinaggio».
Come valuti questo primo Giro dell'Estonia? «Questa corsa può crescere ancora molto e attirare squadre provenienti dalla Svezia, dalla Finlandia, dalla Lettonia, ma anche dall'Italia e da altri paesi europei, ma non solo. Fino all'anno scorso si disputavano due corse, una il venerdì e l'altra il sabato, è la prima volta che viene organizzata una gara di tre giorni e credo che per essere la prima volta sia sulla buona strada. In Estonia il primo sport è il calcio, seguito dallo sci, dal basket e dal ciclismo. Non abbiamo tanti agonisti, ma numerosi ciclisti praticanti. Pensate che questa mattina alla Children Races of Tartu Rattaralli (l'evento più grande al mondo dedicato ai piccoli su due ruote, ndr) hanno partecipato 3500 bambini e domani alla Tartu Maraton sono attesi oltre 4000 partenti».
Un corridore promettente estone per poter gareggiare ad alti livelli deve per forza emigrare? «Purtroppo sì, anzi prima si va via più si ha possibilità di arrivare al professionismo vero. In Estonia mancano le cifre necessarie di corridori e soldi per pensare di allestire una squadra top, per di più per metà anno abbiamo solo quattro ore di luce al giorno e davvero temperature molto rigide per allenarsi come si deve. Quando gareggiavo io, per intenderci, tornavo a casa solo un mese all'anno. I ragazzi più promettenti vanno a correre in Francia, io sono stato l'unico dopo Allan Oras (a sinistra nella foto con Aug, ha gareggiato tra in Italia tra i dilettanti e ora è responsabile della logistica nell'organizzazione del Giro dell'Estonia e della Tartu Maraton, ndr) a trovare la mia strada in Italia. Nonostante ciò abbiamo sempre qualche campione nel ciclismo che conta. Oggi abbiamo Rein Taaramäe della Cofidis e Tanel Kangert dell'Astana, che come avete visto vanno forte in salita ed è strano perché il nostro paese è completamente piatto (sorride, ndr). Prima avevamo Jaan Kirsipuu (anche lui presente a tutte le tappe della gara, ndr), nel prossimo futuro sbarcheranno al professionismo due giovani molto interessanti come Alo Jakin e Mihkel Raim, che stanno correndo il Tour of Estonia rispettivamente con la Nazionale estone e il team Amore&Vita. Insomma del ciclismo estone continuerete a sentir parlare!».
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