IAM CYCLING. «Un progetto tutto nuovo»

| 05/12/2012 | 08:54
Il simbolo della sua azienda è una tartaruga, ma Michel Thétaz fondatore e CEO di IAM Independent Asset Management SA con la sua nuova squadra vuole pe­da­lare veloce e andar lontano. Svizzero classe 52, dal 1995 dirige questa società indipendente con base a Ginevra specializzata nella gestione patrimoniale per i fondi pensione (con 35 dipendenti gestisce oltre 7 mi­liardi di franchi di attivo per un centinaio di clienti istituzionali, offrendo servizi di: fondi di investimento, gestione del denaro e analisi finanziaria, ndr), e nel 2013 entrerà nel ciclismo come sponsor unico del team IAM Cycling. Già fatta la squadra, questi i nomi dei corridori ingaggiati al momento in cui scri­viamo: Hein­rich Haussler (Garmin Sharp), Gustav Larsson e Stefan Denifl (Va­cansoleil DCM), Aleksejs Saramotins (Cofi­dis), Kevyn Ista (Accent Jobs), Dominic Klem­me (Argos Shimano), Aleksandr Pliu­schin (Leopard-Trek), Rémi Cusin (Team Type 1), Johann Tschopp (BMC), Thomas Lovkvist (Sky), Martin El­miger, Kristoff Goddaert e Sébastien Hinault (Ag2r La Mondiale), Matthias Brandle, Marcel Wyss e Reto Hollenstein (NetApp), Jonathan Fu­meaux, Marcel Aregger, Pirmin Lang e Patrick Schelling (Atlas), Sébastien Reichenbach (Maca Lota) e last but not least i due italiani Marco Bandiera (Omega Pharma Quick Step) e Matteo Pelucchi (Europcar). Nomi interessanti per un progetto ambizioso e a lungo ter­mine. Ci spiega di più proprio monsieur Thétaz, che al mondo delle due ruote vuole presentarsi così: «Sono il proprietario di IAM Cycling SA, che appartiene a IAM SA, società di gestione di prodotti finanziari, ma sono anche il responsabile della direzione am­ministrativa, finanziaria, logistica, sportiva della squadra e soprattutto sono un grande innamorato del ciclismo».
Quando è nata la sua passione per questo sport?
«Più di quarant’anni fa. Il ciclismo è da sempre il mio sport preferito, quello che pratico più volentieri e quello che meglio corrisponde alla mia personalità. Percorro ogni anno circa 5.000 chilometri, pedalare mi piace davvero tanto e nonostante i numerosi impegni di lavoro non appena posso salto sulla sella della mia bici. Dalla prossima stagione seguirò di sicuro qualche gara sul campo, in ammiraglia, in modo da poter essere più vi­cino agli sportivi professionisti che ammiro».
Perché secondo lei, di questi tempi, ha sen­so investire nel ciclismo?
«Per quanto ci riguarda, questo sport risponde alla cultura della nostra società: il lavoro a lungo termine, il rigore, la pazienza, il gioco individuale e di squadra allo stesso tempo sono valori fondamentali di questa disciplina in cui ci riconosciamo. Dal punto di vista economico, uno dei punti forti di IAM è l’andare contro-corrente, quindi in questo momento per noi puntare sul mondo delle due ruote, quando i nostri competitors non hanno la possibilità di farlo, è un’occasione da non perdere».
In base a quale criterio avete scelto gli atleti e lo staff che avete ingaggiato?
«Per quanto riguarda i corridori, abbiamo vo­luto costruire una squadra di alto livello e completa sia per gli appuntamenti di un giorno che per le corse a tappe. Siamo riusciti a creare un buon mix tra scalatori, ve­lo­cisti e passisti con l’obiettivo di non sa­crificare tutta la squadra per un solo leader ma di dare spazio a tutti i nostri corridori per esprimere al meglio il loro potenziale. Dello staff non fanno parte solo uomini che arrivano dal mondo del ciclismo, ma anche miei dipendenti di fiducia e questa struttura du­plice credo sia una vera novità per una squadra di ciclismo. La sezione amministrativa, finanziaria e logistica si occuperà di tutto ciò che non è propriamente sportivo in modo da lasciare all’altra componente la possibilità di concentrarsi al 100% sulle corse e sugli allenamenti, senza dover essere distratta dalla “burocrazia” (contratti, rapporti con organizzatori e stampa...)».
Cosa si aspetta dalla squadra nella stagione del debutto?
«L’obiettivo per il 2013 è di creare un team con una propria identità, che rispecchi a pieno quella della nostra azienda. Voglio che i nostri ragazzi corrano veramente da squadra, sacrificandosi l’uno per l’altro, lavorando nella stessa direzione. Considerate le personalità e i diversi profili sportivi che schiereremo, ci aspettiamo dei buoni piazzamenti nelle corse di un giorno con corridori come Haussler che potrà fin dall’inizio dire la sua nelle classiche, oppure nelle corse a tappe come il Giro di Svizzera o di Romandia con atleti del calibro di Tschopp o Lovkvist. E ci piacerebbe avere l’occasione di partecipare a un grande giro. Per esempio vedrei bene la mia squadra al Giro d’Italia (sorride, ndr)».
Per quanto pensa avrà vita la IAM Cycling?
«Il progetto ha una durata di almeno tre anni, ma la nostra filosofia di lavorare sempre sul lungo termine lascia presagire che potremo proseguire quest’avventura nel mondo del ciclismo anche più a lungo. Per ora IAM è sponsor unico del team, ma già prima di iniziare la nostra stagione zero abbiamo ricevuto delle richieste di co-sponsorship, quindi la squadra potrebbe aprirsi ad altri investitori. Di certo per il 2013 IAM sarà l’unico sponsor del team perché vogliamo che il nostro marchio sia ben visibile, ma per i prossimi anni non ci precludiamo la possibilità di stringere partnership con altri amanti del ciclismo».
Pensando al futuro ha un corridore e una gara dei sogni?
«Da svizzero, il mio corridore dei sogni si chiama Fabian Cancellara. È un atleta che stimo particolarmente perché ha una bella immagine e reputazione a livello nazionale e internazionale, un personaggio del genere in una squadra svizzera per noi sarebbe il top. Le corse che mi piacerebbe in futuro conquistare sono naturalmente quelle che un atleta come Cancellara è in grado di vincere, quindi le classiche monumento e i prologhi delle corse a tappe. Non vedo l’ora di vedere un corridore in maglia IAM Cycling festeggiare a braccia alzate sul traguardo, per lui e per la nostra squadra».

da tuttoBICI di novembre a firma di Giulia De Maio
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COMMENTI
progetto nuovo..
5 dicembre 2012 21:13 limatore
bla bla bla... hanno mezzo corridore e vogliono fare il giro al posto di una squadra Italiana. A casa......

6 dicembre 2012 23:53 Saligari
Se venissero con Haussler, Tschopp, Larsson, Lovkvist, Bandiera e Pelucchi + qualche altro discreto penso sarebbe una squadra destinata a non sfigurare per niente... Capace anche di prendersi un paio di tappe..

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