
«IL DOPING non è una mia invenzione: mi
tengo informato, ma non sono un esperto di chimica. Io consiglio metodi
di allenamento, strategie alimentari, calendari di gare. Non uso
farmaci».
Michele Ferrari, il medico ferrarese che ha legato la fama ai trionfi di Lance Armstrong, rompe il silenzio e difende se stesso, oltre al campione americano.
In dossier, verbali d’interrogatorio, intercettazione lei viene associato ad atleti che del doping hanno fatto largo uso.
«Lo so. Nel report della Usada il mio nome compare 480 volte,
quello di Armstrong solo 200. Mi attribuiscono nefandezze e capacità
solforose, come l’invenzione di una mistura magica di olio d’oliva e
testosterone, da mettere sotto la lingua. O suggerire che l’Epo per
endovenosa si elimina più rapidamente che iniettandolo sottocute».
Tutto falso?
«Bullshit, direbbe Lance. Eviterei la traduzione».
Armstrong è stato cancellato dal ciclismo. Quali sono oggi i vostri rapporti?
«Ci sentiamo spesso, via mail. Non abbiamo più collaborazioni sportive ma è un amico».
Su internet lei parla di ‘cospiracy’, di cospirazione.
«In tutto il dossier Usada ci sono soprattutto sospetti. Le
accuse rimbalzate in Italia e che permeano le inchieste giudiziarie sono
alimentate da sospetti. Prove circostanziate non esistono».
E cosa c’è allora?«Motivi economici, ragioni politiche, vecchi rancori».
Si spieghi.
«Armstrong è stato un grande campione, anche se pensi che non è
stato il più forte che io abbia allenato. Ha innescato un enorme
business. Però oscurava tanti, dalle squadre che non erano la sua a
qualche compagno, sino all’Uci. Ha oscurato chi ha vinto i Tour prima di
lui, tutti a pane e acqua ovvio; si è attirato odi in certa stampa».
Anche di lei si parla come di un mito controverso, oltre che di
uno straordinario allenatore. Armstrong le avrebbe versato un milione di
dollari per le consulenze, e un suo programma d’allenamento costa
migliaia di euro.
«Lance ha speso molto di più in avvocati. Il resto è il mio
mestiere; da vent’anni non faccio più il medico di una squadra, non vado
neppure alle corse».
E sul doping è innocente.
«Non sono mai stato trovato con la pistola fumante in mano. O
bastano sospetti e perquisizioni, più o meno casuali, a sancire la
colpevolezza?».
Sembra la frase del ’94 che suscitò enorme caos: ‘il doping è quello che risulta dai controlli’. Lo pensa ancora?
«Oggi direi anche che è doveroso fissare paletti, e garantire controlli uguali per tutti: siamo certi che sia così?».
La lotta al doping ha fatto passi avanti.
«Non ha risolto i problemi. I sospetti aumentano, gli atleti
continuano a usare farmaci proibiti, rischiano l’illegalità e la salute.
Tutto ciò non si risolve col proibizionismo o alimentando false
leggende».
Non è una leggenda la nocività dell’Epo.
«E’ illecita nello sport, non è veleno. E’ prescritta in qualche terapia anticancro, o sbaglio?»
Il ciclista Bertagnolli dice in un interrogatorio di averne discusso con lei i metodi di assunzione.
«E’ quel che dice lui. Attenda, la verità è molto diversa».
Qual è la sua verità?
«Che è comodo individuare uno o due ‘re del male’, ovviamente a
posteriori, e tacere altri aspetti. Ad esempio che nel ciclismo,
diversamente dal calcio, l’atleta non è un bene della squadra: viene
spremuto, deve vincere subito a prescindere dalla durata e dalla salute.
E’ chiaro che c’è chi cerca scorciatoie; spesso si tratta di seconde
schiere che per colmare il gap che un’ingiustizia genetica ha inflitto
loro, si buttano sul doping».
Non era una seconda schiera Alex Schwazer.
«Nella sua vicenda non c’entro, abbiamo effettuato test di allenamento, di doping non s’è minimamente accennato».
Capita di accennare?
«E’ un argomento di conversazione. Ma quando si è rivolto a me
qualche atleta dedito al doping, io ho proposto alternative: invece
dell’Epo sintetica, training in ipossia in altitudine. Al posto di
testosterone e anabolizzanti, cibi che hanno effetti migliori. Quando
qualcuno insisteva, io gli dicevo ‘butta via tutto’. Quelli lì, non li
ho più visti nel mio camper. Bertagnoli compreso».
da «www.quotidiano.net», del 23 ottobre 2012