DA TUTTOBICI. Guardarsi alle spalle

| 26/06/2012 | 08:57
GUARDARSI ALLE SPALLE. È vero, il Giro d’Italia deve guardare oltre, avanti, fuori, ma anche alle proprie spalle. Il Giro deve ancora lavorare molto, per ricollocarsi, per riposizionare il proprio brand e la propria storia in un contesto mondiale più ampio, più autorevole e riconoscibile. Ma per fare questo i suoi dirigenti e nello specifico il capo, Michele Acquarone, devono avere anche la lucidità di capire che la fortuna del Giro non è data solo da quello che sa o saprà fare la «corsa rosa» da oggi in poi, ma anche da cosa sanno e sapranno fare gli altri, i vari “competitor” con in testa l’Uci, il governo mondiale della bicicletta. La concorrenza è spietata, la sfida è appena agli inizi. Alain Rumpf - il direttore di Global Cycling Promotion, il braccio organizzativo dell’UCI - sta lavorando alacremente ad una nuova corsa a tappe russa - otto giorni - che dovrebbe collegare Mosca a Sochi. Per una corsa che nasce, ce ne sono altre che soffrono, soprattutto il nostro beneamato e adorato Giro d’Italia: se il progetto andrà in porto, la corsa russa si disputerà infatti in maggio ed entrerà a far parte immediatamente del circuito World Tour. Quindi il rischio che si abbassi la qualità dei partecipanti al Giro cresce ulteriormente: in concomitanza alla corsa rosa, infatti, si disputa già il Giro di California che interessa molto alle formazioni americane e anglofone in genere (molte hanno schierato già quest’anno i loro uomini migliori negandoli al Giro) e se le squadre di serie A saranno costrette a dividersi addirittura in tre con la gara russa che porterà punti pesanti quasi quanto il Giro, è facile comprendere come la corsa di casa nostra sia destinata a soffrire pene ulteriori. Con mille ringraziamenti a chi governa il ciclismo mondiale e a quanti si limitano a pensare che per fare una grande corsa è sufficiente tenerla incerta e in equilibrio fino all’ultimo giorno.

NESSUN IMBARAZZO. È un amico, una persona perbene, uno stimato simbolo del ciclismo italiano e mondiale, nonché un navigato ed esperto dirigente. Ciò non toglie che vederlo al Giro d’Italia nelle vesti di grande pierre, che accoglie autorità e vip in nome e per conto della Rcs Sport, mi ha lasciato molto perplesso. Mi riferisco a Vittorio Adorni, uno dei grandi Signori del nostro movimento, che il ruolo a lui assegnato ha svolto con assoluto garbo, classe e misura. Nulla da dire sulla scelta. L’unico appunto e non è un appunto di poco conto, è che il grande Vittorio è tutt’ora presidente del World Tour. Il presidente di tutto il movimento di serie A creato dall’Uci. È l’omologo di Michel Platini, presidente dell’Uefa. Come reagireste se vedeste Roi Michel nel ruolo di pierre dell’Italia di Cesare Prandelli agli europei prossimi venturi? Vi sembra normale che il numero uno del circuito di serie A del ciclismo lavori per un’organizzatore che fa parte del proprio organismo? Nessuno ha provato il minimo imbarazzo per la scelta, io sì.

NOTAPP. Cristiano Gatti, nel suo intervento laggiù alla fine del giornale, spiega perfettamente e con le sue proverbiali lucidità e chiarezza, alcune cose che andrebbero fatte per ridare linfa al nostro adorato Giro d’Italia. Il ritorno ad un cast d’eccezione, invocato ed evocato da Cristiano è una priorità. Ma non va trascurata nemmeno la scelta delle wild card a disposizione degli organizzatori. Lo sappiamo, sulle squadre World Tour invitate di diritto c’è ben poco da fare: loro ti portano quello che vogliono e sta alle capacità di Acquarone, Vegni e Allocchio cercare di far arrivare il meglio di quello che hanno in casa questi team. Ma importante è anche scegliere le squadre da invitare. Tagliarsi gli zebedei da soli, non è il massimo della vita. Il male ce lo possono fare gli altri, guai farselo scientemente da soli. Ad ogni modo, abbiamo aspettato il Giro per vedere, verificare e tirare le nostre conclusioni. Non ci voleva uno scienziato per capire che la NetApp sarebbe stata una delusione. Abbiamo i numeri, che piacciono tanto ai dirigenti di Rcs. Il Giro ha detto che la squadra più imbarazzante in assoluto è stata la Orica GreenEDGE. Peggio anche della Rabobank. Per il team australiano cinque ritiri e i restanti corridori tutti con un ritardo dalla maglia rosa superiore alle 4 ore. Tra le wild card Androni, Colnago e Farnese Vini hanno fatto la loro parte: due tappe per la formazione di Savio, una tappa e un onorevole ottavo posto nella generale per quella dei Reverberi, due tappe e la maglia azzurra per i ragazzi di Scinto. La NetApp è lì da vedere: non si è vista. Qualche fuga con Cesare Benedetti, Jan Barta e Matthias Brandle e alla fine due ritiri e sette corridori tutti ad oltre le due ore e mezza dalla maglia rosa. Non un piazzamento, niente di niente. Al Giro ci hanno detto che erano venuti per il marketing. Sarebbero stati un valore aggiunto per la “corsa rosa”: non abbiamo visto nulla di tutto questo.  Se non qualche banner pubblicitario sulla Gazzetta, uno stand al villaggio di partenza semplicemente anonimo e nessun giornalista tedesco accreditato. L’Acqua & Sapone o la stessa Utensilnord avrebbero sicuramente onorato meglio la nostra corsa. Avrebbero anche operato meglio a livello di promozione, ma la logica dell’internazionalizzazione ha portato i dirigenti di Rcs Sport ad inserire una squadra tedesca che ha corso come se fosse al Brixia Tour. Insomma, una presenza che non ha certamente giovato alla Germania, e sicuramente non ha fatto bene al Giro d’Italia.  Nessun piazzamento, nessuna tappa, nessun “appeal”, nessuna operazione simpatia per la NetApp, prontamente rinominata NoTapp.

Pier Augusto Stagi
editoriale di tuttoBICI, numero di giugno
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COMMENTI
Solite inesattezze/omissione di dati
26 giugno 2012 10:20 STEVEMKOK
Solo un appunto a proposito del Team NetApp: Voi scrivete"... Non un piazzamento, niente di niente. etc,,,).
Come in troppi Vs. articoli risultano omessi o dimenticati dati che poi vanno ad annaccquare i Vs. discorsi e considerazioni. (basta aver seguuito un po le tappe del giro, oppure documentarsi...).
Infatti: Bartos Huzarskj 2° dietro al solo JRo nella tappa con il finale + bello del giro; Jan Barta 2° dopo un spelendida fuga con Amador e Demarchi e continui rimescolamenti delle carte in una splendida tappa di montagna; Bendetti 5° con un altra bella fuga, qualche altro piazzamento e sempre all'attacco!. Non hanno vinto è vero, ma dire che Utensilnord avrebe fatto meglio (sulla strada?no; a liv di marketing?????...); Acqua e Sapone probabilmente si su strada, ma per il resto...

che tristezza
26 giugno 2012 11:03 nico75
Gentile direttore,
che tristezza cambiare la realtà per sostenere delle tesi..
La GreenEdge che tanto ha fatto schifo ha vinto una tappa e tenuto la maglia rossa per 9 con Goss.
Mentre la NetApp ha ottenuto due piazziamenti, non zero come dice lei, 2 secondi posti ad Assisi e Falzes.

I veri problemi del Giro
26 giugno 2012 13:31 pickett
Il primo,lo sostengo da sempre,é la pessima qualità delle riprese televisive.Il secondo,é la pessima collocazione nel calendario ;15 anni fa la RCS rifiutò di spostare il Giro a settembre,e ancora sta pagando questo errore inconcepibile.

Mah
26 giugno 2012 14:02 Ruggero
Troppo facile prendersela con NetApp,che dire allora delle nostre formazioni presenti a corse come Delfinato e Svizzera senza lasciare traccia ? e stiamo parlando di squadroni.
Rispetto solo per il giro d'Italia ?
Siamo proprio i soliti nazionalisti,come quando si criticava Armstrong accusandolo di partecipare solo al Tour,dimenticando dei 3 secondi posti all'Amstel,piuttosto che le sue partecipazioni al Fianre arrivando puntualmente al Gramont con i migliori e le altre innumerevoli vittorie a Midi Libre (quando ancora c'era) e Delfinato,quando i nostri Basso,Simoni,Garzelli e via dicendo conoscono le Fiandre probabilmente solo per essere un territorio.

Stagi e la NetApp
26 giugno 2012 14:04 mace
Rinfreschiamo la memoria al Direttore Stagi? Ecco alcuni dei suoi voti:

Cesare BENEDETTI. 7. Con la sua NetApp è venuto a questo Giro per farsi vedere, per dimostrare concretamente che non è stata solo grazia ricevuta. Onora una grande tappa, concludendo con un ottimo quinto posto. Da applausi.
Bartosz HUZARSKI. 7. Fa quello che può, alle spalle di uno scatenato Rodriguez. Ma è bravo, molto bravo.
Jan BARTA. 6. Squadra piccola, la NetApp, che cerca di fare grandi cose. Secondo a Cervinia, al momento fa quello che ci si aspettava facesse.

I due ritiri che Stagi sottolinea (senza per altro citare i ritirati delle altre squadre!) sono stati causati uno da febbre all’ultima tappa del Giro, e l’altro da una moto della Rai che si trovava nel punto sbagliato nel momento sbagliato… ma l’inquadratura tv ha glissato e il commentatore ha minimizzato, mentre l’ambulanza portava via Hollenstein con una clavicola rotta! Avrei voluto vedere se quel ciclista fosse stato della Liquigas anziché della NetApp!
Non mi sembra che la NetApp sia stata l’unica formazione a non vincere una tappa. E allora,
Direttore, la smetta di inveire contro una squadra, che tutto sommato si è comportata in modo dignitoso, solo perché per “colpa” sua è rimasta fuori l’Acqua e Sapone!
E non si vanti di aver trovato questo soprannome - NotApp - alla squadra, l'ha copiato da qualcuno che ci aveva già pensato prima di lei, e non fa nemmeno ridere!

Dott. Stagi
26 giugno 2012 15:51 Fra74
Caro Dottore,questa volta Lei è stato pizzicato con tutte e due le mani nel barattolo della marmellata o se preferisce della nutella, non sò con quale cosa Lei faccia colazione la mattina: COMPLIMENTI agli assidui LETTORI che hanno scovato i suoi commenti e Voi in occasione del Giro di Italia, io, comunque, continuo ad apprezzarla, però un piccolo appunto vorrei farglielo notare: Lei, difficilmente, stuzzica i grandi campioni o presunti tali di questo sport, mi permetta e non si offenda, ma, forse, anche per svolgere al meglio il suo lavoro, un poco asseconda i poteri forti di questo sport, parlo dei ciclisti di oggi,di quei campioni o presunti tali che sono osannati dalla gente, naturalmente.
Francesco Conti.

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