GIROBIO. Zakarin, scalatore a sorpresa

| 12/06/2012 | 21:34
Dopo il temporale che ha bagnato il via della quinta tappa del GiroBio da Perugia, il traguardo ha visto splendere il sole sulla maglia del russo Ilnur Zakarin che con una forte azione iniziata a 26 km dalla fine, al 2° settore di strada bianca, ha cambiato la sua maglia della nazionale russa con quella biancorosa da leader di classifica. Agli ultimi 6, poi, ha rilanciato e se n’è andato in solitaria gustandosi a pieno anche la vittoria di tappa. Alle sue spalle Enrico Barbin (Trevigiani) e uno scatenato Pierre Paolo Penasa (Zalf).
Castano, occhi chiari e un corridore tutto da scoprire che oggi ha già messo sul piatto un asso. Ma dunque, chi è Ilnur Zakarin? Per scoprirlo abbiamo dovuto scomodare la signora che stava guardando la tappa dal balcone di casa, festeggiando per la vittoria del suo connazionale sfornando una torta per i bambini.
Unica a capire cosa dicesse il giovane Zakarin che, tanto bravo sui pedali ma a zero con le lingue straniere. Il suo punto debole. Che sia l’unico?
«Non voglio svelarmi tanto - ha detto parlando di lui e stuzzicando a proposito della
tappa del Gavia che si correrà sabato - quello che riuscirò a fare si vedrà lassù. E sarà una sorpresa».
Conosciamolo un po’. Tra i suoi hobby ci sono film ed auto, correva fino all’anno scorso nella TSOP-Agidel, ha vinto il campionato Europeo Juniores e il suo sogno è il Tour de France, la sua attrice preferita è Karina Vagapova e ama molto la canzone “Kroshka Moya” quasi come fosse un invito a scoprire questi ritmi russi.
«Ho 22 anni e sono della Republic of Tatarstan - ha raccontato - per me oggi è stata la sesta vittoria stagionale dopo successi in Russia e Ucraina, prima però in Italia nonostante l’anno scorso mi fossi già fatto notare con il 4° posto nella sesta tappa del Giro di Valle d’Aosta. Un mese fa avevamo atto allenamenti specifici in Armenia per arrivare pronti a questo Giro. Oggi ho seguito le indicazioni che mi aveva dato l’ammiraglia anche se effettivamente ho deciso in corsa quale sarebbe stato il momento e il modo migliore per attaccare. Tutti speravano che vincessi e li ho accontentati. Cosa faccio nella vita? Sto studiando all’università e sono al 5° anno del corso ad indirizzo sportivo. Per il mio futuro spero nel professionismo ma per ora sto bene qui alla Katusha e se si aprirà qualche porta ne sarà ben contento».
Ora che porti la maglia da leader addosso come ti muoverai nelle prossime tappe? Credi di poterla tenere sul Gavia?
«Voglio stare un po’ coperto… segreto…». Di certo Zakarin è un buon scalatore...

di Laura Guerra
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