I VOTI DEL DIRETTORE. Cavendish da applausi, Ferrari se la cava
| 07/05/2012 | 18:04 di Pier Augusto Stagi
Matthew GOSS. 8. Scaltro, lucido, forte e anche fortunato, perché un pizzico di fortuna ci vuole sempre. Pilotato alla grande dai suoi compagni, questa volta fila via verso la vittoria con sicurezza e autorità. Coglie la sua prima vittoria stagionale dopo una serie infinita di piazzamenti. Secondo successo al Giro dopo Cava dei Tirreni 2010.
Roberto FERRARI. 2. Lo fa sicuramente in buona fede, ma ha il torto, il grave torto di farlo. Dire che cambia direzione è poco, quello che combina è molto. Molto grave. Lo retrocedono in 192a posizione. Gli va ancora bene, perché potevano mandarlo a casa.
Mark CAVENDISH. 10. Dopo essere stato travolto da una Ferrari, si lecca le ferite e la prende con grande signorilità. Mentre è a terra, almeno un paio di corridori gli passano letteralmente sopra. Lui tranquillo si rialza, si mette la bicicletta in spalla e taglia il traguardo a piedi. Grande: per il self-control.
Andrea GUARDINI. 8. Evita la caduta, con scaltrezza e colpo d’occhio. Superato il pericolo smette anche di pedalare, si guarda alle spalle e arriva 11°. Se tenete conto che Ferrari, con quello che combina arriva 9° (poi retrocesso), Andrea fa un piccolo capolavoro. Se il buon giorno si vede dal mattino…
Alfredo BALLONI. 7. Ancora all’attacco, ancora lui, che scappa via al chilometro zero assieme ad altri cinque audaci (Minguez, Navardauskas, Hollenstein, Cristiensen e Keizer) e viene ripreso quando all’arrivo mancano solo 28 chilometri. Vince anche l’unico gran premio della montagna - posto a metri 159 sul livello del mare -, e rafforza la sua leadership nella speciale classifica della «maglia azzurra», quella dei gran premi della montagna. La sua tre giorni in terra danese è più che positiva.
Ramunas NAVARDAUSKAS. 7. Bravissimo nella crono di Herning, molto bravo anche oggi. Va in fuga, si butta anche in un traguardo volante (secondo) e porta a casa anche quattro secondi di abbuono. Ora è a soli 18” dalla maglia rosa Phinney. Il lituano ottiene molto, in una tappa che offre davvero poco.
Jan TROJBORG. 10. Non ha fatto in tempo a godersi fino in fondo lo spettacolo, ma ha contribuito per un anno e mezzo ad allestire con amore e passione un grande spettacolo e una grande accoglienza. È morto alla vigilia della festa della città di cui era sindaco, Horsens, che ha festeggiato ugualmente l’arrivo del Giro d’Italia. Solo un minuto di silenzio, di raccoglimento, poi musica, canti, colori, palloncini rosa e bandiere danesi ammainate. Nessun clima di mestizia: solo festa. Come hanno voluto la vedova, i figli, la mamma di questo grande innamorato della bicicletta, al quale è mancato solo l’ultimo applauso e anche l’ultimo colpo di pedale.
Michele ACQUARONE. 8. Voto alto al direttore generale di Rcs Sport, ma anche a tutto il suo staff, che ha deciso di dedicare allo sfortunato corridore belga Wouter Weylandt la terza tappa. «Vogliamo ricordare la sua vittoria di tappa, la terza, nel 2010. Non la terza di un anno fa, dove perse la vita». WW 108 vive.
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