TUTTOSPORT. Giro 2013: via da Napoli, tanto sud e salite inedite

| 29/03/2012 | 08:52
Scaduto da poche settimane il termine utile per presentare le candidature per la città di partenza, il Giro d¹Italia 2013 può iniziare a prendere consistenza. Nella forma, è chiaro, lasciando che i mesi a venire plasmino la sostanza. Ovviamente siamo agli inizi dell’opera, ma qualcosa di suggestivo si può già intuire nel lavoro febbrile di Mauro Vegni e Michele Acquarone. Innanzitutto il via, che sarà un vero e proprio boom: è stato lo stesso Luigi De Magistris, sindaco di Napoli, ad annunciarlo: «La Corsa Rosa 2013 scatterà dal capoluogo campano». E in quella Regione dovrebbe restare almeno per i primi due giorni (se non tre), viste le concrete candidature di Ischia e della salernitana Agropoli, che già nel 2012 era stata additata come sicura sede della corsa.

SUD. Napoli dunque dovrebbe riavere il Giro come sede di partenza 50 anni dopo, perché proprio nel 1963 - l’anno del bis di Franco Balmamion - la corsa in rosa scattò all’ombra del Vesuvio per portarsi subito verso il Sud, con sede di arrivo a potenza (primo Vittorio Adorni sul belga Sorgeloos, Cribiori e l’olandese Zilverberg). Le ultime due occasioni in cui Napoli ha ospitato il Giro risalgono al 1996, quando il 26 maggio si arrivò sul lungomare Caracciolo con il successo in volata di Mario Cipollini (il giorno successivo si ripartì alla volta di Fiuggi), e nel 2009 con la città protagonista della 19ª tappa da Avellino al monte Vesuvio (primo lo spagnolo Carlos Sastre) e con la partenza nel giorno succesivo dal centro della città alla volta di Anagni, dove s’impose il vallone Philippe Gilbert. Nell’edizione del 2013 il capoluogo partenopeo farà
da introduzione a un Giro all’insegna del “benvenuti al Sud”, con un tracciato che andrà sicuramente in Puglia, Basilicata e Calabria mentre è in fase di studio il transito in Sicilia. Dopo una settimana... sotto l’ombrellone si potrebbe avere il primo giorno di riposo in concidenza con l’unico lunghissimo trasferimento verso la Toscana.

CENTRO. Anche Firenze e la zona del Parmense attorno a Busseto avrebbero voluto la partenza in rosa, facendo leva su due scadenze importanti: nella città gigliata - sempre nel 2013 - si svolgeranno i Mondiali su strada, per cui molto probabilmente Vegni-Acquarone individueranno una tappa che farà da test-event sul circuito iridato. Dal canto suo, Parma vuole festeggiare nel migliore dei modi il bicentenario della nascita del maestro Giuseppe Verdi, che venne al mondo a Roncole il 13 ottobre del 1813.

NORD. Nella sua progressiva risalita verso il Nord, gli organizzatori devono ancora decidere se privilegiare l’Ovest per il penultimo week end e l’est per quello conclusivo o viceversa. Nelle intenzioni di massima si sa che ci potrebbero essere “toccate e fuga” all’estero, una in Francia (ma non sulla troppo lontana Alpe d’Huez) verso il Galibier o l’Isoard, l’altra sul fronte opposto, affrontando la salita slovena del Vrsic. Per quel che concerne il nord-ovest piace l’idea di salire per la prima volta sul piemontese col del Nivolet (2612 metri), ripartendo il giorno dopo da Ivrea; sul fronte orientale, è praticamente certa una tappa in Friuli, anche per porre rimedio allo “sgarbo del Crostis”, scegliendo un’altra cima impervia e sconosciuta (lo spettrale Stentaria?). Quasi inevitabile la solita scorpacciata di montagne dolomitiche, con la provincia di Belluno interessata stavolta a un possibile arrivo sulle Tre Cime di Lavaredo e a un transito significativo da Longarone, a cinquant’anni esatti dalla tragedia della Diga del Vajont.

FILOSOFIA. Anche il Giro 2013, come quello che scatterà nel prossimo maggio dalla Danimarca, promette di essere caratterizzato da un percorso duro, ma non durissimo, dopo gli eccessi del 2011. Si cercherà nuovamente di andare incontro ai corridori, evitando trasferimenti continui tra sedi di arrivo e successive partenze, ma anche di rendere merito alla passione dei tifosi del Sud, dopo l’obbligata scelta riduttiva dell’edizione 2012 che è in gran parte figlia della partenza da tempo programmata dalla lontanissima Danimarca. Ma il vero problema della Corsa Rosa, al di là del tracciato che sarà sempre pieno di fascino, riguarda l’esiguità di campioni al via. In un calendario ridondante, il Giro è pizzicato tra le classiche del Nord e l’onnipotente Tour: tutti vorrebbero volentieri, ma pochi lo faranno veramente. Servono tutele internazionali, ma l’Uci non ama il colore rosa.

Paolo Viberti, da Tuttosport del 29 marzo
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