| 30/07/2005 | 00:00 Forse al Giro d’Italia, qualcuno si sarebbe aspettato qualcosa in più da luisoprattutto andando col ricordo al Giro 2004 e alla bella impresa di Cesena.
Da allora però, Emanuele Sella è cresciuto e le imprese del Brixia Tour non lasciano spazio a nessun dilemma: il corridore vicentino, ribattezzato dai suoi tifosi “El Salbaneo“, sta tirando fuori tutte le credenziali che lo pongono di diritto tra i nostri giovani più promettenti.
«Non sono troppo d’accordo con chi sostiene che il mio Giro sia stato deludente. Ho sempre detto che il mio obiettivo sarebbe stato quello di entrare nei dieci e ci sono riuscito. Avrei potuto fare meglio, ma purtroppo nell’ultima settimana mi sono ammalato e con la febbre addosso si pedala male. È stata effettivamente dura arrivare a Milano: nelle tappe piemontesi dove avrei dovuto far bene, sono stato costretto a difendermi e stare attento a non perdere troppo».
Forse però anche a Livigno sei stato troppo generoso ed esuberante.
«Sì, forse ho preteso troppo nello sperare di raggiungere i fuggitivi e di staccarli. Era una tappa lunga che mi ha condizionato. Durante la corsa non mi sono alimentato bene e alla fine sono rimasto senza energie. È stata comunque un’esperienza molto importante che sicuramente mi ha insegnato a gestirmi meglio nel futuro».
Dopo il Giro ti sei ripresentato al Brixia Tour e hai dimostrato una condizione a dir poco eccezionale. A che cosa pensi siano di attribuire i motivi di questa forma ritrovata?
«Non lo so nemmeno io. Dopo il Giro ho pensato a riposarmi e a rimettermi del tutto dall’influenza. Poi, una volta risalito in bici, sentivo la mente più libera, senza tensioni. Sono riuscito a lavorare bene e i risultati si sono visti».
Come si è detto, un Brixia Tour corso sempre da protagonista già dal primo giorno. Con Rebellin sei riuscito a fare la differenza in salita. Non era proprio possibile batterlo in volata? Epuure quest’anno allo sprint hai fatto sensibili progressi.
«Rebellin è nettamente migliore di me allo sprint. Nelle volate a piccoli gruppi, se non vince, ci va sempre molto vicino. Io sono migliorato, ma al momento non posso pensare di competere con lui in volata».
Invece in salita la differenza si è vista eccome. Dare un minuto all’atleta della Gerolsteiner, non è risultato di poco conto.
«Sicuramente. Al Brixia un po’ tutti i maggiori partecipanti venivano da una consistente pausa agonistica per cui, aldilà delle sensazioni che avverti in allenamento, tutto rappresenta un’incognita. Alla prima tappa siamo partiti subito forte e all’inizio dell‚ultima asperità ha preso l’iniziativa Astarloa. Poi, però, non ce l’ha fatta a tenere il ritmo mio e di Davide e così ce la siamo giocata noi due. A quel punto ho capito che per la vittoria finale sarebbe stata una partita a due, tra me e Davide».
Vincere a cronometro, con quei distacchi, rappresenta un indubbio salto di qualità. Forse era questo il Sella che un po’ tutti i tuoi tifosi si auguravano di vedere al Giro.
«Io non tornerei sull’argomento Giro, visto che sono soddisfatto di come sono andato. Certamente quando sei da solo, nelle prove contro il tempo, non si può bleffare. Le furbizie e gli opportunismi non servono. Devi soltanto andar forte. Credo di esserci riuscito. Anch’io penso si tratti di un segnale importante. In precedenza avevo più volte sottolineato che ero consapevole di aver bisogno di maturare. Spero che questi risultati siano il segnale che sono sulla buona strada».
Con questa condizione, non ci si può addormentare sugli allori. Bisogna sfruttare il momento.
«È quello che cercherò di fare. La mia stagione prevede tutte le corse di maggior prestigio in Italia: G.P. Camaiore, Giro del Lazio, Due Giorni Marchigiana, Trittico Lombardo, Giro del Veneto e Trofeo Melinda, per citare quelle che si svolgeranno nel mese di agosto».
Tra le voci del ciclomecato non è ancora affiorato il tuo nome. Pensi di restare alla Panaria?
«Non ho avuto nessun contatto. Sono legato contrattualmente alla Panaria e penso di restare qui. Posso maturare senza particolari assilli e crescere gradualmente. Il mio maggiore obiettivo resta il Giro d’Italia e dopo quello che abbiamo fatto vedere quest’anno, credo che una “wild card” ci sarà data di sicuro».
Roberto Sardelli
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