| 03/03/2011 | 09:10 Da pochissimi giorni Monte Maniva, ai confini del Parco naturale Adamello-Brenta, tra le Alpi Retiche, ha mosso i primi passi nella rete dei social media, spostandosi, scendendo metaforicamente a valle per connettersi ad altre realtà. Il monte, con la propria sorgente oligominerale, i paesaggi, la sua comunità, la storia, le attività sono ora collegate a Facebook, Twitter, You Tube, Vimeo, Flickr grazie al sito HYPERLINK "http://www.maniva.it" www.maniva.it Un luogo, una comunità e un’identità precisi, con radici profonde nella geografia e nel tempo, entrano in comunicazione e si confrontano con le comunità aperte dei social media. Monte Maniva, quindi, è un luogo reale che diventa così anche luogo d’incontro virtuale, d’informazione e di approfondimento. L’indirizzo per conoscere direttamente straordinarie e fondamentali risorse come l’acqua, la natura protetta, il turismo legato allo sci, all’escursionismo, alla bicicletta; la cultura, rappresentata dal carnevale cinquecentesco di Bagolino, dove si balla seguendo il violino e indossando sfavillanti costumi; la produzione di prodotti tipici su cui primeggia il celebre formaggio stagionato bagòss,divenuto Presidio Slow Food. A proporre un nuovo stile di valorizzazione del territorio d’origine attraverso nuovi strumenti di comunicazione è Maniva Spa, l’azienda bresciana che a Bagolino, nel 1998, ha costruito dal nulla uno stabilimento per imbottigliare l’acqua.
Una montagna viva Questa è, fuori dalla metafora, una montagna viva: viva del suo passato, viva nelle tradizioni, viva nel giusto approccio alla modernità. La storia di Bagolino dà la misura di come un tempo anche una valle alpina potesse trovarsi al centro. Qui, nella valle del Caffaro, passava una delle due strade utilizzate dagli imperatori germanici, per scendere in Italia, giardino dell’Impero e qui, grazie all’abbondanza d’acqua, si lavoravano due importanti prodotti: il ferro e il latte. Ambedue eccellenti, perchè, da una parte, la temperatura dei forni in funzione consentiva di lavorare il minerale, realizzando un ottimo acciaio e, dall’altra, gli alpeggi ricchi d’erbe garantivano un pascolo sicuro. Il formaggio resta una delle principali risorse locali, confermando la sua fama secolare. Tutto questo, fin dal medioevo, determinò la fisionomia urbana di Bagolino che non si presentava agli occhi dei viaggiatori come un qualsiasi borgo montanaro, ma come una cittadina con case a più piani, segno di una ricchezza d’anime e di un fervore d’attività. Ne è testimone la sorprendente collezione di opere d’arte. Oggi, Monte Maniva, è ancora il futuro per il semplice fatto che, preservando il paesaggio, non se ne è dispersa l’anima. A raccontarla ci penserà il sito HYPERLINK "http://www.maniva.it" www.maniva.it mostrando come entrare in contatto con un passato e un paesaggio sempre presenti. Sono tantissime le opportunità per incontrare la montagna in qualsiasi stagione, avvicinandosi a lei a piedi, a cavallo, in mountain bike, in punta di sci, spingendo sui pedali o a cavalcioni di una moto in direzione del passo Maniva; sotto una tenda o osservando le increspature dell’acqua, in attesa che trote e salmerini abbocchino come succede sulle sponde del lago Vaia, a duemila metri d’altezza.
Un grande circo bianco Sui fianchi del Monte Maniva, che circonda Bagolino come un’anfiteatro, sono in fuzione numerosi impianti di risalita. Lungo un’ampia fascia, che va da i 1.550 e i 2.100 metri di quota, si apre il comprensorio sciistico Maniva Ski, punto d’arrivo dell'Alta Val Trompia e dell'Alta Val Sabbia. Durante l’inverno, sono a disposizione tracciati per ogni livello di bravura. La costruzione di una nuova seggiovia biposto da Persole a Dasdana, che trasporta gli sciatori fino una quota duemila metri, aggiungendosi ai sette impianti esistenti, porta l’offerta di piste di sci ad un totale di 40 chilometri, compreso lo snowpark per i patiti delle acrobazie e del free style.
L’acqua del Monte Maniva L’acqua che sgorga, prendendo nome dal monte, e che nel suo percorso sotterraneo si carica di prerogative uniche, tali da riconoscerla come acqua a denominazione d’origine. La sua leggerezza non è determinata da una mancanza, ma da un equilibrio di componenti, che si traducono in un ridotto residuo fisso e nella bassa presenza di sodio. Leggera, ma non vuota, buona per accompagnare l’alta cucina, indicata dal Ministero della Salute per l’alimentazione e la preparazione dei cibi dei neonati, preferibile come acqua quotidiana.
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