Giorno della Scorta, interventi volti a costruire

| 18/11/2010 | 08:57
Davvero numerosi e interessanti gli interventi che abbiamo ascoltato durante il dibattito nel Giorno della Scorta. Ve ne proponiamo alcuni estratti perchè offrono significativi elementi di riflessione.

Dopo la relazione di Silvano Antonelli, ha preso corpo il confronto delle idee attraverso un dibattito caratterizzato da interventi tutti di grande qualità. 
Dott. Roberto Corsetti (Team Liquigas): «Un genitore di un ragazzino che vuole fare ciclismo, è più spaventato dal doping o dal traffico? La sicurezza e la tutela della salute, sono le gambe del futuro del nostro sport, ma per fare promozione bisogna partire dalla sicurezza. Basta quindi col dividersi per fazioni, o fare polemiche incomprensibili. Occorre concentrarsi tutti  sul come proteggere gli atleti nelle fasi extra-corsa, l’area sensibile e pericolosa per eccellenza, per fronteggiare la quale agli atleti vanno trasmessi i valori del comportamento responsabile, della disciplina della circolazione e del fattivo sostegno a tutte le figure che si adoperano per la loro sicurezza. E tra queste certamente Antonelli, che merita di essere ascoltato semplicemente per le cose che dice e che fa».
Dott. Angelo Tancredi (In rappresentanza del Compartimento Polizia Stradale):«Apprezzo il senso critico della relazione di Antonelli. Egli ha svolto una analisi coraggiosa, che altri non avrebbero mai fatto in una sede come questa. E sono d’accordo che tra  la Stradale e i volontari delle scorte  debbano aprirsi spazi di approfondimento comune sui temi dell’organizzazione, della formazione e della specializzazione. Noi della Stradale dobbiamo agire di più sulla conoscenza preventiva della gara, mentre ai volontari serve conoscere meglio quello che sono i “modi operativi” di una scorta mista. A cui va aggiunta la necessità che sui percorsi di gara siano utilizzate quasi esclusivamente le persone abilitate alla regolazione del traffico, che possono dare affidamento sia a noi, che siamo in gara, sia agli utenti della strada che con la gara nulla hanno a che fare. I volontari abilitati sono importanti perché, mentre molti possono conoscere la norma, solo questi possono garantirci la corretta interpretazione della norma stessa, ovvero, la qualità e la responsabilità operativa. Si deve trovare il modo per dare alla Polizia Stradale e alle scorte tecniche gli strumenti idonei per poter comunicare tra loro, indirizzando la ricerca verso gli apparati rice-trasmittenti di nuova tecnologia. Infine, un ringraziamento pubblico ai volontari del G.S. Progetti Scorta,  che grazie alla loro straordinaria passione spesso raggiungono prestazioni non ottime, ma eccellenti addirittura».  
Luisa Bianchi (Portavoce CO.MO.ST): «Il nostro Coordinamento raccoglie oggi il consenso di 60 gruppi di moto staffette, insieme ai quali stiamo cercando di influenzare la FCI e gli Enti di promozione sportiva perché adottino misure di maggio tutela operativa ed assicurativa per il personale addetto alle scorte e ai servizi di radio-corsa. Al alcuni risultati li abbiamo ottenuti come la introduzione della polizza kasko, la presenza delle moto staffette nelle varie commissioni e l’apertura di un confronto con la Uisp, impegnatesi a sua volta ad estenderlo  all’intera Consulta. Siamo in perfetta sintonia con quanto il G.S. Progetti Scorta ha proposto in questa sede, ed anche noi del CO.MO.ST, sottolinemo l’esigenza di: una proposta di modifica del codice della strada elaborata unitariamente dalla FCI, Enti di promozione e Coni; la concessione , da parte del Ministero delle Comunicazioni, di frequenze radio a condizioni agevolate per i servizi di radio-corsa; la revisione del “disciplinare” per facilitare l’accesso agli esami di abilitazione  e per abolire quelli del loro rinnovo;  l’abolizione del limite dei 65 anni introdotto dalla FCI per il tesseramento delle motostaffette.
Claudio De Angeli (Organizzatore - S.C. Marcianese 1911): «Nelle mie corse il costo della sicurezza si aggira attorno al 20% dell’investimento complessivo, e mi piacerebbe potermi confrontare con altri organizzatori per capire se stiamo facendo abbastanza, fino a determinare in seno alla FCI un orientamento di come queste spese vanno realizzate e razionalizzate. Ma forse chiedo troppo ad una FCI con una Commissione Sicurezza di fatto inesistente e con troppi dirigenti che per questioni di voto fingono di non vedere le carenze di alcuni organizzatori, certamente non intimiditi da sanzioni di gran lunga inferiori ai risparmi fatti non predisponendo le dovute strutture. Occorre adoperarsi per una modifica dell’art. 9 del C.D.S. per introdurre modalità che, con automezzi opportunamente attrezzati, consentano di proteggere i corridori in allenamento. E dobbiamo ritornare a scuola perché sono troppo le corse organizzate con pressapochismo, con direttori che tengono in corsa gli atleti con 9 minuti di ritardo perché non sanno prendere decisioni, o che non conoscono addirittura il percorso, quando invece, per gli stessi direttori dovremmo rivendicare più potere ed autorevolezza, senza cedere troppo spazio ai giudici di gara. Noi organizzatori siamo troppi esposti sul piano della responsabilità, ma grazie ai volontari della sicurezza possiamo avere ancora fiducia. Ma dopo 8 anni di esperienza fatta come presidente del C.P. di Pisa e come componente dimissionario della  Commissione Sicurezza, credo sia inevitabile dire che avremmo bisogno di una FCI capace di prendere decisioni, più trasparente, aperta al confronto delle idee, senza macchiarsi di scelte assurde  come quella di rifiutare il patrocinio ad una iniziativa meritoria come “Il Giorno della Scorta”.
Luca Pacioni (Juniores della S.C. Sidermec-F.lli Vitali – Campione Italiano su pista): «Il lavoro delle moto staffette e delle scorte tecniche è essenziale per garantire la nostra incolumità, ma penso che a noi corridori andrebbe insegnato meglio come ci si deve comportare in gara sia per collaborare con il personale di scorta sia per non ostacolare il loro lavoro, e loro il nostro.
Giovanni Brunelli (Direttore Sportivo S.C. Sidermec-F.lli Vitali): «Senza i volontari delle scorte, molte corse oggi non si potrebbero fare. Dobbiamo quindi provare per loro tutta la riconoscenza possibile. Ma anche noi direttori sportivi facciamo una fatica incredibile per accompagnare sempre i nostri ragazzi in allenamento, perché è nel traffico ordinario che questi trovano le insidie maggiori».
E’ stata poi la volta della breve “tavola rotonda” che gli organizzatori della giornata avevano riservato a Felice Gimondi ed ai Professionisti Matteo Montaguti ed Alberto Contoli sui temi della sicurezza, quasi un confronto tra passato e presente, a cui poi si è aggiunto anche il decano dei direttori sportivi Giancarlo Ferretti.
Queste, in breve, le loro riflessioni.
Felice Gimondi:  «Bisogna ridare valore e stima ai volontari delle società ciclistiche di base, i quali, come nel mio caso, quando frequentavo l’oratorio di Sedrina, ti educano a crescere senza l’assillo del risultato. Ho sentito parlare in questa sede se sia più importante garantire la sicurezza o combattere il doping. La mia risposta è semplice: dobbiamo garantire la sicurezza, perché si può diventare grandi anche senza doping! Per le nostre manifestazioni abbiamo bisogno del conforto delle istituzioni, ma non riuscirò mai ad accettare che per la partita Atalanta-Brescia debbono essere mobilitati 700 agenti di Polizia, armati come dovessero andare in Afghanistan, mentre per la mia Gran Fondo non riescono a trovare nemmeno due agenti della Stradale. Le Gran Fondo sono un evento in cui occorre prima di tutto garantire la sicurezza e quelli che non sono in gradi di farlo, è ora che si dedichino a qualcos’altro. Servono circuiti protetti per i piccoli e misure di protezione per gli atleti in allenamento, ma personalmente sarei per proporre percorsi permanenti strada-pista-mountanbike, in cui i genitori possono permettersi di lasciare i loro figlioli per alcune ore. Recentemente hanno modificato il Codice della Strada introducendo l’obbligo delle bretelle rifrangenti per i ciclisti che circolano dopo il tramonto, ma è scandaloso che non abbiano imposto l’uso del casco,  quello sì importante per garantire la sicurezza dei ciclisti. Grazie infine ai volontari delle scorte e al lavoro condotto da Antonelli. 
Alberto Contoli (Corridore Professionista del Team Colnago-CSF Inox): «Le insidie per noi Professionisti non sono le gare, ma gli allenamenti. Ormai siamo costretti a ricerche esasperanti per trovare strade poco trafficate. So che è quasi impossibile, ma tante volte penso a come sarebbe bello se potessimo essere accompagnati dalle motostaffette anche durante gli allenamenti».
Matteo Montaguti (Corridore Professionista del Team De Rosa): «Si spera sempre che non succeda niente, ma intanto aumenta il numero delle cicatrici sulla nostra pelle. Gli amici del G.S. Progetti Scorta pensano anche per noi corridori, forse troppo occupati a pensare solo alle questioni tecniche ed agonistiche. Ma io poi trovo sempre il modo di sdebitarmi nei confronti di Antonelli e del suo Gruppo, cercando di non mancare mai al Giorno della Scorta e al piacere di ascoltare le loro proposte.
Giancarlo Ferretti (Ex team manager); «Molti passi in avanti sono stati compiuti, e la sicurezza oggi, insieme alla qualità della Stradale e delle scorte tecniche, ha raggiunto livelli adeguati. Forse, quello che si potrebbe dire, è che nelle gare di tutti i giorni manca quel “mestiere” che invece ritrovi nelle scorte delle grandi corse, le quali conoscono meglio le esigenze dei direttori sportivi e della loro necessità di muoversi con le ammiraglie tra i vari gruppi che compongono la gara e che spesso sono contraddistinti da distacchi piuttosto consistenti. Nella gare importanti la Stradale o la Gendarmeria sanno mettersi subito a tua disposizione per farti correre velocemente tra il gruppo e i fuggitivi, ma nelle gare minori questo non avviene ed occorre essere molto prudenti».  

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