DENTRO IL GRUPPO. Basso e l'amico Lucio, asso del volante
| 14/07/2010 | 09:02 È la nostra guida. A suo modo un pilota, anche un corridore, perché alla fine non deve fare il miglior tempo ma deve trovare «la pole-position», nel senso del posto migliore dove fermarsi e posizionarsi. È Lucio Marinato, il nostro pilota del motor-home. Un uomo solo al volante. Piede leggero, mano ferma e sicura, colpo d’occhio da far invidia ad un falco. Quando il viaggio è lungo le regole sono ferree: quattro ore e mezzo di guida, 45 minuti di sosta. Come impone il cronotachigrafo, una sorta di passaporto biologico dell’autista. Poi Lucio, 40 anni, veneto di Cinto Caomaggiore (Ve), cognato di Roberto Amadio, il nostro team-manager, riprende il cammino sul suo Man: 12 metri di lunghezza, 400 cavalli di potenza. Un bisonte largo 2,40, alto 3,82 che beve 600 litri di gasolio (un pieno 800 euro) e costa più di 400 mila euro. C’è tutto: dalla cucina al soggiorno, dalle poltrone ai divani, dai bagni alle docce. Lavatrice, asciugatrice, tre condizionatori, tv satellitari, forno a microonde, piastre elettriche e - fondamentale - la macchina del caffé. Lucio ha la patente A-B-C e D. Tutti noi corridori abbiano i nostro posto assegnato e il nostro armadietto. Io mi piazzo sempre davanti, proprio dietro a Lucio. Cerco di rilassarmi, non voglio tanta confusione e preferisco guardare la strada. Lucio è tutto: anche un buon dj. Musica rilassante dopo la corsa, rock e dura come piace a Daniel Oss prima. Lui ha cominciato nel ciclismo nel ’94 come meccanico, da due è autista e si dice felice «perché vive la riunioni, ha un contatto profondo con noi corridori». Deve essere come un buon prete e rispettare il segreto del confessionale. Ma deve essere anche un mago indovino, e prevedere l’imprevedibile. Quindi, anticipare il guaio, sostituire gli pneumatici prima che si rovinino. Ma sa anche trovare le parole giuste per lenire le giornate così così: come quella di ieri. «Chi pensa di aver vinto il Tour oggi, lo può ancora perdere». Conosce le strade, prevede tutto: speriamo abbia ragione.
«Dentro il gruppo», rubrica a firma Ivan Basso tratta da Il Giornale del 14 luglio
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