Magni: la vita non regala mai niente... AUDIO

| 06/06/2010 | 18:41
L’ha anticipato di qualche mese ma i 90 anni di Fiorenzo Magni oggi sono stati celebrati da  vero campione in una giornata dedicata al ciclismo, alla storia, agli aneddoti ed ai ricordi. Questa mattina, infatti, a Palazzo Terrani nel centro di Lissone, si è entrati nel cuore del ciclismo con i tanti amici che hanno risposto all’invito di Magni, un uomo che ha vinto la sfida anche con l’età, brillantissimo e scherzoso. Con la conduzione di Auro Bulbarelli, l’aiuto storico di Beppe Conti, gli interventi in platea con Alessandra De Stefano è andato in scena un vero spaccato storico facendo risaltare Magni non solo come campione ma anche come uomo ancora innamoratissimo della moglie e legato alla famiglia. Nel parterre, nomi illustri: Eddy Merckx dal Belgio, Ernesto Colnago, Vittorio Adorni, Cribiori, Marina Coppi, Andrea Bartali, DI Rocco, Zomegnan e Martini che l’ha affiancato sul palco in un bellissimo “Amarcord” fatto di pensieri, episodi e immagini inedite dell’istituto Luce. Tra i ricordi del Bondone (“non si annullano mai le tappe, piuttosto si fanno a piedi. La gente le ricorda”), la storica scalata del San Luca con la clavicola rotta e il tubolare tra i denti (“mi sono fatto pure levare il gesso con le tenaglie dal meccanico”), il Tour del 1950 con il ritiro in maglia gialla della squadra italiana (“la verità la sa solo mia moglie e nessuno la dirà”), il Giro del 1948 con i fischi al Vigorelli per via delle spinte ricevute in salita e il conseguente ritiro di Coppi (“Sono felice per una frase che mi disse Coppi successivamente ovvero che la squadra si era ritirata ma che mi chiedeva scusa perché non è stata una bella cosa nei miei confronti. Sì, le spinte le ho prese ma anche tutti gli altri le hanno accettate. Poi però dei 5 minuti di svantaggio che avevo ne ho recuperati 4 in discesa…e lì le spinte non le hai”).  Una bella mattina coronata dall’inaugurazione della mostra “Magni: il guerriero di un sublime ciclismo”, aperta fino al 4 luglio dove poter ammirare non solo i suoi cimeli ma anche piccole chicche in arrivo dal Museo del Ghisallo. «La vita è fatta di sofferenze. Cose facili non ce ne sono. Arriverò anche ultimo, ma arrivo – è la filosofia di Magni – Nel ciclismo ho preso ciò che c’era da prendere e sono contento della mia carriera soprattutto perché ho sempre corso pensando al dopo e alla mia famiglia a casa, alle mie figlie e a mia moglie che risposerei anche domani».
63 anni insieme alla sua Liliana che a sua volta gli ha risposto “la persona che sognavo di trovare”, segno ancor più forte che un ciclista, un campione è e rimane sempre un grande uomo.

Laura Guerra

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