Da «Il Resto del Carlino». Giro, chi ride e chi piange
| 12/05/2010 | 10:59 Cartina alla mano, comincia oggi il Giro d’Italia. Dopo tre giorni in Olanda che hanno lasciato il segno: cadute e distacchi alla lunga si faranno sentire. Si riparte dal Piemonte, con un altro esame severo: la cronometro a squadre può scavare solchi decisivi in classifica. Oltre che sul morale. Ecco in quali condizioni è quello di protagonisti e figuranti. CHI RIDE. In patria il Giro sbarca con una maglia rosa inedita quanto prevedibile: per quanto debuttante, Vinokourov non ha fatto mistero di esser venuto per vincere. A 37 anni non gli resta molto tempo: non a caso, è tra i pochi a non averne sprecato. Dalla crono di Amsterdam al resto del viaggio fra i mulini a vento, ha sempre corso davanti: non è in testa per caso. Gode di esperienza, ottima salute e buoni compagni: se questa ricetta funziona sulle montagne, sarà lì a giocarsela fino in fondo. Dopo i due anni di castigo per doping, non è certo la faccia ideale da sventolare nel Giro più controllato: vero anche, però, che i suoi errori li ha pagati. Paga bene il buon inizio di Basso: fin qui non ha sbagliato niente. Attento a non prenderle, è riuscito perfino a darle: c’è già chi sta peggio di lui. Partire col piede giusto gli sta regalando anche fiducia: utilissima quando verrà l’ora di uscire dalla tana. Contento Ivan, felice anche il suo compagno Nibali: da ultimo arrivato, non ha pesi sulle spalle. A volte la leggerezza è un’arma in più: se non per lui, per chi gli corre accanto. CHI PIANGE. Evans ha già capito una cosa: se vorrà vincere questo Giro, dovrà farlo da solo. E’ un ottimo condottiero, ma non ha armata: oggi, per lui, è un giorno a rischio. Rischia pure lo spagnolo Sastre: buttar via tempo prezioso tutti i giorni non è la strategia migliore di qui alle montagne. Già perso, invece, sembra Wiggins, veloce nel conquistar la rosa quanto nel perderla: prima ancora dei tapponi alpini, gli sono risultate indigeste le stradine olandesi, dove è regolarmente finito gambe all’aria. CHI ASPETTA. Occhio a Karpets: per quanto grande e grosso, il russo che va forte in salita sta passando inosservato. E’ lì in agguato, come Scarponi e Garzelli: perfetti fin qui, dovranno esserlo anche quando il gioco si farà più duro. Gioco dal quale sembra uscito Cunego, che come Sastre fin qui buttato via qualcosa ogni giorno: è pronto per un altro Giro, dove più della classifica contano le tappe. Un Giro che anche per gli altri italiani, fin qui rimasti ad osservare le prodezze straniere, comincia oggi.
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