Tirreno Adriatico: è sempre questione di tempo

| 10/03/2010 | 11:17
Non ci sono cronometro, ma questa Tirreno-Adriatico sarà comunque una corsa contro il tempo. Inteso come meteo: se nevica sul mare di Livorno, chissà cosa potrà accadere quando la corsa salirà in quota. Non a caso, gli organizzatori hanno già studiato soluzioni alternative, con tagli al percorso: si vogliono evitare rischi inutili e le proteste dei ciclisti, che un paio di anni fa, proprio su queste strade, incrociarono le gambe ai primi fiocchi. Viaggiando fra i due mari, insomma, si navigherà a vista.
Per clima o per percorso, la Tirreno-Adriatico che si lega al ricordo di Franco Ballerini, premiando nel nome del ct scomparso chi si comporterà con più correttezza, non perde la sua principale qualità: della Sanremo che già si profila all’orizzonte, resta la miglior prova generale. A ognuno, poi, il compito di interpretarla come crede: un anno fa, il furbo Cavendish si staccò regolarmente sulle salite, facendo credere di non esser nè da bosco nè da Riviera. Poi, a Sanremo, fece puntualmente secchi tutti.

A PARTE quei pochi che tengono il mirino sulle corse a tappe (Contador e Menchov, di quelli che hanno scelto la Parigi-Nizza, Ivan Basso e Armstrong, fra coloro che hanno preferito un calendario alternativo), al viaggio dal Tirreno all’Adriatico si è iscritta quasi tutta la nobiltà che il ciclismo di questi tempi riesce a proporre: c’è l’iride fresca di Cadel Evans, quella appena sbiadita di Alessandro Ballan, ci sono l’alloro olimpico del cronoman Cancellara, e il tricolore di Pippo Pozzato, gli ultimi tre proiettati alle classiche che contano. C’è la gioventù emergente di Nibali e quella già affermata di Andy Schleck, c’è il velocista che non tramonta (Petacchi, rialzatosi in fretta dalla caduta in allenamento di due giorni fa) e quello di ultima generazione (Cavendish, of course), c’è il vecchio mister Nord (l’ex iridato Boonen) e quello che vuol prenderne l’eredità (il talentissimo Boasson Hagen). In mezzo varie sorprese ed eventuali conferme, cominciando da quel simpatico burlone di Michele Scarponi che un anno fa, vincendo fra i due mari, lanciò una stagione premiata poi da due tappe al Giro e dalla maglia azzurra consegnatagli da Ballerini.

ALLA SCOPERTA di quel che il ciclismo proporrà a Sanremo e anche più in là, la Tirreno-Adriatico andrà sotto l’occhio della Rai, che alla fascia quotidiana dalle 15,15 abbinerà una voce nuova: sul palco che è stato di Bulbarelli e prima ancora del mitico De Zan, a raccontare la corsa in diretta dopo il debutto all’Eroica sarà Francesco Pancani, già telecronista del volley e uomo in moto al Giro. A lui il compito di testimoniare se questo viaggio attraverso cinque regioni, con tre tappe in Toscana (Livorno-Rosignano oggi, Montecatini e Monsummano a seguire) e due veri tapponi (San Gemini-Chieti di 243 chilometri sabato, Chieti-Colmurano di 234 domenica, entrambi con salite toste), prima del finale a Macerata e San Benedetto del Tronto, sia ancora una bella vetrina di ciclismo. O, per colpa del maltempo, una prova di sciclismo.

da «Il Resto del Carlino» del 10 marzo a firma Angelo Costa
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